Da S. Martino alla Colombia

Da S. Martino alla Colombia
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NOVARA - Perchè un viaggio in Colombia? La domanda che coinvolge un gruppo di ragazzi di una realtà parrocchiale cittadina trova il Corriere di Novara direttamente interessato essendo uno dei partecipanti al viaggio un collaboratore del giornale. Pubblichiamo qui la testimonianza di Stefano Grazioli che spiega come è nata l’idea e gli scopi e le speranza del viaggio partito ieri, 3 agosto. Al ritorno ospiteremo le sue impressioni.

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Dodici giovani dell'oratorio di San Martino di Novara sabato 27 Giugno si sono riuniti in parrocchia con Anita Cervi del C.U.M. (Centro Unitario per la cooperazione missionaria tra le Chiese) di Verona e Alex Zappalà di Missio giovani (organismo missionario della CEI), in previsione del progetto missionario che hanno deciso di intraprendere dal 3 al 25 agosto in Colombia, nel cuore dell'Amazzonia. Prima tappa, dopo il lungo viaggio aereo, Bogotà, da cui ripartire per una notte in pullman; raggiunta Florencia, città alle porte dell’Amazzonia, con barconi, non proprio di ultima generazione, si affrontano 10 ore di navigazione sul Rio Caquète, lungo le cui sponde verranno divisi in piccoli gruppi. Riabbracciata la terraferma, a piedi o in jeep si raggiungono i villaggi indigeni dove vi è la possibilità di conoscere la popolazione locale in tutte le sue sfaccettature.

Come è emerso durante l’incontro il viaggio in realtà è iniziato proprio quel giorno prendendo coscienza di quale esperienza si accingevano a vivere e di come questa avrebbe potuto marcare con un segno profondo la loro esperienza di fede e la loro crescita umana. L'incontro si è svolto con le coordinate di una chiacchierata, volta a capire perché sia nato il desiderio di viaggiare e cosa significhi compiere un viaggio di questo genere. Per aiutare i giovani a capire come affrontare tale esperienza, sono state poste loro alcune domande chiedendo, tra le altre cose, cosa volesse dire viaggiare; le risposte sono state scritte su un foglio, ma non tutti hanno scritto: un ragazzo ha bucato il foglio dicendo che questo lo si conosce, ciò che sta al di là del foglio no e viaggiare è attraversare quel buco per scoprire cosa la vita ha da offrire ad ognuno di noi. L’incontro è proseguito con domande più personali e meno, imparando a conoscersi in modo simpatico e interessante.

 Il gruppo è consapevole di essere in procinto di vivere un'esperienza particolare, estrema, irripetibile e che segnerà la loro crescita personale. Il gruppo è formato da undici giovani della parrocchia, di età compresa tra i 20 e i 27 anni, e dal coadiutore don Lorenzo Rosa; l'obiettivo per tutti non è solo quello di fare una vacanza intercontinentale, ma di voler conoscere realtà diverse sia da un punto di vista sociale sia religioso. La comunità cristiana colombiana, oltre ad essere più giovane della nostra, ha affrontato una storia completamente differente dovendo far fronte a problemi diversi e vivendo in un contesto più povero da un punto di vista economico, perché, spiritualmente parlando, avremmo molto da imparare su come affrontare la vita fondandola su priorità solide e profonde.

Spesso a farci crescere sono le difficoltà che si presentano sul nostro cammino e la comunità colombiana è messa a dura prova dai Narcos, intesi a prendere il controllo dell’intero territorio. Inoltre anche il clima non è dei più favorevoli, l’umidità raggiunge costantemente il 90%, caldo torrido e una vegetazione a cui non siamo abituati. Molte sono le aspettative, molte anche le paure, ma a prevalere è l'eccitazione, che fornisce quell'energia che non credi di avere e che ti dà motivazioni uniche per vivere e non vivacchiare, come ci ha insegnato Pier Giorgio Frassati.

Nell’incontro Alex e Anita hanno condiviso la loro esperienza missionaria fatta di molti anni, persone, luoghi e incontri che li hanno portati a dare una svolta alla loro vita. La gioia vera non è data da emozioni isolate ed estreme, ma dal vivere dedicando la propria vita a qualcosa, o meglio a qualcuno: c'è chi ha bisogno dell'Africa e chi è missionario tutti i giorni della sua vita nella sua comunità. Un viaggio come questo dona emozioni uniche ed irripetibili che possono far capire chi si è e dove si vuole dirigere la propria vita. Quel foglio è ancora bianco, vuoto, ma al di là vi è tutto il mondo, un mondo fatto di tante altre pagine che aspettano di essere scritte.

