A lezione via Skype dall’ospedale
«Perdere l’anno era una probabilità che avevo messo in conto. Ma sapevo che, se così fosse stato, era per un motivo valido». Validissimo. Perché quando a soli 15 anni e in piena estate scopri di avere il cancro tutto cambia, saltano gli schemi quotidiani, si modificano prospettive e priorità, si sballa quell’equilibrio familiare che, in piena turbolenza adolescenziale, è già di per sé precario. E anche la scuola, che per molti allievi è solo un fastidioso obbligo, diventa niente. Invece William non solo l’anno scolastico non lo sta perdendo ma anzi, in queste settimane si sta preparando al rush finale delle verifiche con l’impegno e la speranza di una meritata promozione. Per diventare, da grande, architetto. William nonostante stia ancora sferrando i colpi della sua determinata battaglia contro il condrosarcoma, un tumore osseo che lo ha colpito circa un anno fa - frequenta la terza classe del liceo artistico “Casorati” di Novara. E lo può fare, nonostante a scuola non ci vada fisicamente, da casa o dagli ospedali dove trascorre ancora parecchio tempo tra sedute chemioterapiche, controlli e riabilitazione. Merito del progetto regionale “La scuola in ospedale” sotto il coordinamento del professor Giorgio Bodrito dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino in collaborazione con la Fondazione Agnelli, che fornisce ai ragazzi lungodegenti un Ipad e un paio di cuffie per connettersi via Skype con la scuola d’iscrizione di modo da seguire virtualmente le lezioni ‘in diretta’ mentre si svolgono in classe, con compagni e professori. A Novara William è uno dei pochi, quest’anno, a fruire di questa opportunità. Lo segue dal “Casorati”- retto dal preside architetto Salvatore Palvetti che ha approvato il progetto - quale referente e coordinatrice la sua ‘prof’ di filosofia Tiziana Oprandi. Che non solo si collega dal liceo via Skype, ma che regolarmente – e come lei altri colleghi – va a trovarlo a casa per tenere lezioni a domicilio. Un progetto che non tutti conoscono.
Arianna Martelli
Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di giovedì 5 maggio 2016
«Perdere l’anno era una probabilità che avevo messo in conto. Ma sapevo che, se così fosse stato, era per un motivo valido». Validissimo. Perché quando a soli 15 anni e in piena estate scopri di avere il cancro tutto cambia, saltano gli schemi quotidiani, si modificano prospettive e priorità, si sballa quell’equilibrio familiare che, in piena turbolenza adolescenziale, è già di per sé precario. E anche la scuola, che per molti allievi è solo un fastidioso obbligo, diventa niente. Invece William non solo l’anno scolastico non lo sta perdendo ma anzi, in queste settimane si sta preparando al rush finale delle verifiche con l’impegno e la speranza di una meritata promozione. Per diventare, da grande, architetto. William nonostante stia ancora sferrando i colpi della sua determinata battaglia contro il condrosarcoma, un tumore osseo che lo ha colpito circa un anno fa - frequenta la terza classe del liceo artistico “Casorati” di Novara. E lo può fare, nonostante a scuola non ci vada fisicamente, da casa o dagli ospedali dove trascorre ancora parecchio tempo tra sedute chemioterapiche, controlli e riabilitazione. Merito del progetto regionale “La scuola in ospedale” sotto il coordinamento del professor Giorgio Bodrito dell’ospedale infantile Regina Margherita di Torino in collaborazione con la Fondazione Agnelli, che fornisce ai ragazzi lungodegenti un Ipad e un paio di cuffie per connettersi via Skype con la scuola d’iscrizione di modo da seguire virtualmente le lezioni ‘in diretta’ mentre si svolgono in classe, con compagni e professori. A Novara William è uno dei pochi, quest’anno, a fruire di questa opportunità. Lo segue dal “Casorati”- retto dal preside architetto Salvatore Palvetti che ha approvato il progetto - quale referente e coordinatrice la sua ‘prof’ di filosofia Tiziana Oprandi. Che non solo si collega dal liceo via Skype, ma che regolarmente – e come lei altri colleghi – va a trovarlo a casa per tenere lezioni a domicilio. Un progetto che non tutti conoscono.
Arianna Martelli
Leggi tutto il servizio sul Corriere di Novara di giovedì 5 maggio 2016