«Città della salute, questione prioritaria»
NOVARA - «Caro Antonio, oggi ti trovi di fronte al timore dello “strapotere torinese” da parte del nostro territorio, che ha paura di essere messo in secondo piano: per noi la “Città della Salute” è una questione prioritaria. Ci auguriamo si giunga presto alla concretizzazione di questo progetto, che arriva dopo un’attesa troppo lunga».
Applausi sentiti e spontanei per il novarese Augusto Ferrari, assessore regionale alle Politiche sociali, che si è rivolto con queste parole al suo collega di Giunta, l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, nell’intervento fatto durante la cerimonia di inaugurazione della ristrutturazione della “camera calda” della Struttura complessa di Medicina nucleare, della ristrutturazione della Struttura complessa a direzione universitaria Cardiologia, del nuovo blocco operatorio modulare e microscopio chirurgico oftalmico e nuovo blocco operatorio dell’area materno-infantile dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara.
L’evento, al quale hanno partecipato numerose autorità civili e militari cittadine, oltre a rappresentanti del mondo accademico e ospedaliero novarese, si è tenuto ieri.
A fare gli onori di casa il direttore generale dell’Aou novarese Mario Minola, che ha ricordato come grazie agli ampliamenti e alle ristrutturazioni «l’Azienda raggiunga livelli di qualità tra i migliori attualmente esistenti, consolidando il suo ruolo di “Hub” di riferimento come centro di elevata tecnologia ed alta specializzazione del Piemonte Nord-Est, comprendente le province di Novara, Vercelli, Biella e Vco, per una popolazione di circa un milione di abitanti. Il costo degli interventi – ha spiegato il dottor Minola - ammonta a più di tre milioni di euro, quasi interamente coperti da finanziamenti regionali e progettati completamente dal servizio Tecnico Patrimoniale aziendale. Con queste riorganizzazioni intendiamo aumentare l’efficienza ma soprattutto l’efficacia nell’erogazione delle prestazioni di cura dell’Azienda. Si guarda al futuro e si pensa alla “Città della Salute”, ma nel frattempo dobbiamo continuare a restare competitivi e assicurare al territorio la miglior risposta possibile dal punto di vista sanitario». Il direttore generale dell’Aou ha inoltre annunciato che «prossimamente e fino all’autunno anche l’aula magna resterà chiusa perché sarà oggetto di un recupero che la restituirà all’uso rinnovata».
Il rettore Emanuel ha definito gli interventi «la tappa di una corsa il traguardo della quale è la “Città della Salute”, rispetto alla quale, da parte della Regione, pretendiamo un impegno e chiediamo di aiutarci con la mobilitazione dei propri Uffici affinchè si attivino presso il Ministero e le sedi competenti. Il tesoro che l’Università mette a disposizione è rappresentato non solo dai risultati ottenuti dai vari reparti, ma anche della ricerca scientifica e da quei dati di fonte ministeriale e delle Istituzioni che mettono la nostra Scuola di Medicina al primo posto in Italia. Purtroppo non bastano le competenze: per proseguire su questa strada sono necessarie le strutture e le infrastrutture».
Il vicesindaco Nicola Fonzo ha dal canto suo sottolineato che «la nostra Azienda ospedaliero-universitaria è una realtà sovraprovinciale e proprio per questo motivo la “Città della Salute”, tema molto sentito dai novaresi, rappresenta l’evoluzione e il futuro della nostra realtà sanitaria».
Tino Zampogna, consigliere comunale, ma presente in qualità di rappresentante della Provincia di Novara, ha commentato l’inaugurazione ricordando che «le nuove realizzazioni dell’Aou fanno guardare al futuro con una diversa prospettiva: ci auguriamo che la “Città della Salute” diventi una realtà all’interno della quale Ospedale e Università possano continuare a collaborare in maniera proficua».
