Addio ai “furbetti” dell’assicurazione

Addio ai “furbetti” dell’assicurazione
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Pare proprio calato il sipario sui “furbetti dell’assicurazione”, ovvero quelli che circolano con l’auto priva (oppure col tagliando contraffatto) della obbligatoria polizza. Che non sono pochi, in media quasi il 10% degli automobilisti: secondo gli ultimi dati dell'Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), sono quasi 4 milioni i veicoli “fantasma”. In caso di incidente, c’è dunque una possibilità su 10 di avere a che fare con qualcuno che non è coperto da assicurazione (con conseguenti annessi e connessi). In quel caso, poi, è quasi impossibile ottenere risarcimenti (si può sperare nel “Fondo di garanzia per le vittime della strada”, gestito dal Consap e alimentato da tutti gli assicurati regolari, con un contributo obbligatorio del 2,5% del premio stesso). 

La sola Polizia stradale l’anno scorso in provincia di Novara ha accertato 465 infrazioni in materia: 36 riguardavano detenzione e uso di atti falsi (cioè tagliandini contraffatti), con conseguente denuncia penale. Le sole multe variano da 841 a 3.287 euro, con tanto di sequestro del mezzo. Numeri strabilianti, perché ad essi vanno aggiunti quelli dei Carabinieri, delle Polizie municipali, delle Fiamme gialle… 

Ma la “festa” è finita, visto che dallo scorso 18 ottobre le Forze dell'ordine verificano se il numero di targa è presente nella banca dati dei veicoli assicurati istituita presso la Motorizzazione Civile, direttamente nel corso del controllo su strada o su segnalazione dei dispositivi elettronici di rilevazione a distanza come autovelox, tutor, telepass e anche telecamere Ztl (non appena verrà approvata la norma che li omologa a questi fini). Dal 18 ottobre non si deve più esporre sul parabrezza il contrassegno assicurativo perché il controllo della copertura viene appunto ora effettuato attraverso la verifica della targa (ma rimane obbligatorio tenere a bordo del veicolo il certificato di assicurazione, ovvero il documento che dimostra la regolarità della copertura, fondamentale sia in caso di incidente per lo scambio di informazioni tra i guidatori coinvolti sia per circolare all’estero). Un decisivo passo avanti in termini di legalità e sicurezza. Con i controlli elettronici sarà quasi impossibile circolare sprovvisti di assicurazione senza essere “beccati”. Spiegano all’Ania: «Ora ogni volta che viene stipulata una nuova polizza o viene rinnovata, la compagnia deve inviare le informazioini alla banca dati delle coperture assicurative da noi creata e denominata Siva. Dal sistema Siva le informazioni confluiscono nel data base della Motorizzazione civile che contiene i dati sui veicoli immatricolati. L’incrocio delle informazioni contenute nelle due banche dati consente alle Forze dell’ordine di sapere, in tempo reale, chi è regolarmente assicurato e chi invece è sprovvisto di assicurazione». 

In questi giorni le compagnie continuano a rilasciare il tagliandino che come detto non è più obbligatorio esporre, ma presto sparirà del tutto.

Paolo Viviani

Pare proprio calato il sipario sui “furbetti dell’assicurazione”, ovvero quelli che circolano con l’auto priva (oppure col tagliando contraffatto) della obbligatoria polizza. Che non sono pochi, in media quasi il 10% degli automobilisti: secondo gli ultimi dati dell'Ania (Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), sono quasi 4 milioni i veicoli “fantasma”. In caso di incidente, c’è dunque una possibilità su 10 di avere a che fare con qualcuno che non è coperto da assicurazione (con conseguenti annessi e connessi). In quel caso, poi, è quasi impossibile ottenere risarcimenti (si può sperare nel “Fondo di garanzia per le vittime della strada”, gestito dal Consap e alimentato da tutti gli assicurati regolari, con un contributo obbligatorio del 2,5% del premio stesso). 

La sola Polizia stradale l’anno scorso in provincia di Novara ha accertato 465 infrazioni in materia: 36 riguardavano detenzione e uso di atti falsi (cioè tagliandini contraffatti), con conseguente denuncia penale. Le sole multe variano da 841 a 3.287 euro, con tanto di sequestro del mezzo. Numeri strabilianti, perché ad essi vanno aggiunti quelli dei Carabinieri, delle Polizie municipali, delle Fiamme gialle… 

Ma la “festa” è finita, visto che dallo scorso 18 ottobre le Forze dell'ordine verificano se il numero di targa è presente nella banca dati dei veicoli assicurati istituita presso la Motorizzazione Civile, direttamente nel corso del controllo su strada o su segnalazione dei dispositivi elettronici di rilevazione a distanza come autovelox, tutor, telepass e anche telecamere Ztl (non appena verrà approvata la norma che li omologa a questi fini). Dal 18 ottobre non si deve più esporre sul parabrezza il contrassegno assicurativo perché il controllo della copertura viene appunto ora effettuato attraverso la verifica della targa (ma rimane obbligatorio tenere a bordo del veicolo il certificato di assicurazione, ovvero il documento che dimostra la regolarità della copertura, fondamentale sia in caso di incidente per lo scambio di informazioni tra i guidatori coinvolti sia per circolare all’estero). Un decisivo passo avanti in termini di legalità e sicurezza. Con i controlli elettronici sarà quasi impossibile circolare sprovvisti di assicurazione senza essere “beccati”. Spiegano all’Ania: «Ora ogni volta che viene stipulata una nuova polizza o viene rinnovata, la compagnia deve inviare le informazioini alla banca dati delle coperture assicurative da noi creata e denominata Siva. Dal sistema Siva le informazioni confluiscono nel data base della Motorizzazione civile che contiene i dati sui veicoli immatricolati. L’incrocio delle informazioni contenute nelle due banche dati consente alle Forze dell’ordine di sapere, in tempo reale, chi è regolarmente assicurato e chi invece è sprovvisto di assicurazione». 

In questi giorni le compagnie continuano a rilasciare il tagliandino che come detto non è più obbligatorio esporre, ma presto sparirà del tutto.

Paolo Viviani

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