A processo per omesso versamento dell’Iva per quasi un milione di euro: assolto Vergani

A processo per omesso versamento dell’Iva per quasi un  milione di euro: assolto Vergani
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NOVARA - Alla sbarra con l’accusa di omesso versamento dell’Iva per complessivi 931mila euro di imposte non dichiarate, Carlo Vergani, imprenditore miasinese di 67 anni, in Tribunale a Novara, è stato assolto con formula piena. L’assoluzione, oltre a essere stata chiesta dal suo difensore, è stata avanzata anche dallo stesso pm Vezio Vicuna, al termine della sua requisitoria.
Vergani, finito agli onori delle cronache nel 2007 per il sequestro della figlia Bar

NOVARA - Alla sbarra con l’accusa di omesso versamento dell’Iva per complessivi 931mila euro di imposte non dichiarate, Carlo Vergani, imprenditore miasinese di 67 anni, in Tribunale a Novara, è stato assolto con formula piena. L’assoluzione, oltre a essere stata chiesta dal suo difensore, è stata avanzata anche dallo stesso pm Vezio Vicuna, al termine della sua requisitoria.
Vergani, finito agli onori delle cronache nel 2007 per il sequestro della figlia Barbara e poi per la bancarotta della sua azienda, la “Nuova cusiana costruzioni”, vicenda conclusa a Verbania nel 2012 con un patteggiamento, per i giudici, non ha, pertanto, nascosto nulla al fisco. Il processo novarese ha preso le mosse proprio dalla vicenda verbanese, il tutto a seguito di un accertamento risalente al 2011.
Stando all’accusa ci sarebbe stato un omesso versamento dell’Iva per operazioni di compravendita immobiliare in riferimento all’anno di imposta 2010. Un accertamento eseguito nel dicembre 2011, quando la Cusiana era già stata dichiarata fallita. Il Tribunale di Verbania, in occasione della sentenza di fallimento, aveva anche dichiarato la nullità delle compravendite che avevano fatto maturare il debito Iva nei confronti dell’Erario. In sintesi queste operazioni non andavano più poste nella dichiarazione dei redditi. Ecco la ragione dell’assoluzione dell’imprenditore.
A difendere Vergani, l’avvocato Cesare Iammetti, che ha sostenuto come nulla potesse essere attribuito al legale rappresentante, perché l’imprenditore era rimasto in carica sino a quando la società, nel dicembre 2010, era stata cancellata dal registro delle imprese. Con la contestazione della bancarotta, erano subentrati gli enti fallimentari. La dichiarazione dei redditi, quindi, nel 2011, l’avevano dovuta fare altri, non Vergani.

mo.c.

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