Il Prefetto di Novara Francesco Paolo Castaldo ha messo in evidenza «la necessità di rendere l’Azienda vicina ai cittadini e in grado di assicurare assistenza sanitaria».
Anche l’assessore Saitta ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla Direzione dell’Aou novarese.« Rispetto alla mia ultima visita a Novara, la sanità piemontese comincia a intravedere la luce. Abbiamo predisposto una delibera improntata su azioni programmate per un’ottimizzazione delle risorse del territorio, puntando sulle politiche di quadrante, realtà in grado di coprire un ampio bacino di utenza: Novara ha di fatto questa caratteristica». Il bilancio del 2014 «chiuderà in pareggio: sono state “bruciate” le risorse accantonate per l’edilizia sanitaria, pari a centocinquanta milioni e si è ridotto il numero dei dipendenti, sostituiti con nuove assunzioni, circa seicento nella prima fase. Nelle sue analisi – ha proseguito – la Regione è stata giudicata credibile: abbiamo avuto da parte dello stato trasferimenti per otto miliardi di euro, subito “recintati” nella loro destinazione alla sanità, c’è stato lo sblocco delle risorse per ottantacinque milioni e a luglio potrebbero essere sbloccati altri fondi. Nel 2016 avremo una vera situazione del bilancio: allora potremo investire in tecnologie». L’assessore Saitta ha infine rassicurato i novaresi dicendo che «lo “strapotere torinese” è un falso timore: a Novara è stato fatto tutto per tempo, mentre a Torino siamo ancora fermi alla fase del protocollo d’intesa. La “Città della Salute” di Novara al momento è l’unica opera concretamente finanziabile».
Al termine l’assessore Saitta, accompagnato dal consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi e dal direttore dell’Asl No Emilio Iodice, ha visitato il Centro Integrato dei Servizi Sanitari Territoriali di viale Roma 7 durante il normale svolgimento delle attività sanitarie.
Lalla Negri
NOVARA - «Caro Antonio, oggi ti trovi di fronte al timore dello “strapotere torinese” da parte del nostro territorio, che ha paura di essere messo in secondo piano: per noi la “Città della Salute” è una questione prioritaria. Ci auguriamo si giunga presto alla concretizzazione di questo progetto, che arriva dopo un’attesa troppo lunga».
Applausi sentiti e spontanei per il novarese Augusto Ferrari, assessore regionale alle Politiche sociali, che si è rivolto con queste parole al suo collega di Giunta, l’assessore alla Sanità Antonio Saitta, nell’intervento fatto durante la cerimonia di inaugurazione della ristrutturazione della “camera calda” della Struttura complessa di Medicina nucleare, della ristrutturazione della Struttura complessa a direzione universitaria Cardiologia, del nuovo blocco operatorio modulare e microscopio chirurgico oftalmico e nuovo blocco operatorio dell’area materno-infantile dell’Azienda ospedaliero-universitaria “Maggiore della Carità” di Novara.
L’evento, al quale hanno partecipato numerose autorità civili e militari cittadine, oltre a rappresentanti del mondo accademico e ospedaliero novarese, si è tenuto ieri.
A fare gli onori di casa il direttore generale dell’Aou novarese Mario Minola, che ha ricordato come grazie agli ampliamenti e alle ristrutturazioni «l’Azienda raggiunga livelli di qualità tra i migliori attualmente esistenti, consolidando il suo ruolo di “Hub” di riferimento come centro di elevata tecnologia ed alta specializzazione del Piemonte Nord-Est, comprendente le province di Novara, Vercelli, Biella e Vco, per una popolazione di circa un milione di abitanti. Il costo degli interventi – ha spiegato il dottor Minola - ammonta a più di tre milioni di euro, quasi interamente coperti da finanziamenti regionali e progettati completamente dal servizio Tecnico Patrimoniale aziendale. Con queste riorganizzazioni intendiamo aumentare l’efficienza ma soprattutto l’efficacia nell’erogazione delle prestazioni di cura dell’Azienda. Si guarda al futuro e si pensa alla “Città della Salute”, ma nel frattempo dobbiamo continuare a restare competitivi e assicurare al territorio la miglior risposta possibile dal punto di vista sanitario». Il direttore generale dell’Aou ha inoltre annunciato che «prossimamente e fino all’autunno anche l’aula magna resterà chiusa perché sarà oggetto di un recupero che la restituirà all’uso rinnovata».
