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Che fare del Castello? Lo deciderà la città
NOVARA - Il terzo appuntamento con il tour nei cantieri cittadini, nel pomeriggio di ieri, ha esaminato, con il sindaco Andrea Ballaré, il vice Nicola Fonzo, l’assessore alla Cultura Paola Turchelli e il direttore dei lavori, architetto Mauro Grimaldi, lo stato dei lavori del Castello, sicuramente una delle opere pubbliche più importanti, sotto tutti gli aspetti. Un restauro che porterà alla fruizione da parte dei novaresi, come ha voluto sottolineare Ballaré, «di uno dei fiori all’occhiello del nostro patrimonio»
Come altri, anche questo intervento, ha proseguito il primo cittadino, «dovrà essere riveduto nella sua impostazione. Tutti questi recuperi erano nati con certe logiche oggi non più esistenti e superate, anche dal punto di vista economico e finanziario. Nella sostanza, si immaginavano delle cose che oggi non si possono più realizzare». Tuttavia il “nuovo” Castello sarà un contenitore multifunzionale: «Ci sono dei punti fissi del precedente progetto che saranno mantenuti come il Museo archeologico, ma il contenitore dovrà essere in grado di supplire ad alcune carenze dal punto di vista degli spazi espositivi, oggi limitati al Broletto».
L’idea dell’attuale Amministrazione, secondo Ballaré, «sarà comunque quella di confrontarci con la città. Troveremo un momento durante il quale pensiamo prima di tutto di “raccontare” ai novaresi questo progetto, ai molti ancora sconosciuto: un cantiere come questo deve essere partecipato, vissuto, compreso e costruito insieme a tutti». Con l’obiettivo finale di aprire il più possibile il Castello anche prima della conclusione dei lavori, per fare comprendere alla gente che cosa si sta realizzando, con i presupposti di oggi: «Questa realtà, come altre, dovrà avere i mezzi per stare in piedi da sola. Non è possibile pensare che possa in futuro pesare sul Bilancio del Comune».
Luca Mattioli
Come altri, anche questo intervento, ha proseguito il primo cittadino, «dovrà essere riveduto nella sua impostazione. Tutti questi recuperi erano nati con certe logiche oggi non più esistenti e superate, anche dal punto di vista economico e finanziario. Nella sostanza, si immaginavano delle cose che oggi non si possono più realizzare». Tuttavia il “nuovo” Castello sarà un contenitore multifunzionale: «Ci sono dei punti fissi del precedente progetto che saranno mantenuti come il Museo archeologico, ma il contenitore dovrà essere in grado di supplire ad alcune carenze dal punto di vista degli spazi espositivi, oggi limitati al Broletto».
L’idea dell’attuale Amministrazione, secondo Ballaré, «sarà comunque quella di confrontarci con la città. Troveremo un momento durante il quale pensiamo prima di tutto di “raccontare” ai novaresi questo progetto, ai molti ancora sconosciuto: un cantiere come questo deve essere partecipato, vissuto, compreso e costruito insieme a tutti». Con l’obiettivo finale di aprire il più possibile il Castello anche prima della conclusione dei lavori, per fare comprendere alla gente che cosa si sta realizzando, con i presupposti di oggi: «Questa realtà, come altre, dovrà avere i mezzi per stare in piedi da sola. Non è possibile pensare che possa in futuro pesare sul Bilancio del Comune».
Luca Mattioli
Leggi l'articolo integrale sul Corriere di Novara di giovedì 12 febbraio 2015
NOVARA - Il terzo appuntamento con il tour nei cantieri cittadini, nel pomeriggio di ieri, ha esaminato, con il sindaco Andrea Ballaré, il vice Nicola Fonzo, l’assessore alla Cultura Paola Turchelli e il direttore dei lavori, architetto Mauro Grimaldi, lo stato dei lavori del Castello, sicuramente una delle opere pubbliche più importanti, sotto tutti gli aspetti. Un restauro che porterà alla fruizione da parte dei novaresi, come ha voluto sottolineare Ballaré, «di uno dei fiori all’occhiello del nostro patrimonio»
Come altri, anche questo intervento, ha proseguito il primo cittadino, «dovrà essere riveduto nella sua impostazione. Tutti questi recuperi erano nati con certe logiche oggi non più esistenti e superate, anche dal punto di vista economico e finanziario. Nella sostanza, si immaginavano delle cose che oggi non si possono più realizzare». Tuttavia il “nuovo” Castello sarà un contenitore multifunzionale: «Ci sono dei punti fissi del precedente progetto che saranno mantenuti come il Museo archeologico, ma il contenitore dovrà essere in grado di supplire ad alcune carenze dal punto di vista degli spazi espositivi, oggi limitati al Broletto».
L’idea dell’attuale Amministrazione, secondo Ballaré, «sarà comunque quella di confrontarci con la città. Troveremo un momento durante il quale pensiamo prima di tutto di “raccontare” ai novaresi questo progetto, ai molti ancora sconosciuto: un cantiere come questo deve essere partecipato, vissuto, compreso e costruito insieme a tutti». Con l’obiettivo finale di aprire il più possibile il Castello anche prima della conclusione dei lavori, per fare comprendere alla gente che cosa si sta realizzando, con i presupposti di oggi: «Questa realtà, come altre, dovrà avere i mezzi per stare in piedi da sola. Non è possibile pensare che possa in futuro pesare sul Bilancio del Comune».
Luca Mattioli
Come altri, anche questo intervento, ha proseguito il primo cittadino, «dovrà essere riveduto nella sua impostazione. Tutti questi recuperi erano nati con certe logiche oggi non più esistenti e superate, anche dal punto di vista economico e finanziario. Nella sostanza, si immaginavano delle cose che oggi non si possono più realizzare». Tuttavia il “nuovo” Castello sarà un contenitore multifunzionale: «Ci sono dei punti fissi del precedente progetto che saranno mantenuti come il Museo archeologico, ma il contenitore dovrà essere in grado di supplire ad alcune carenze dal punto di vista degli spazi espositivi, oggi limitati al Broletto».
L’idea dell’attuale Amministrazione, secondo Ballaré, «sarà comunque quella di confrontarci con la città. Troveremo un momento durante il quale pensiamo prima di tutto di “raccontare” ai novaresi questo progetto, ai molti ancora sconosciuto: un cantiere come questo deve essere partecipato, vissuto, compreso e costruito insieme a tutti». Con l’obiettivo finale di aprire il più possibile il Castello anche prima della conclusione dei lavori, per fare comprendere alla gente che cosa si sta realizzando, con i presupposti di oggi: «Questa realtà, come altre, dovrà avere i mezzi per stare in piedi da sola. Non è possibile pensare che possa in futuro pesare sul Bilancio del Comune».
Luca Mattioli
Leggi l'articolo integrale sul Corriere di Novara di giovedì 12 febbraio 2015