Addio a Cesario, mitico capitano dei “rossoblù” promossi in serie D

Addio a Cesario, mitico capitano dei “rossoblù” promossi in serie D
Pubblicato:
Aggiornato:

E’ in lutto il mondo dello sport locale per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi a Castelletto Ticino di Giuseppe Cesario, 81 anni, storicoc apitano della squadra di calcio rossoblù vincitrice del Campionato 1960/1961 che le valse la promozione in serie 

E’ in lutto il mondo dello sport locale per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi a Castelletto Ticino di Giuseppe Cesario, 81 anni, storicoc apitano della squadra di calcio rossoblù vincitrice del Campionato 1960/1961 che le valse la promozione in serie D. Cesario fu protagonista della “finale” giocata l’ultima domenica di luglio del 1961 allo stadio Flaminio di Roma contro l’Arsenal Maddalena e che fu vinta per una rete a zero grazie al gol messo asegno da Luciano Cerutti. «Era – lo ricorda con affetto l’amico e coetaneo geometra Elio Zanotti – un bravo calciatore, attaccatissimo alla maglia rossoblù, amato dalla tifoseria che era disposta a perdonargli i pochi errori che commetteva in campo. Sicuramente avrebbe meritato di giocare anche in categorie superiori se non fosse stato un po’ frenato dalla mamma che per lui avrebbe probabilmente sognato una carriera fuori dagli stadi». Così dopo quella esaltante esperienza a Borgomanero decise di “appendere le scarpe al chiodo”. Nel frattempo aveva conseguito il diploma di geometra e trovò lavoro in un’impresa edile della zona dove rimase sino all’età della pensione. Negli ultimi anni le sue condizioni di salute, anche a seguito delle ferite riportate tempo addietro in un incidente stradale, erano peggiorate rendendosi necessari diversi ricoveri.La foto (tratta dall’archivio Panizza) che pubblichiamo lo ritrae (quarto da sinistra verso destra in piedi) nella formazione vincitrice del Campionato 1960/1961. Sono riconoscibili in piedi da sinistra verso destra Accornero, Nosari, Torno, Cesario, il portiere Landoni, Tarlao, Moroni. In basso Cerutti, Uglietti, Grasso, Erbetta.

Carlo Panizza

Seguici sui nostri canali