Cinghiali, non solo battute di caccia: «Azione a 360 gradi»

Cinghiali, non solo battute di caccia: «Azione a 360 gradi»
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Una stima precisa sulle presenze dei cinghiali nei territori del Novarese non è stato possibile farla. Troppe sarebbero le risorse da mettere in campo. Risorse che è più opportuno investire nel contenimento, dal momento che i numeri - anche senza un censimento dettagliato - sono comunque tali da suscitare allarme. Nel corso del 2016 sono stati circa 230 i capi abbattuti nelle battute organizzate da Polizia provinciale, Atc e Aziende faunistico-venatorie e Agri-turistico venatorie. E quest’anno, ad oggi, siamo già arrivati a 200 esemplari, solo nei territori che non sono inclusi nell’area del Parco del Ticino e del Lago Maggiore.
«Quello dei cinghiali - commenta il consigliere provinciale Stefano Zanzola, che da gennaio si sta occupando in modo specifico della questione - è un problema molto sentito in particolare dagli agricoltori, per i quali i danni provocati da questi ungulati rischiano di mettere a repentaglio l’intera produzione, ma non solo... Si parla anche di sicurezza stradale, visto il crescente numero di incidenti che si verificano, soprattutto nelle zone del Borgomanerese e dell’Ovest Ticino».
Dunque è sempre più necessario unire le forze e cercare di ottimizzare le risorse. «Per questa ragione, appena sono stato investito del problema - dice Zanzola -  ho cercato di incontrare le associazioni degli agricoltori, il Parco, gli Atc. Insomma, tutti i soggetti coinvolti, così da fare insieme il punto della situazione e, dopo aver raccolto tutte le istanze, elaborare un documento per richiedere alla Regione una serie di modifiche legislative condivise».
Laura Cavalli

Una stima precisa sulle presenze dei cinghiali nei territori del Novarese non è stato possibile farla. Troppe sarebbero le risorse da mettere in campo. Risorse che è più opportuno investire nel contenimento, dal momento che i numeri - anche senza un censimento dettagliato - sono comunque tali da suscitare allarme. Nel corso del 2016 sono stati circa 230 i capi abbattuti nelle battute organizzate da Polizia provinciale, Atc e Aziende faunistico-venatorie e Agri-turistico venatorie. E quest’anno, ad oggi, siamo già arrivati a 200 esemplari, solo nei territori che non sono inclusi nell’area del Parco del Ticino e del Lago Maggiore.
«Quello dei cinghiali - commenta il consigliere provinciale Stefano Zanzola, che da gennaio si sta occupando in modo specifico della questione - è un problema molto sentito in particolare dagli agricoltori, per i quali i danni provocati da questi ungulati rischiano di mettere a repentaglio l’intera produzione, ma non solo... Si parla anche di sicurezza stradale, visto il crescente numero di incidenti che si verificano, soprattutto nelle zone del Borgomanerese e dell’Ovest Ticino».
Dunque è sempre più necessario unire le forze e cercare di ottimizzare le risorse. «Per questa ragione, appena sono stato investito del problema - dice Zanzola -  ho cercato di incontrare le associazioni degli agricoltori, il Parco, gli Atc. Insomma, tutti i soggetti coinvolti, così da fare insieme il punto della situazione e, dopo aver raccolto tutte le istanze, elaborare un documento per richiedere alla Regione una serie di modifiche legislative condivise».
Laura Cavalli

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