Il rettore Emanuel ha definito gli interventi «la tappa di una corsa il traguardo della quale è la “Città della Salute”, rispetto alla quale, da parte della Regione, pretendiamo un impegno e chiediamo di aiutarci con la mobilitazione dei propri Uffici affinchè si attivino presso il Ministero e le sedi competenti. Il tesoro che l’Università mette a disposizione è rappresentato non solo dai risultati ottenuti dai vari reparti, ma anche della ricerca scientifica e da quei dati di fonte ministeriale e delle Istituzioni che mettono la nostra Scuola di Medicina al primo posto in Italia. Purtroppo non bastano le competenze: per proseguire su questa strada sono necessarie le strutture e le infrastrutture».
Il vicesindaco Nicola Fonzo ha dal canto suo sottolineato che «la nostra Azienda ospedaliero-universitaria è una realtà sovraprovinciale e proprio per questo motivo la “Città della Salute”, tema molto sentito dai novaresi, rappresenta l’evoluzione e il futuro della nostra realtà sanitaria».
Tino Zampogna, consigliere comunale, ma presente in qualità di rappresentante della Provincia di Novara, ha commentato l’inaugurazione ricordando che «le nuove realizzazioni dell’Aou fanno guardare al futuro con una diversa prospettiva: ci auguriamo che la “Città della Salute” diventi una realtà all’interno della quale Ospedale e Università possano continuare a collaborare in maniera proficua».
Il Prefetto di Novara Francesco Paolo Castaldo ha messo in evidenza «la necessità di rendere l’Azienda vicina ai cittadini e in grado di assicurare assistenza sanitaria».
Anche l’assessore Saitta ha espresso apprezzamento per il lavoro svolto dalla Direzione dell’Aou novarese.« Rispetto alla mia ultima visita a Novara, la sanità piemontese comincia a intravedere la luce. Abbiamo predisposto una delibera improntata su azioni programmate per un’ottimizzazione delle risorse del territorio, puntando sulle politiche di quadrante, realtà in grado di coprire un ampio bacino di utenza: Novara ha di fatto questa caratteristica». Il bilancio del 2014 «chiuderà in pareggio: sono state “bruciate” le risorse accantonate per l’edilizia sanitaria, pari a centocinquanta milioni e si è ridotto il numero dei dipendenti, sostituiti con nuove assunzioni, circa seicento nella prima fase. Nelle sue analisi – ha proseguito – la Regione è stata giudicata credibile: abbiamo avuto da parte dello stato trasferimenti per otto miliardi di euro, subito “recintati” nella loro destinazione alla sanità, c’è stato lo sblocco delle risorse per ottantacinque milioni e a luglio potrebbero essere sbloccati altri fondi. Nel 2016 avremo una vera situazione del bilancio: allora potremo investire in tecnologie». L’assessore Saitta ha infine rassicurato i novaresi dicendo che «lo “strapotere torinese” è un falso timore: a Novara è stato fatto tutto per tempo, mentre a Torino siamo ancora fermi alla fase del protocollo d’intesa. La “Città della Salute” di Novara al momento è l’unica opera concretamente finanziabile».
Al termine l’assessore Saitta, accompagnato dal consigliere regionale e vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi e dal direttore dell’Asl No Emilio Iodice, ha visitato il Centro Integrato dei Servizi Sanitari Territoriali di viale Roma 7 durante il normale svolgimento delle attività sanitarie.
Lalla Negri