Alessandra Aina è il primo direttore donna al conservatorio Cantelli
"Le famiglie degli studenti debbono credere che si può vivere di musica: io ne sono esempio"
Prima donna a dirigere il conservatorio Cantelli (e lo definisce una «bella conquista»), innamorata della musica, dell’insegnamento e del conservatorio stesso, Alessandra Aina parla con gli occhi e con il sorriso.
L'ha intervistata il settimanale NovaraOggi. Nella foto Aina con il direttore uscente Politi.
In carica dal 1º novembre
Il suo incarico sarà ufficiale il 1º novembre e succederà a Roberto Politi, di cui è stata per sei anni la vice. Una nomina nel segno della continuità, «perché abbiamo condiviso, siamo amici, ho imparato quello che occorre fare e quello che non si deve. Non ho la presunzione di aggiungere chissà quali innovazioni, ma vorrei incrementare i collegamenti con le scuole novaresi sia in termini di spazi da condividere sia in termini di rete per creare opportunità per i nostri allievi a cui dobbiamo pensare anche dopo la laurea».
Dopo la nomina la soddisfazione di ricevere messaggi di complimenti da allievi e colleghi «non così scontati» e l’intenzione di guardare avanti, oltre l’orizzonte percepito, essere «il direttore di tutti, soprattutto di quelli che non mi hanno votato, conquistando la loro fiducia. Dedico questa nomina a mio padre, mancato tre anni fa, dal quale spero di aver appreso la disciplina e la semplicità, doti fondamentali per un musicista».
Il Cantelli oggi
Il Cantelli oggi ha circa 400 studenti e Aina riprende la definizione di una pianista napoletana: «E’ luogo d’artigianato d’élite». Si impara viso a viso, con lezioni singole e poche collettive, il maestro diviene mentore ed esempio, tanto da essere “seguito” anche in migrazioni geografiche importanti: a Novara risiede una «colonia» sicula, perché il passaparola sull’eccellenza dei docenti funziona.
«Le famiglie degli studenti debbono credere che si può vivere di musica: io ne sono esempio - spiega - Per me la musica è la vita. Mia sorella aveva iniziato a suonare il pianoforte, poi ha scelto un’altra strada. Avevo lo strumento a casa, ci ho messo le mani e non l’ho più lasciato. Dal ‘99 insegno a Novara solfeggio, grazie alla musica ho conosciuto mio marito (perché ci si capisce, si parla la stessa lingua) che qui è docente di piano, e la nostra unica figlia si sta per laureare in violoncello. Il mondo fuori è spietato ma chi è bravo può farcela, bisogna avere una forte passione».
Formazione, apertura alla città e internazionalizzazione sono le basi del Cantelli che con Aina punta a una «fusione» con la Cina da dove arrivano richieste sempre più numerose: «Si lavora bene, conosciamo i nostri ragazzi per nome: non sono numeri di matricola o crediti. Siamo una famiglia».
I lavori di ristrutturazione
Una famiglia che si allarga e chiede più spazio: «Dovrebbero iniziare i lavori di ristrutturazione, partendo dalla facciata, ma quando si arriverà agli spazi interni saranno necessari dei sacrifici e degli spostamenti e saranno fondamentali le collaborazioni con gli enti esterni per ricavare aule. Già ne abbiamo di preziose, come quella della Fondazione Coccia che ospita i nostri due concerti sinfonici con l’orchestra di 50 elementi. Possiamo, poi, usufruire del Castello per delle prove, ma vorremmo ampliare i contatti, anche incrementando gli open day, parlando con l’utenza giovane».
Si punta soprattutto ai giovani
Le proposte del conservatorio, dai Concerti del sabato al Festival fiati ai concerti sul territorio al Rossini Lab col Coccia, sono numerose ma il desiderio è quello di aprirsi all’utenza giovane ai potenziali nuovi allievi, anche con più open day, per essere competitivi rispetto a Milano e attrattivi.
A settembre debutterà «Pianovarafestival» per valorizzare anche questo dipartimento e poi «Cantellit» una formazione modulabile dall’orchestra sinfonica per proposte variegate. «L’orchestra è fondamentale perché si imparano il rispetto, la convivenza, il respirare insieme, lo svettare quando serve. La nostra orchestra, e il suo direttore, sono il nostro orgoglio». Lo studio al conservatorio è incentrato sul repertorio classico le due classi di Composizione si affacciano al contemporaneo anche un un festival che quest’anno sarà tra novembre e dicembre «Autunno contemporaneo» appunto.
Il conservatorio non è un sistema rigido; occorre ascoltare, intercettare il talento e crescerlo, senza creare illusioni o false speranze, ricordando come sia possibile la doppia scolarità (un liceo o un istituto professionale e il conservatorio). «Il mio sogno è quello di realizzare i sogni dei ragazzi» conclude Aina. Quei sogni che stanno portando gli allievi novaresi a suonare e distinguersi in tutto il mondo.