A un anno dal titolo il 77% dei laureati triennali Upo ha un lavoro
AlmaLaurea ha presentato il XVIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani al Convegno “Formazione universitaria e posti di lavoro: proiezioni spaziali e temporali”, che si è tenuto all’Università di Napoli Federico II mercoledì 27 aprile. Le Indagini AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale ? presentate congiuntamente ? hanno coinvolto i laureati di 71 università delle 73 ad oggi aderenti al Consorzio. Il XVIII Rapporto sul Profilo dei laureati ha indagato le performance formative di quasi 270 mila laureati del 2015: in particolare, 154 mila laureati di primo livello, 77 mila laureati nei percorsi magistrali biennali e 32 mila laureati a ciclo unico. Sono invece oltre 570 mila i laureati coinvolti nel XVIII Rapporto AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale: laureati di primo e secondo livello, del 2014, 2012 e 2010 intervistati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dalla conquista del titolo. I laureati 2015 dell’Università del Piemonte Orientale coinvolti nel XVIII Profilo dei laureati sono 1.765. Si tratta di 1.190 di primo livello, 288 magistrali biennali e 280 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.
Nel Rapporto sono prese in considerazione le performance formative dei laureati di primo livello e di quelli magistrali biennali. La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 3,9%: il 4,2% tra i triennali e il 3,5% tra i magistrali biennali. Il 21% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 22% tra i triennali e il 17% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 56% dei laureati: è il 53% per il primo livello e il 55% per i magistrali biennali.
L’età media alla laurea, pari a 26,7 anni per il complesso dei laureati, varia tra i 25,9 anni per i laureati di primo livello e i 29 anni per i magistrali biennali. Su tale risultato incide però anche il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati infatti si immatricolano subito dopo la conquista del titolo di scuola secondaria superiore. 57 laureati su cento terminano l’università in corso: in particolare, sono il 58% tra i triennali e il 68% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 100,1 su 110; in particolare, 98,3 per i laureati di primo livello e 106,1 per i magistrali biennali.
Il 77% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: sono l’81% tra i laureati di primo livello e il 72% tra i magistrali biennali (valore che cresce all’82% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio). Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) riguardano il 6% dei laureati: il 5% per i triennali e il 9% per magistrali biennali (quota che sale al 12% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 62% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari.
Per quanto riguarda la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa l’87% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Confermerebbe la scelta del corso e dell’Ateneo il 69% dei laureati, mentre il 7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso.
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 2.409 laureati dell’Università del Piemonte Orientale. Dei 1.046 laureati triennali del 2014 intervistati dopo un anno dal titolo, ovvero nel 2015, il 77% è occupato, mentre il tasso di disoccupazione è pari al 16%. Il 51% degli occupati può contare su un lavoro stabile, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.). Il guadagno è in media di 1.235 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Sono 69 laureati su cento, i quali considerano il titolo efficace per il lavoro che svolgono.
I dati riferiti ai laureati magistrali biennali riguardano 270 laureati del 2014 coinvolti ad un anno dal titolo e 252 del 2010 a cinque anni. A un anno il 79% dei laureati magistrali biennali è occupato. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 15%. 54 occupati su cento possono contare su un lavoro stabile. Il guadagno è di 1.275 euro mensili netti e l’efficacia è pari al 42%. A cinque anni l’84% dei laureati magistrali biennali è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 10%. Gli occupati stabili sono il 74%. Le retribuzioni arrivano a 1.473 euro mensili netti. L’efficacia coinvolge 57 laureati su cento. Ma dove vanno a lavorare? Il 71% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 26% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (2%). L’ambito dei servizi assorbe il 79%, mentre l’industria accoglie il 18% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
AlmaLaurea ha presentato il XVIII Rapporto sul Profilo e sulla Condizione occupazionale dei laureati italiani al Convegno “Formazione universitaria e posti di lavoro: proiezioni spaziali e temporali”, che si è tenuto all’Università di Napoli Federico II mercoledì 27 aprile. Le Indagini AlmaLaurea sul Profilo e sulla Condizione occupazionale ? presentate congiuntamente ? hanno coinvolto i laureati di 71 università delle 73 ad oggi aderenti al Consorzio. Il XVIII Rapporto sul Profilo dei laureati ha indagato le performance formative di quasi 270 mila laureati del 2015: in particolare, 154 mila laureati di primo livello, 77 mila laureati nei percorsi magistrali biennali e 32 mila laureati a ciclo unico. Sono invece oltre 570 mila i laureati coinvolti nel XVIII Rapporto AlmaLaurea sulla Condizione occupazionale: laureati di primo e secondo livello, del 2014, 2012 e 2010 intervistati, rispettivamente, a uno, tre e cinque anni dalla conquista del titolo. I laureati 2015 dell’Università del Piemonte Orientale coinvolti nel XVIII Profilo dei laureati sono 1.765. Si tratta di 1.190 di primo livello, 288 magistrali biennali e 280 a ciclo unico; i restanti sono laureati pre-riforma o del corso non riformato in Scienze della Formazione primaria.
