Asl No: i distretti territoriali saranno tre

Asl No: i distretti territoriali saranno tre
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NOVARA - «Il messaggio che vorremo passasse tra gli utenti è che, nonostante la “revisione” gestionale della nostra azienda, nessun servizio sanitario verrà meno e saranno garantiti – e in alcuni casi arricchiti - gli attuali livelli assistenziali».

E’ la premessa fatta dal dottor Adriano Giacoletto, Direttore generale dell’Asl No, che il 21 settembre (dopo la presentazione all’Assemblea dei sindaci) ha adottato il proprio Atto aziendale, «un documento – ha spiegato il dottor Giacoletto – di programmazione per disciplinare la nostra organizzazione e definire le funzioni e le competenze delle varie Strutture. Entro la fine di ottobre l’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ci farà sapere quali sono le modifiche e gli emendamenti ritenuti necessari prima di sottoporre il documento all’analisi da parte del Ministero della Salute. E con la fine dell’anno dovremmo avere le linee guida definitive del nostro Atto».

Da un punto di vista organizzativo, «sulla base delle indicazioni che sono arrivate dalla Regione», se da una parte si assiste a una “rivoluzione numerica” di alcune Strutture («alcune delle quali “tagliate”, ma che – ha rimarcato il dottor Giacoletto – con la riorganizzazione e l’istituzione di nuovi servizi portano, di fatto, a un saldo zero per la nostra Azienda e sicuramente non a un passivo»), dall’altra si avranno «un aumento delle offerte e una valorizzazione dei Distretti e dell’integrazione tra ospedale e territorio».

La novità più significativa è quella del nuovo disegno dei Distretti territoriali, che diventeranno tre: Novara città (con centocinquemila utenti), Area Nord (con centocinquantacinquemila utenti e con sedi ad Arona e Borgomanero) e area Sud (con novantamilaquattrocento utenti e sede a Trecate). Una decisione che sembrerebbe essere stata «accettata di buon grado dai sindaci durante l’Assemblea di presentazione dell’Atto aziendale», nonostante qualche prevedibile osservazione sulla dislocazione delle sedi rispetto a quella attuale.

In questo senso sono stati rivisti anche i Dipartimenti aziendali, che sono passati da nove a sette. «Di fatto – ha spiegato il Direttore generale dell’Asl No – sono stati eliminati un Dipartimento di tipo amministrativo e uno che aveva competenze miste, alcune delle quali ti tipo sanitario “assorbite” altrove. Vengono mantenuti i Dipartimenti territoriali che si occupano dei settori prevenzione, materno-infantile, salute mentale e dipendenze e tre Dipartimenti di tipo ospedaliero, ovvero Dea, Chirurgia e Diagnostica e Servizi. Inoltre, insieme con le altre Asl del nostro quadrante si è lavorato in sinergia per creare ulteriori servizi e nuovi Dipartimenti interaziendali e funzionali: Medicina dei Laboratori, Dipartimento del Farmaco, Medicina riabilitativa, quest’ultima svolta insieme con la collaborazione delle strutture degli erogatori privati accreditati».

Le Strutture complesse sono scese da quarantacinque a quaranta, «un passaggio – ha ricordato il dottor Giacoletto – già annunciato dalla Regione quando si era proceduto con la definizione della nuova rete ospedaliera e della nuova rete territoriale: la prima è, come detto, quella della contrazione del numero dei Distretti, alla quale si aggiungono quella della Struttura di Gastroenterologia dell’Ospedale “Santissima Trinità” di Borgomanero, il Laboratorio d’analisi, il Recupero e la Rieducazione funzionale e un Servizio veterinario dell’Area C. Si guadagna però la Medicina e Chirurgia d’urgenza e, fatto che penso stia a cuore all’utenza, vengono comunque mantenuti gli attuali servizi e i livelli di assistenza».

La contrazione più significativa è quella che riguarda le Strutture semplici e/o a valenza dipartimentale che passano, nel nuovo Atto aziendale, da settantaquattro a cinquantuno. «In realtà – ha puntualizzato il Direttore generale dell’Asl No – si tratta di Strutture non attive o di fatto vacanti che, alla fine, vanificano in un certo senso il significato del valore numerico: il taglio, in effetti, non è tale, ma va letto piuttosto come una riprogrammazione dei servizi».

Insieme con questi provvedimenti «e in un clima di controtendenza rispetto al trend attuale nel mondo della Sanità», l’Asl No ha previsto «la creazione di nuovi posti letto per garantire la continuità assistenziale sanitaria, sia nell’Area Nord presso il Cap di Arona (in tutto otto posti letto, ndr) per dare una risposta positiva alla carenza e decongestionare l’ospedale di Borgomanero, sia anche, con il nuovo anno, nell’Area Sud per alleggerire il carico dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara. Non cade, poi, l’obiettivo di creare al più presto un hospice nel Distretto Nord».

Infine l’Atto aziendale dell’Asl No prevede nuove assunzioni. «Si tratta – ha concluso il dottor Giacoletto – di figure professionali dell’area medica e infermieristica che andranno a coprire i posti vacanti che i divieti di assunzione di questi ultimi anni hanno causato e che da parte del personale dell’Azienda hanno richiesto sforzi e sacrifici per garantire i livelli di assistenza».

