Chiuso l’Emporio solidale di via Oxilia: “Troppe spese”
NOVARA, Ha chiuso lo scorso 31 dicembre l’Emporio solidale di via Oxilia. La struttura, inaugurata il 23 gennaio 2016 in occasione della festa patronale, alla presenza del vescovo e di molte autorità, era stata allestita dalla Caritas diocesana per dare una mano a famiglie in difficoltà. A essere aiutati, una trentina di nuclei famigliari, indicati dai vari Centri d’ascolto presenti in città. Chi si recava a fare spesa all’Emporio poteva fare acquisti non con i soldi, ma con tessere magnetiche con una serie di punti (definiti ‘pani e pesci’; un litro di olio, ad esempio, al mini-market di via Oxilia, costava 115 ‘pani e pesci’). Un progetto nuovo per il Novarese e che puntava anche a seguire, con i volontari, le famiglie negli acquisti e nell’uso dei ‘pani e pesci’ caricati sulla tessera. Mirava, soprattutto, a insegnare alle famiglie come gestire quanto avevano a disposizione.
«E’ stato chiuso – rileva don Giorgio Borroni, direttore della Caritas – per ragioni di natura economica. Abbiamo dovuto fare i conti con i numeri, con la realtà di spese di notevole entità. Per 30 famiglie seguite, tra l’affitto del locale, che non era nostro, una persona stipendiata e l’acquisto dei prodotti da mettere sugli scaffali, in un anno arrivavamo a spendere 100mila euro». La Caritas diocesana, però, non lascerà sole le famiglie che erano seguite dall’Emporio e così ha dato vita a un altro progetto, ossia “Adotta una famiglia”, che partirà a marzo.
mo.c.
Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola
NOVARA, Ha chiuso lo scorso 31 dicembre l’Emporio solidale di via Oxilia. La struttura, inaugurata il 23 gennaio 2016 in occasione della festa patronale, alla presenza del vescovo e di molte autorità, era stata allestita dalla Caritas diocesana per dare una mano a famiglie in difficoltà. A essere aiutati, una trentina di nuclei famigliari, indicati dai vari Centri d’ascolto presenti in città. Chi si recava a fare spesa all’Emporio poteva fare acquisti non con i soldi, ma con tessere magnetiche con una serie di punti (definiti ‘pani e pesci’; un litro di olio, ad esempio, al mini-market di via Oxilia, costava 115 ‘pani e pesci’). Un progetto nuovo per il Novarese e che puntava anche a seguire, con i volontari, le famiglie negli acquisti e nell’uso dei ‘pani e pesci’ caricati sulla tessera. Mirava, soprattutto, a insegnare alle famiglie come gestire quanto avevano a disposizione.
«E’ stato chiuso – rileva don Giorgio Borroni, direttore della Caritas – per ragioni di natura economica. Abbiamo dovuto fare i conti con i numeri, con la realtà di spese di notevole entità. Per 30 famiglie seguite, tra l’affitto del locale, che non era nostro, una persona stipendiata e l’acquisto dei prodotti da mettere sugli scaffali, in un anno arrivavamo a spendere 100mila euro». La Caritas diocesana, però, non lascerà sole le famiglie che erano seguite dall’Emporio e così ha dato vita a un altro progetto, ossia “Adotta una famiglia”, che partirà a marzo.
mo.c.
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