Ahmad, ieri la seconda udienza

Ahmad, ieri la seconda udienza
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Sulla vicenda di Ahmadreza Djalali, il quarantaseienne ricercatore iraniano incarcerato dall’aprile dello scorso anno dalle autorità di Teheran con l’accusa di spionaggio, nessuna apparente novità. O meglio (forse) due… «Quella sotto certi aspetti positiva - ci ha detto il senatore Luigi Manconi poco prima di concedersi alla platea novarese per la presentazione del suo libro "Non sono razzista ma" - è che per la giornata di domani (domenica, ndr) nella capitale iraniana è stata calendarizzata la seconda udienza del processo. Di negativo dobbiamo prendere invece atto che della prima, tenutasi ormai quasi due mesi fa, non abbiamo saputo ancora nulla». Per Manconi continua a «persistere dunque questa situazione di totale “assenza” di comunicazione. Possiamo solo avere ogni tanto qualche notizia proveniente dalla moglie di Djalali, ma per il resto siamo costretti a muoverci con grande difficoltà, oserei dire a tentoni. Si tratta di un dibattimento che per sua natura si svolge in un clima di assoluta “riservatezza” tale di risultare quasi segreto».
Sempre ieri il presidente della Commissione Diritti umani di Palazzo Madama insieme alla collega novarese Elena Ferrara ha avuto modo di incontrare anche Ambra Barco, del comitato “#SaveAhmad”, che si sta mobilitando a livello internazionale per la scarcerazione del ricercatore: «Confidiamo nella sua personalità e nelle sue profonde competenze professionali e relazionali - ha aggiunto - Djalali è una figura importante per tutti. Però dobbiamo riscontrare un vuoto assoluto attorno a questo processo. Vediamo cosa potrà accadere nei prossimi giorni. Solo dopo questa seconda udienza potremo fare il punto della situazione e valutare quali altre iniziative intraprendere».

Luca Mattioli

Sulla vicenda di Ahmadreza Djalali, il quarantaseienne ricercatore iraniano incarcerato dall’aprile dello scorso anno dalle autorità di Teheran con l’accusa di spionaggio, nessuna apparente novità. O meglio (forse) due… «Quella sotto certi aspetti positiva - ci ha detto il senatore Luigi Manconi poco prima di concedersi alla platea novarese per la presentazione del suo libro "Non sono razzista ma" - è che per la giornata di domani (domenica, ndr) nella capitale iraniana è stata calendarizzata la seconda udienza del processo. Di negativo dobbiamo prendere invece atto che della prima, tenutasi ormai quasi due mesi fa, non abbiamo saputo ancora nulla». Per Manconi continua a «persistere dunque questa situazione di totale “assenza” di comunicazione. Possiamo solo avere ogni tanto qualche notizia proveniente dalla moglie di Djalali, ma per il resto siamo costretti a muoverci con grande difficoltà, oserei dire a tentoni. Si tratta di un dibattimento che per sua natura si svolge in un clima di assoluta “riservatezza” tale di risultare quasi segreto».
Sempre ieri il presidente della Commissione Diritti umani di Palazzo Madama insieme alla collega novarese Elena Ferrara ha avuto modo di incontrare anche Ambra Barco, del comitato “#SaveAhmad”, che si sta mobilitando a livello internazionale per la scarcerazione del ricercatore: «Confidiamo nella sua personalità e nelle sue profonde competenze professionali e relazionali - ha aggiunto - Djalali è una figura importante per tutti. Però dobbiamo riscontrare un vuoto assoluto attorno a questo processo. Vediamo cosa potrà accadere nei prossimi giorni. Solo dopo questa seconda udienza potremo fare il punto della situazione e valutare quali altre iniziative intraprendere».

Luca Mattioli

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