Stefano Grazioli


NOVARA - Perchè un viaggio in Colombia? La domanda che coinvolge un gruppo di ragazzi di una realtà parrocchiale cittadina trova il Corriere di Novara direttamente interessato essendo uno dei partecipanti al viaggio un collaboratore del giornale. Pubblichiamo qui la testimonianza di Stefano Grazioli che spiega come è nata l’idea e gli scopi e le speranza del viaggio partito ieri, 3 agosto. Al ritorno ospiteremo le sue impressioni.

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Dodici giovani dell'oratorio di San Martino di Novara sabato 27 Giugno si sono riuniti in parrocchia con Anita Cervi del C.U.M. (Centro Unitario per la cooperazione missionaria tra le Chiese) di Verona e Alex Zappalà di Missio giovani (organismo missionario della CEI), in previsione del progetto missionario che hanno deciso di intraprendere dal 3 al 25 agosto in Colombia, nel cuore dell'Amazzonia. Prima tappa, dopo il lungo viaggio aereo, Bogotà, da cui ripartire per una notte in pullman; raggiunta Florencia, città alle porte dell’Amazzonia, con barconi, non proprio di ultima generazione, si affrontano 10 ore di navigazione sul Rio Caquète, lungo le cui sponde verranno divisi in piccoli gruppi. Riabbracciata la terraferma, a piedi o in jeep si raggiungono i villaggi indigeni dove vi è la possibilità di conoscere la popolazione locale in tutte le sue sfaccettature.

Come è emerso durante l’incontro il viaggio in realtà è iniziato proprio quel giorno prendendo coscienza di quale esperienza si accingevano a vivere e di come questa avrebbe potuto marcare con un segno profondo la loro esperienza di fede e la loro crescita umana. L'incontro si è svolto con le coordinate di una chiacchierata, volta a capire perché sia nato il desiderio di viaggiare e cosa significhi compiere un viaggio di questo genere. Per aiutare i giovani a capire come affrontare tale esperienza, sono state poste loro alcune domande chiedendo, tra le altre cose, cosa volesse dire viaggiare; le risposte sono state scritte su un foglio, ma non tutti hanno scritto: un ragazzo ha bucato il foglio dicendo che questo lo si conosce, ciò che sta al di là del foglio no e viaggiare è attraversare quel buco per scoprire cosa la vita ha da offrire ad ognuno di noi. L’incontro è proseguito con domande più personali e meno, imparando a conoscersi in modo simpatico e interessante.

 Il gruppo è consapevole di essere in procinto di vivere un'esperienza particolare, estrema, irripetibile e che segnerà la loro crescita personale. Il gruppo è formato da undici giovani della parrocchia, di età compresa tra i 20 e i 27 anni, e dal coadiutore don Lorenzo Rosa; l'obiettivo per tutti non è solo quello di fare una vacanza intercontinentale, ma di voler conoscere realtà diverse sia da un punto di vista sociale sia religioso. La comunità cristiana colombiana, oltre ad essere più giovane della nostra, ha affrontato una storia completamente differente dovendo far fronte a problemi diversi e vivendo in un contesto più povero da un punto di vista economico, perché, spiritualmente parlando, avremmo molto da imparare su come affrontare la vita fondandola su priorità solide e profonde.

Spesso a farci crescere sono le difficoltà che si presentano sul nostro cammino e la comunità colombiana è messa a dura prova dai Narcos, intesi a prendere il controllo dell’intero territorio. Inoltre anche il clima non è dei più favorevoli, l’umidità raggiunge costantemente il 90%, caldo torrido e una vegetazione a cui non siamo abituati. Molte sono le aspettative, molte anche le paure, ma a prevalere è l'eccitazione, che fornisce quell'energia che non credi di avere e che ti dà motivazioni uniche per vivere e non vivacchiare, come ci ha insegnato Pier Giorgio Frassati.

Nell’incontro Alex e Anita hanno condiviso la loro esperienza missionaria fatta di molti anni, persone, luoghi e incontri che li hanno portati a dare una svolta alla loro vita. La gioia vera non è data da emozioni isolate ed estreme, ma dal vivere dedicando la propria vita a qualcosa, o meglio a qualcuno: c'è chi ha bisogno dell'Africa e chi è missionario tutti i giorni della sua vita nella sua comunità. Un viaggio come questo dona emozioni uniche ed irripetibili che possono far capire chi si è e dove si vuole dirigere la propria vita. Quel foglio è ancora bianco, vuoto, ma al di là vi è tutto il mondo, un mondo fatto di tante altre pagine che aspettano di essere scritte.

Stefano Grazioli


 

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