Dal Santa Lucia una casa per papà separati in difficoltà: primo esperimento in Piemonte

Dal Santa Lucia una casa per papà separati in difficoltà: primo esperimento in Piemonte
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NOVARA, Un progetto, un’iniziativa, il cui seme è stato piantato tre anni da suor Nemesia Mora, la storica responsabile dell’Ambulatorio di Pronta accoglienza di via Azario 18 a Novara, scomparsa a 86 anni lo scorso luglio. In un pranzo con la direttrice della Comunità per minori Santa Lucia, Cristina Signorelli, e con la tesoriera dello storico istituto attivo dal 1599, Giovanna Ferrara, suor Nemesia aveva evidenziato con forza una nuova povertà con cui si trovava a che fare: i padri separati, con figli, che, tra assegni famigliari, giustamente dovuti all’ex moglie e ai figli, finiscono con avere serie difficoltà a tirare avanti, ad arrivare alla fine del mese.

Da lì, da una riflessione detta rigorosamente in dialetto da suor Nemesia, tutto è partito. E così, adesso, dopo sei mesi di lavoro all’interno di un ampio spazio a disposizione all’interno del plesso che ospita il Santa Lucia (in via Azario 18), si inaugura una vera e propria casa per questi nuovi poveri, per questi papà separati e con figli. A presentare il progetto, questa mattina, il presidente della Comunità per minori, l’avvocato Andrea Zanetta, la direttrice Signorelli, la segretaria Ferrara e il direttore della Caritas diocesana, don Giorgio Borroni.

“Si tratta di un progetto che rappresenta una delle prime risposte all’emergenza di questi ‘nuovi poveri’ – ha spiegato Zanetta – un progetto che, con le sue caratteristiche, è il primo, se non tra i primi, in Piemonte. Abbiamo ristrutturato un’ala del nostro palazzo e abbiamo realizzato cinque mini-appartamenti che metteremo a disposizione (ad affitto particolarmente calmierato) di padri separati. In questo modo avranno tutto il tempo per riprendersi e anche uno spazio per incontrare i propri figli. Bambini e ragazzi che, per come abbiamo pensato noi la casa, potranno anche dormire con il genitore. Altri tre locali saranno ristrutturati prossimamente. Di questi cinque locali, quattro sono bilocali, un quinto è un monolocale”. Si tratta di un’ala separata dal resto dell’edificio che ospita la storica Comunità per minori, così da garantire l’assoluta indipendenza ai padri. L’entrata e l’uscita sono infatti su via Magnani Ricotti.

“Ovviamente ci saranno delle norme da rispettare: dovranno comportarsi correttamente e ospitare solo i loro figli. La sola richiesta che abbiamo fatto è che non abbiano carichi penali pendenti gravi”, hanno aggiunto Signorelli e Ferrara. 

Un progetto che si concretizza grazie alla donazione di un privato cittadino, Enrico Olearo. A fare da tramite tra Olearo, che voleva dare una mano a un’iniziativa di questa tipologia, e la Comunità Santa Lucia, è stata la Fondazione Comunità del Novarese onlus del presidente Cesare Ponti (a rappresentare la Fondazione questa mattina, lo stesso Zanetta, consigliere della Fondazione). A occuparsi dei lavori, a costi di favore, vista la peculiarità della casa, l’Impresa Montipò. “Le segnalazioni dei padri da accogliere ci arriveranno dal Comune, ma anche dalla Caritas – hanno spiegato tutti – Noi – ha aggiunto don Borroni – cercheremo di intercettare le necessità anche nel nostro centro d’ascolto”. Si punterà anche a servizi come lo psicologo, i mediatori culturali, “il tutto per evitare un rischio di isolamento, che, in questi casi, è molto forte. Per questo stiamo pensando anche a spazi comuni, dove i papà possano recuperare una socialità perduta. Vogliamo supportare le fragilità e aiutare a superarle”.Intanto, da lunedì 12 dicembre, parte la festa della Comunità, del “Santa” (come chiamano la casa i ragazzi che qui sono ospitati), che festeggia la sua patrona. Una casa che a oggi ospita 20 ragazzi tra gli 8 e i 18 anni, seguiti da 10 educatori.

