Con il Corriere di Novara 12 fotografie antiche della città

Con il Corriere di Novara 12 fotografie antiche della città
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NOVARA - “...si correva all’altro capo di Novara fino al palazzo del mercato, un gran quadrilatero cinto da tutti i lati da bei portici alti e spaziosi, e si girava, si girava intorno a quel palazzo, sotto quelle arcate deserte e sonore…”. Sono parole tratte da “Un matrimonio in provincia", pubblicato nel 1885,  romanzo della Marchesa Colombi, pseudonimo di Maria Antonietta Torriani, scrittrice novarese. Nel libro si descrive la Novara  della fine dell’Ottocento, una città che fino alla Prima guerra mondiale manterrà, a livello di strade e palazzi, una tipologia definita nel 1916 dallo scrittore Giuseppe Prezzolini “Carloalbertesca”.

Proprio per dare ricordare quella città in molti angoli ormai scomparsa il Corriere di Novara lancia una nuova iniziativa culturale che partirà giovedì 15 marzo: regalare ai propri lettori 12 cartoline antiche (in 12 settimane, ogni giovedì con il giornale). Il Corriere di Novara ha compiuto lo scorso anno 140 anni  essendo nato il 1° maggio 1877  e quella città in parte scomparsa è stata la sua “culla”. Per questo il valore storico e affettivo è ancora più grande. Le cartoline d’epoca scelte rappresentano tutte degli scorci cittadini profondamente mutati e per tanti lettori le vedute saranno una vera e propria scoperta. Sono cartoline risalenti al periodo tra il 1890 e il 1910 e rappresentano una città non ancora sviluppatasi fuori dai baluardi. Valga come esempio la prima immagine che sarà allegata al Corriere: lungo l’attuale viale Manzoni è tutta campagna e al posto del cavalcavia di S. Agabio c’è il passaggio a livello tra corso Milano e l’attuale largo Pastore con corso Cavallotti sullo sfondo. La cartolina è datata 1903 ma probabilmente lo scatto fotografico è di qualche tempo prima.

Le successive  foto regaleranno altre curiosità. La stazione ferroviaria coperta come la Centrale di Milano, Casa Bossi vista da sotto il baluardo dove vi sono prati e bacini d’acqua, il santuario della Madonna del Bosco prima della ricostruzione moderna, piazza Cavour con i portici spariti e tante altre che i lettori scopriranno.

Massimo Delzoppo

NOVARA - “...si correva all’altro capo di Novara fino al palazzo del mercato, un gran quadrilatero cinto da tutti i lati da bei portici alti e spaziosi, e si girava, si girava intorno a quel palazzo, sotto quelle arcate deserte e sonore…”. Sono parole tratte da “Un matrimonio in provincia", pubblicato nel 1885,  romanzo della Marchesa Colombi, pseudonimo di Maria Antonietta Torriani, scrittrice novarese. Nel libro si descrive la Novara  della fine dell’Ottocento, una città che fino alla Prima guerra mondiale manterrà, a livello di strade e palazzi, una tipologia definita nel 1916 dallo scrittore Giuseppe Prezzolini “Carloalbertesca”.

Proprio per dare ricordare quella città in molti angoli ormai scomparsa il Corriere di Novara lancia una nuova iniziativa culturale che partirà giovedì 15 marzo: regalare ai propri lettori 12 cartoline antiche (in 12 settimane, ogni giovedì con il giornale). Il Corriere di Novara ha compiuto lo scorso anno 140 anni  essendo nato il 1° maggio 1877  e quella città in parte scomparsa è stata la sua “culla”. Per questo il valore storico e affettivo è ancora più grande. Le cartoline d’epoca scelte rappresentano tutte degli scorci cittadini profondamente mutati e per tanti lettori le vedute saranno una vera e propria scoperta. Sono cartoline risalenti al periodo tra il 1890 e il 1910 e rappresentano una città non ancora sviluppatasi fuori dai baluardi. Valga come esempio la prima immagine che sarà allegata al Corriere: lungo l’attuale viale Manzoni è tutta campagna e al posto del cavalcavia di S. Agabio c’è il passaggio a livello tra corso Milano e l’attuale largo Pastore con corso Cavallotti sullo sfondo. La cartolina è datata 1903 ma probabilmente lo scatto fotografico è di qualche tempo prima.

Le successive  foto regaleranno altre curiosità. La stazione ferroviaria coperta come la Centrale di Milano, Casa Bossi vista da sotto il baluardo dove vi sono prati e bacini d’acqua, il santuario della Madonna del Bosco prima della ricostruzione moderna, piazza Cavour con i portici spariti e tante altre che i lettori scopriranno.

Massimo Delzoppo

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