Indagato Giudice di pace del tribunale di Verbania
Il reato è di corruzione giudiziaria assieme ad altri sei persone
Perquisita la sede di Novara della Gran Loggia degli Alam, una delle Obbedienze massoniche italiane
Il Giudice di Pace del tribunale di Verbania Carlo Crapanzano, 53 anni, è indagato per il reato di corruzione giudiziaria assieme ad altri sei persone. L'accusa è stata formulata a seguito di un'attività di indagine delegata dal coordinatore del II Dipartimento della Procura della Repubblica di Milano Ilda Boccassini e dal sostituto procuratore Paolo Fillppini. Nella prima mattinata di mercoledì 15 maggio, personale appartenente alle aliquote di Polizia di Stato della sezione di Polizia giudiziaria della Procura di Milano, unitamente a personale appartenente all'aliquota dei Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Verbania ha proceduto a eseguire a Domodossola, Verbania e Novara un decreto di perquisizione locale a carico di Carlo Crapanzano, dell'avvocato R. D. F., 35 anni, e nella sede di Novara della Gran Loggia degli Alam (Antichi Liberi Accettati Muratori), una delle principali Obbedienze massoniche italiane. Secondo quanto reso noto dalla questura di Verbania l'origine delle attività di indagine risale al maggio 2018, quando venne segnalato alla Procura di Verbania "l'anomalo accoglimento" da parte del Giudice di Pace di Verbania Carlo Crapanzano di un ricorso avverso una contravvenzione al Codice della Strada. "Dalle successive indagini emergeva che diversi ricorrenti, presentati o sponsorizzati da persone influenti sul territorio, contattavano direttamente il Giudice per presentare i propri ricorsi. Emergeva inoltre l'appartenenza di Crapanzano alla Gran Loggia degli Alam con sede a Novara. Ciò che è risultato maggiormente significativo è l'intensa frequentazione di Crapanzano con alcuni imprenditori locali appartenenti alla Loggia che sembrano avere usufruito di veri e propri favori da parte del Giudice o, comunque, della sua attività professionale". L'indagine avrebbe inoltre inquadrato i rapporti tra Crapanzano e l'avvocato D. F . professionista "che avrebbe consentito al giudice di Pace di elargire i favori e le proprie consulenze agli altri indagati". Tale collaborazione, definita "consapevole" è apparsa finalizzata, per ognuno "all'ottenimento del proprio obiettivo, ovvero asservire la propria funzione agli interessi della Loggia per il primo, ottenere incarichi professionali e, quindi. remunerazioni, per la seconda". Secondo gli inquirenti "è apparso comunque evidente. nel complesso, come Crapanzano abbia mantenuto una sostanziale regia dietro numerosi ricorsi affinché potesse trattarli personalmente o, comunque, potesse contribuire al buon esito delle vicende giudiziarie tramite l'avvocato D. F.". Nella giornata di venerdì Carlo Crapanzano aveva rassegnato le dimissioni dall'incarico di Giudice di Pace.
m.d.