C’era una volta a Oleggio una scuola senza nome

C’era una volta a Oleggio una scuola senza nome
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OLEGGIO - «C’era una volta una scuola, aveva sedie e banchi, aule disegnate, lavagne (persino le Lim), alunni (99 in questo anno scolastico) e maestre. Aveva proprio tutto, le mancava solo un nome. Un giorno qualcuno decise che quel nome doveva avercelo: Caterina Rina Palestrini - così la dirigente scolastica dell’istituto Verjus Daniela Rossi ha aperto la mattinata dedicata all’intitolazione della scuola primaria adiacente alla scuola media sabato 19 novembre – Sono contenta di condividere con tutti un momento così importante». Al suo fianco il sindaco Massimo Marcassa, il vice sindaco Andrea Baldassini, l’assessore all’istruzione Annalisa Bonini, la senatrice Elena Ferrara, Jacopo Colombo del Museo Civico che ha suggerito l’intitolazione alla Palestrini, Vandone del Consiglio d’istituto e Porcu, del Comitato Genitori. «E’ un giorno di festa – ha detto il primo cittadino – dopo tanti anni siamo riusciti ad avere il riconoscimento dovuto a questa scuola», prima distaccamento della scuola delle Fornaci. «Compito delle Amministrazioni in questi anni chiedere il riconoscimento sempre e finalmente, quando è arrivata la comunicazione, ci siamo stupiti anche noi. Ora che si parla di ridimensionamento, Oleggio arriva ad avere un nuovo plesso e a vedere accettata la richiesta di continuare per il prossimo anno la distinzione tra le due autonomie». Anche per la senatrice oleggese un giorno di festa, ritornare nella scuola dove per tanti anni ha insegnato e vedere che, dopo tanto tempo, anche la primaria riceve un’intitolazione non può che essere di grande soddisfazione e, per l’occasione, da parte sua, alcuni nuovi strumenti alla sezione musicale delle scuole medie. «Sono convinta che per insegnanti e bambini sia importante avere una propria identità, un vanto per questa scuola». 
Nelle aule della scuola poi, in occasione della giornata, una mostra dedicata a Rina Palestrini e sulle pareti dei corridoi gli scatti in bianco e nero dei bambini che ogni giorno vivono la scuola stessa. 
Silvia Biasio 

OLEGGIO - «C’era una volta una scuola, aveva sedie e banchi, aule disegnate, lavagne (persino le Lim), alunni (99 in questo anno scolastico) e maestre. Aveva proprio tutto, le mancava solo un nome. Un giorno qualcuno decise che quel nome doveva avercelo: Caterina Rina Palestrini - così la dirigente scolastica dell’istituto Verjus Daniela Rossi ha aperto la mattinata dedicata all’intitolazione della scuola primaria adiacente alla scuola media sabato 19 novembre – Sono contenta di condividere con tutti un momento così importante». Al suo fianco il sindaco Massimo Marcassa, il vice sindaco Andrea Baldassini, l’assessore all’istruzione Annalisa Bonini, la senatrice Elena Ferrara, Jacopo Colombo del Museo Civico che ha suggerito l’intitolazione alla Palestrini, Vandone del Consiglio d’istituto e Porcu, del Comitato Genitori. «E’ un giorno di festa – ha detto il primo cittadino – dopo tanti anni siamo riusciti ad avere il riconoscimento dovuto a questa scuola», prima distaccamento della scuola delle Fornaci. «Compito delle Amministrazioni in questi anni chiedere il riconoscimento sempre e finalmente, quando è arrivata la comunicazione, ci siamo stupiti anche noi. Ora che si parla di ridimensionamento, Oleggio arriva ad avere un nuovo plesso e a vedere accettata la richiesta di continuare per il prossimo anno la distinzione tra le due autonomie». Anche per la senatrice oleggese un giorno di festa, ritornare nella scuola dove per tanti anni ha insegnato e vedere che, dopo tanto tempo, anche la primaria riceve un’intitolazione non può che essere di grande soddisfazione e, per l’occasione, da parte sua, alcuni nuovi strumenti alla sezione musicale delle scuole medie. «Sono convinta che per insegnanti e bambini sia importante avere una propria identità, un vanto per questa scuola». 
Nelle aule della scuola poi, in occasione della giornata, una mostra dedicata a Rina Palestrini e sulle pareti dei corridoi gli scatti in bianco e nero dei bambini che ogni giorno vivono la scuola stessa. 
Silvia Biasio 

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