Lalla Negri

NOVARA - «Il messaggio che vorremo passasse tra gli utenti è che, nonostante la “revisione” gestionale della nostra azienda, nessun servizio sanitario verrà meno e saranno garantiti – e in alcuni casi arricchiti - gli attuali livelli assistenziali».

E’ la premessa fatta dal dottor Adriano Giacoletto, Direttore generale dell’Asl No, che il 21 settembre (dopo la presentazione all’Assemblea dei sindaci) ha adottato il proprio Atto aziendale, «un documento – ha spiegato il dottor Giacoletto – di programmazione per disciplinare la nostra organizzazione e definire le funzioni e le competenze delle varie Strutture. Entro la fine di ottobre l’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte ci farà sapere quali sono le modifiche e gli emendamenti ritenuti necessari prima di sottoporre il documento all’analisi da parte del Ministero della Salute. E con la fine dell’anno dovremmo avere le linee guida definitive del nostro Atto».

Da un punto di vista organizzativo, «sulla base delle indicazioni che sono arrivate dalla Regione», se da una parte si assiste a una “rivoluzione numerica” di alcune Strutture («alcune delle quali “tagliate”, ma che – ha rimarcato il dottor Giacoletto – con la riorganizzazione e l’istituzione di nuovi servizi portano, di fatto, a un saldo zero per la nostra Azienda e sicuramente non a un passivo»), dall’altra si avranno «un aumento delle offerte e una valorizzazione dei Distretti e dell’integrazione tra ospedale e territorio».

La novità più significativa è quella del nuovo disegno dei Distretti territoriali, che diventeranno tre: Novara città (con centocinquemila utenti), Area Nord (con centocinquantacinquemila utenti e con sedi ad Arona e Borgomanero) e area Sud (con novantamilaquattrocento utenti e sede a Trecate). Una decisione che sembrerebbe essere stata «accettata di buon grado dai sindaci durante l’Assemblea di presentazione dell’Atto aziendale», nonostante qualche prevedibile osservazione sulla dislocazione delle sedi rispetto a quella attuale.

In questo senso sono stati rivisti anche i Dipartimenti aziendali, che sono passati da nove a sette. «Di fatto – ha spiegato il Direttore generale dell’Asl No – sono stati eliminati un Dipartimento di tipo amministrativo e uno che aveva competenze miste, alcune delle quali ti tipo sanitario “assorbite” altrove. Vengono mantenuti i Dipartimenti territoriali che si occupano dei settori prevenzione, materno-infantile, salute mentale e dipendenze e tre Dipartimenti di tipo ospedaliero, ovvero Dea, Chirurgia e Diagnostica e Servizi. Inoltre, insieme con le altre Asl del nostro quadrante si è lavorato in sinergia per creare ulteriori servizi e nuovi Dipartimenti interaziendali e funzionali: Medicina dei Laboratori, Dipartimento del Farmaco, Medicina riabilitativa, quest’ultima svolta insieme con la collaborazione delle strutture degli erogatori privati accreditati».

Le Strutture complesse sono scese da quarantacinque a quaranta, «un passaggio – ha ricordato il dottor Giacoletto – già annunciato dalla Regione quando si era proceduto con la definizione della nuova rete ospedaliera e della nuova rete territoriale: la prima è, come detto, quella della contrazione del numero dei Distretti, alla quale si aggiungono quella della Struttura di Gastroenterologia dell’Ospedale “Santissima Trinità” di Borgomanero, il Laboratorio d’analisi, il Recupero e la Rieducazione funzionale e un Servizio veterinario dell’Area C. Si guadagna però la Medicina e Chirurgia d’urgenza e, fatto che penso stia a cuore all’utenza, vengono comunque mantenuti gli attuali servizi e i livelli di assistenza».

La contrazione più significativa è quella che riguarda le Strutture semplici e/o a valenza dipartimentale che passano, nel nuovo Atto aziendale, da settantaquattro a cinquantuno. «In realtà – ha puntualizzato il Direttore generale dell’Asl No – si tratta di Strutture non attive o di fatto vacanti che, alla fine, vanificano in un certo senso il significato del valore numerico: il taglio, in effetti, non è tale, ma va letto piuttosto come una riprogrammazione dei servizi».

Insieme con questi provvedimenti «e in un clima di controtendenza rispetto al trend attuale nel mondo della Sanità», l’Asl No ha previsto «la creazione di nuovi posti letto per garantire la continuità assistenziale sanitaria, sia nell’Area Nord presso il Cap di Arona (in tutto otto posti letto, ndr) per dare una risposta positiva alla carenza e decongestionare l’ospedale di Borgomanero, sia anche, con il nuovo anno, nell’Area Sud per alleggerire il carico dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara. Non cade, poi, l’obiettivo di creare al più presto un hospice nel Distretto Nord».

Infine l’Atto aziendale dell’Asl No prevede nuove assunzioni. «Si tratta – ha concluso il dottor Giacoletto – di figure professionali dell’area medica e infermieristica che andranno a coprire i posti vacanti che i divieti di assunzione di questi ultimi anni hanno causato e che da parte del personale dell’Azienda hanno richiesto sforzi e sacrifici per garantire i livelli di assistenza».

Lalla Negri

 

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