Nel Rapporto sono prese in considerazione le performance formative dei laureati di primo livello e di quelli magistrali biennali. La quota di laureati di cittadinanza estera è complessivamente pari al 3,9%: il 4,2% tra i triennali e il 3,5% tra i magistrali biennali. Il 21% dei laureati proviene da fuori regione; in particolare è il 22% tra i triennali e il 17% tra i magistrali biennali. È in possesso di un diploma di tipo liceale (classico, scientifico e linguistico) il 56% dei laureati: è il 53% per il primo livello e il 55% per i magistrali biennali.
L’età media alla laurea, pari a 26,7 anni per il complesso dei laureati, varia tra i 25,9 anni per i laureati di primo livello e i 29 anni per i magistrali biennali. Su tale risultato incide però anche il ritardo nell’iscrizione al percorso universitario: non tutti i diplomati infatti si immatricolano subito dopo la conquista del titolo di scuola secondaria superiore. 57 laureati su cento terminano l’università in corso: in particolare, sono il 58% tra i triennali e il 68% tra i magistrali biennali. Il voto medio di laurea è 100,1 su 110; in particolare, 98,3 per i laureati di primo livello e 106,1 per i magistrali biennali.
Il 77% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: sono l’81% tra i laureati di primo livello e il 72% tra i magistrali biennali (valore che cresce all’82% considerando anche coloro che l’hanno svolta solo nel triennio). Le esperienze di studio all’estero riconosciute dal corso di laurea (Erasmus in primo luogo) riguardano il 6% dei laureati: il 5% per i triennali e il 9% per magistrali biennali (quota che sale al 12% considerando anche coloro che le hanno compiute solo nel triennio). Il 62% dei laureati ha svolto un’attività lavorativa durante gli studi universitari.
Per quanto riguarda la soddisfazione per l’esperienza universitaria appena conclusa l’87% dei laureati è soddisfatto del rapporto con il corpo docente. E quanti si iscriverebbero di nuovo all’Università? Confermerebbe la scelta del corso e dell’Ateneo il 69% dei laureati, mentre il 7% si riscriverebbe allo stesso Ateneo ma cambiando corso.
L’Indagine sulla Condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 2.409 laureati dell’Università del Piemonte Orientale. Dei 1.046 laureati triennali del 2014 intervistati dopo un anno dal titolo, ovvero nel 2015, il 77% è occupato, mentre il tasso di disoccupazione è pari al 16%. Il 51% degli occupati può contare su un lavoro stabile, ossia contratti a tempo indeterminato o attività autonome effettive (liberi professionisti, lavoratori in proprio, imprenditori, ecc.). Il guadagno è in media di 1.235 euro mensili netti. Ma quanti fanno quello per cui hanno studiato? Sono 69 laureati su cento, i quali considerano il titolo efficace per il lavoro che svolgono.
I dati riferiti ai laureati magistrali biennali riguardano 270 laureati del 2014 coinvolti ad un anno dal titolo e 252 del 2010 a cinque anni. A un anno il 79% dei laureati magistrali biennali è occupato. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 15%. 54 occupati su cento possono contare su un lavoro stabile. Il guadagno è di 1.275 euro mensili netti e l’efficacia è pari al 42%. A cinque anni l’84% dei laureati magistrali biennali è occupato. Il tasso di disoccupazione è pari al 10%. Gli occupati stabili sono il 74%. Le retribuzioni arrivano a 1.473 euro mensili netti. L’efficacia coinvolge 57 laureati su cento. Ma dove vanno a lavorare? Il 71% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 26% nel pubblico. La restante quota lavora nel non-profit (2%). L’ambito dei servizi assorbe il 79%, mentre l’industria accoglie il 18% degli occupati. Marginale la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.