A rischio l’export di gorgonzola

A rischio l’export di gorgonzola
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Inatteso stop sul mercato cinese per gorgonzola e taleggio, due formaggi Dop, espressione del più apprezzato “made in Italy”. A lanciare l’allarme è Assolatte, spiegando che gorgonzola e taleggio rientrano tra i prodotti caseari finiti nel mirino delle autorità doganali cinesi, che hanno improvvisamente deciso di irrigidire i controlli sull’importazione dei formaggi a crosta fiorita, erborinati o muffettati prodotti nell’Unione Europea. 
«Da qualche giorno registriamo un pericoloso e inatteso inasprimento nell’applicazione delle norme sull’import dall’Unione Europea dei formaggi prodotti con alcuni fermenti, lieviti e muffe non espressamente previsti dalle restrittive norme cinesi (come il geotrichum candidum e il 
penicilium roqueforti),  ma finora sempre accettati in base a una sorta di gentlemen agreement – spiega Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte – Il rischio concreto è che molti famosi formaggi  europei, come Gorgonzola e Taleggio, Roquefort e Camembert, restino fermi in dogana a tutto vantaggio di quelli prodotti in altri Paesi, come Stati Uniti e Australia». 
Assolatte ha prontamente allertato i ministeri della Salute, dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, con cui sta lavorando per stabilire un nuovo standard che regolarizzi i formaggi italiani, dando loro di nuovo il “via libera” sul mercato cinese.
In parallelo si sono allertati anche l’ambasciata italiana in Cina, la Commissione Ue, gli altri Stati membri dell’Ue e la Camera  di  Commercio Europea.
La manovra a sorpresa delle autorità di Pechino mette a rischio un mercato molto promettente per i formaggi italiani. L’export in Cina è, infatti, in costante crescita, come emerge chiaramente dai dati elaborati da Assolatte: solo tra 2015 e 2016 le vendite di formaggi italiani in Cina sono aumentate del 42%, arrivando a 2650 tonnellate, e nel primo quadrimestre del 2017 hanno registrato un ulteriore balzo in avanti del 34%. 
Intanto, anche il Consorzio Gorgonzola (ai cui vertici ci sono due novaresi, il presidente Renato Invernizzi  e il vicepresidente Fabio Leonardi) è al lavoro per trovare una soluzione: venerdì si è svolto un incontro al ministero per il Commercio estero, in collegamento con l’ambasciatore italiano a Shangai. «Dobbiamo ringraziare per l’interessamento immediato alla questione, una dimostrazione di efficienza del nostro sistema-Paese - commenta Fabio Leonardi - Certo, non è una vicenda semplice: di fronte a un blocco di questo tipo, che tocca prodotti un po’ di tutta Europa, occorre muoversi insieme, e non solo a livello italiano. E, in ogni caso, ci vorranno mesi per uscirne».
Laura Cavalli

Inatteso stop sul mercato cinese per gorgonzola e taleggio, due formaggi Dop, espressione del più apprezzato “made in Italy”. A lanciare l’allarme è Assolatte, spiegando che gorgonzola e taleggio rientrano tra i prodotti caseari finiti nel mirino delle autorità doganali cinesi, che hanno improvvisamente deciso di irrigidire i controlli sull’importazione dei formaggi a crosta fiorita, erborinati o muffettati prodotti nell’Unione Europea. 
«Da qualche giorno registriamo un pericoloso e inatteso inasprimento nell’applicazione delle norme sull’import dall’Unione Europea dei formaggi prodotti con alcuni fermenti, lieviti e muffe non espressamente previsti dalle restrittive norme cinesi (come il geotrichum candidum e il 
penicilium roqueforti),  ma finora sempre accettati in base a una sorta di gentlemen agreement – spiega Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte – Il rischio concreto è che molti famosi formaggi  europei, come Gorgonzola e Taleggio, Roquefort e Camembert, restino fermi in dogana a tutto vantaggio di quelli prodotti in altri Paesi, come Stati Uniti e Australia». 
Assolatte ha prontamente allertato i ministeri della Salute, dello Sviluppo Economico e delle Politiche Agricole, con cui sta lavorando per stabilire un nuovo standard che regolarizzi i formaggi italiani, dando loro di nuovo il “via libera” sul mercato cinese.
In parallelo si sono allertati anche l’ambasciata italiana in Cina, la Commissione Ue, gli altri Stati membri dell’Ue e la Camera  di  Commercio Europea.
La manovra a sorpresa delle autorità di Pechino mette a rischio un mercato molto promettente per i formaggi italiani. L’export in Cina è, infatti, in costante crescita, come emerge chiaramente dai dati elaborati da Assolatte: solo tra 2015 e 2016 le vendite di formaggi italiani in Cina sono aumentate del 42%, arrivando a 2650 tonnellate, e nel primo quadrimestre del 2017 hanno registrato un ulteriore balzo in avanti del 34%. 
Intanto, anche il Consorzio Gorgonzola (ai cui vertici ci sono due novaresi, il presidente Renato Invernizzi  e il vicepresidente Fabio Leonardi) è al lavoro per trovare una soluzione: venerdì si è svolto un incontro al ministero per il Commercio estero, in collegamento con l’ambasciatore italiano a Shangai. «Dobbiamo ringraziare per l’interessamento immediato alla questione, una dimostrazione di efficienza del nostro sistema-Paese - commenta Fabio Leonardi - Certo, non è una vicenda semplice: di fronte a un blocco di questo tipo, che tocca prodotti un po’ di tutta Europa, occorre muoversi insieme, e non solo a livello italiano. E, in ogni caso, ci vorranno mesi per uscirne».
Laura Cavalli

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