Dialogo e integrazione contro la paura

Dialogo e integrazione contro la paura
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NOVARA - Integrazione e dialogo contro fondamentalismo e paura. E' questo il messaggio di speranza che i ragazzi del centro culturale dei Giovani Musulmani di Novara vogliono lanciare dopo il drammatico attacco terroristico dell'Isis in Tunisia, che tra le numerose vittime conta anche il turista novarese Francesco Caldara. «A pochi giorni dall'apertura del Centro, abbiamo ricevuto gli auguri della senatrice Ferrara, che abbiamo invitato assieme al sindaco, Andrea Ballarè, per una serata di raccoglimento e confronto sul valore di una corretta conoscenza reciproca nell'ambito della stessa società, quella italiana e novarese alla quale sentiamo di appartenere e di condividerne i valori», spiega il giovane presidente del Centro, Ahmed Ouda.

Dopo i fatti di Charlie Hebdo, la senatrice novarese, componente della Commissione Diritti Umani, aveva mandato un messaggio personale per incoraggiare un progetto «che rappresenta una nuova generazione di musulmani integrata, desiderosa di portare il messaggio di un Islam di pace e collaborazione, in grado di calarsi appieno nella realtà di Novara». Parole tanto più attuali, all'indomani della perdita di un concittadino, appassionato di viaggi, per mano del fondamentalismo. «Il messaggio della senatrice ci ha incoraggiati ad attivarci subito, manifestando la nostra solidarietà alla famiglia Caldara, e dedicandogli l'incontro di lunedì sera», continua Mohamed, che cura le relazioni esterne per il Centro. «In questi giorni di dolore non dobbiamo cedere alla rabbia, in questo senso - commenta Elena Ferrara - la visita al Centro rappresenta un'occasione positiva da contrapporre ad ogni estremismo, anche con l'aiuto di Don Tiziano Righetto». La parrocchia di Sant'Agabio sarà, infatti, coinvolta nell'iniziativa, «per significare vicinanza alle vittime e ai loro familiare e la speranza che i  percorsi di pace e integrazione sostegno possano trovare il più largo sostegno da parte delle istituzioni e dalla cittadinanza» conferma Don Tiziano.

Speranza (Al amal in lingua araba) è anche il nome che hanno scelto i ragazzi per il Centro in zona Sant'Agabio, negli spazi affittati dell'ex Istituto privato Leonardo Da Vinci. Un luogo di integrazione, curiosità e confronto, attivo dallo scorso settembre. Uno spazio vivo, aperto alla comunità, dove studiare e organizzare le attività del doposcuola.

L'iniziativa avrà luogo dalle ore 18  presso la sede del centro culturale in via della Riotta, 10. L'incontro è aperto a studenti, genitori e cittadini.

Sandro Devecchi

NOVARA - Integrazione e dialogo contro fondamentalismo e paura. E' questo il messaggio di speranza che i ragazzi del centro culturale dei Giovani Musulmani di Novara vogliono lanciare dopo il drammatico attacco terroristico dell'Isis in Tunisia, che tra le numerose vittime conta anche il turista novarese Francesco Caldara. «A pochi giorni dall'apertura del Centro, abbiamo ricevuto gli auguri della senatrice Ferrara, che abbiamo invitato assieme al sindaco, Andrea Ballarè, per una serata di raccoglimento e confronto sul valore di una corretta conoscenza reciproca nell'ambito della stessa società, quella italiana e novarese alla quale sentiamo di appartenere e di condividerne i valori», spiega il giovane presidente del Centro, Ahmed Ouda.

Dopo i fatti di Charlie Hebdo, la senatrice novarese, componente della Commissione Diritti Umani, aveva mandato un messaggio personale per incoraggiare un progetto «che rappresenta una nuova generazione di musulmani integrata, desiderosa di portare il messaggio di un Islam di pace e collaborazione, in grado di calarsi appieno nella realtà di Novara». Parole tanto più attuali, all'indomani della perdita di un concittadino, appassionato di viaggi, per mano del fondamentalismo. «Il messaggio della senatrice ci ha incoraggiati ad attivarci subito, manifestando la nostra solidarietà alla famiglia Caldara, e dedicandogli l'incontro di lunedì sera», continua Mohamed, che cura le relazioni esterne per il Centro. «In questi giorni di dolore non dobbiamo cedere alla rabbia, in questo senso - commenta Elena Ferrara - la visita al Centro rappresenta un'occasione positiva da contrapporre ad ogni estremismo, anche con l'aiuto di Don Tiziano Righetto». La parrocchia di Sant'Agabio sarà, infatti, coinvolta nell'iniziativa, «per significare vicinanza alle vittime e ai loro familiare e la speranza che i  percorsi di pace e integrazione sostegno possano trovare il più largo sostegno da parte delle istituzioni e dalla cittadinanza» conferma Don Tiziano.

Speranza (Al amal in lingua araba) è anche il nome che hanno scelto i ragazzi per il Centro in zona Sant'Agabio, negli spazi affittati dell'ex Istituto privato Leonardo Da Vinci. Un luogo di integrazione, curiosità e confronto, attivo dallo scorso settembre. Uno spazio vivo, aperto alla comunità, dove studiare e organizzare le attività del doposcuola.

L'iniziativa avrà luogo dalle ore 18  presso la sede del centro culturale in via della Riotta, 10. L'incontro è aperto a studenti, genitori e cittadini.

Sandro Devecchi

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