Ercolina Gibin, addio alla testimone della Resistenza
Ieri i funerali. Aveva 91 anni, una vita di impegno civile.
Si sono svolti ieri, sabato alle 10 nella Collegiata di San Bartolomeo a Borgomanero, i funerali di Ercolina Gibin, 91 anni, esponente di spicco della Lotta di Liberazione, sorella e cognata di due ex partigiani insigniti alla memoria con la medaglia d’oro al valor militare. Originaria di Jesolo, con la famiglia si era trasferita a Borgomanero prima della guerra. Il fratello Enzio, 19 anni assieme ad Ernesto Mora, ventunenne, partigiani garibaldini della Brigata Volante “Loss” vennero uccisi dai “repubblichini” a Cressa nel febbraio 1945. Qualche anno dopo avrebbe sposato Pierino Mora (scomparso nel 2013) fratello di Ernesto, anche lui ex partigiano. La vita di Ercolina è sempre stata caratterizzata da un grande impegno civile. Non solo per tenere viva la memoria dei suoi congiunti ma anche per trasmettere alle nuove generazioni i valori della Resistenza.
Ercolina Gibin, una vita di impegno civile
Fondatrice e animatrice del locale Consultorio famigliare, aveva profuso le sue energie come attivista nel sindacato pensionati Spi/Cgil, come fondatrice del Circolo “Primo Levi” e della sezione Auser e componente della sezione “Mora e Gibin” dell’Anpi . Per i ruoli ricoperti nel 2009 le era stato assegnato il Premio “Una donna” della sezione dei soci Coop. In quella circostanza l’allora sindaco di Borgomanero AnnaTinivella aveva definito Ercolina Gibin «un pezzo della storia borgomanerese». L’ultima sua apparizione pubblica risale al febbraio 2014 (nella foto di Panizza) quando, ancora in discrete condizioni di salute aveva partecipato a Cressa alla cerimonia commemorativa del sacrificio del fratello Enzio e del cognato Ernesto. Poi un lento, inesorabile declino. Ha cessato di vivere giovedì nella casa di riposo “Residenza Giovanni Paolo II” di Gattico. Numerosi i messaggi e le attestazioni di cordoglio e altrettanti ricordi e testimonianze di affetto da parte di esponenti politici, sindacali, ma anche di tanta gente comune.
Carlo Panizza