Monica Curino

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 8 dicembre

NOVARA, Un progetto, un’iniziativa, il cui seme è stato piantato tre anni da suor Nemesia Mora, la storica responsabile dell’Ambulatorio di Pronta accoglienza di via Azario 18 a Novara, scomparsa a 86 anni lo scorso luglio. In un pranzo con la direttrice della Comunità per minori Santa Lucia, Cristina Signorelli, e con la tesoriera dello storico istituto attivo dal 1599, Giovanna Ferrara, suor Nemesia aveva evidenziato con forza una nuova povertà con cui si trovava a che fare: i padri separati, con figli, che, tra assegni famigliari, giustamente dovuti all’ex moglie e ai figli, finiscono con avere serie difficoltà a tirare avanti, ad arrivare alla fine del mese.

Da lì, da una riflessione detta rigorosamente in dialetto da suor Nemesia, tutto è partito. E così, adesso, dopo sei mesi di lavoro all’interno di un ampio spazio a disposizione all’interno del plesso che ospita il Santa Lucia (in via Azario 18), si inaugura una vera e propria casa per questi nuovi poveri, per questi papà separati e con figli. A presentare il progetto, questa mattina, il presidente della Comunità per minori, l’avvocato Andrea Zanetta, la direttrice Signorelli, la segretaria Ferrara e il direttore della Caritas diocesana, don Giorgio Borroni.

“Si tratta di un progetto che rappresenta una delle prime risposte all’emergenza di questi ‘nuovi poveri’ – ha spiegato Zanetta – un progetto che, con le sue caratteristiche, è il primo, se non tra i primi, in Piemonte. Abbiamo ristrutturato un’ala del nostro palazzo e abbiamo realizzato cinque mini-appartamenti che metteremo a disposizione (ad affitto particolarmente calmierato) di padri separati. In questo modo avranno tutto il tempo per riprendersi e anche uno spazio per incontrare i propri figli. Bambini e ragazzi che, per come abbiamo pensato noi la casa, potranno anche dormire con il genitore. Altri tre locali saranno ristrutturati prossimamente. Di questi cinque locali, quattro sono bilocali, un quinto è un monolocale”. Si tratta di un’ala separata dal resto dell’edificio che ospita la storica Comunità per minori, così da garantire l’assoluta indipendenza ai padri. L’entrata e l’uscita sono infatti su via Magnani Ricotti.

“Ovviamente ci saranno delle norme da rispettare: dovranno comportarsi correttamente e ospitare solo i loro figli. La sola richiesta che abbiamo fatto è che non abbiano carichi penali pendenti gravi”, hanno aggiunto Signorelli e Ferrara. 

Un progetto che si concretizza grazie alla donazione di un privato cittadino, Enrico Olearo. A fare da tramite tra Olearo, che voleva dare una mano a un’iniziativa di questa tipologia, e la Comunità Santa Lucia, è stata la Fondazione Comunità del Novarese onlus del presidente Cesare Ponti (a rappresentare la Fondazione questa mattina, lo stesso Zanetta, consigliere della Fondazione). A occuparsi dei lavori, a costi di favore, vista la peculiarità della casa, l’Impresa Montipò. “Le segnalazioni dei padri da accogliere ci arriveranno dal Comune, ma anche dalla Caritas – hanno spiegato tutti – Noi – ha aggiunto don Borroni – cercheremo di intercettare le necessità anche nel nostro centro d’ascolto”. Si punterà anche a servizi come lo psicologo, i mediatori culturali, “il tutto per evitare un rischio di isolamento, che, in questi casi, è molto forte. Per questo stiamo pensando anche a spazi comuni, dove i papà possano recuperare una socialità perduta. Vogliamo supportare le fragilità e aiutare a superarle”.Intanto, da lunedì 12 dicembre, parte la festa della Comunità, del “Santa” (come chiamano la casa i ragazzi che qui sono ospitati), che festeggia la sua patrona. Una casa che a oggi ospita 20 ragazzi tra gli 8 e i 18 anni, seguiti da 10 educatori.

Monica Curino

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola giovedì 8 dicembre

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