Emanuelli ha raccontato Novara con occhi diversi

Emanuelli ha raccontato Novara con occhi diversi
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NOVARA - Un ricordo sentito quello che Interlinea e il Centro Novarese di Studi Letterari hanno tributato a Enrico Emanuelli, «uno scrittore che ha raccontato la città con occhi diversi». Anche questa per Roberto Cicala, presidente del Centro e direttore editoriale di Interlinea, è una dimensione importante in cui collocare l’autore di “Uno di New York”. Sabato 1° luglio, nel 50° anniversario della scomparsa, l’incontro proposto nella Sezione Novarese della Biblioteca Negroni di Novara dove è stato presentato in anteprima il capolavoro di Emanuelli, “Uno di New York” appunto, ristampato dalla casa editrice novarese: in prima fila la nipote dello scrittore, Carla Coppa, con il marito, l’avvocato Paolo Barbé. «In questa sezione – ancora Cicala - il Centro Novarese conserva una collezione di geografia letteraria tra le poche in Italia, meno di dieci in tutto il Paese. Uno degli autori che la Biblioteca privilegia è Emanuelli. Importante il ricordo degli autori, fondamentale valorizzarne la memoria anche attraverso iniziative concrete e durature. Il ricordo principale avviene attraverso i libri, rileggendo le loro opere. In occasione del suo 25° Interlinea (presente anche l’amministratore delegato Carlo Robiglio, ndr) ha voluto inserire tra i titoli il suo capolavoro. Scrittore importante, ma non solo, vive in un clima culturale di grande respiro per il nostro Paese. Diventa un bravissimo giornalista, va in giro per il mondo: i suoi reportage sono dettati in punta di penna. Nel 1963 è chiamato dal Corriere della Sera come responsabile della terza pagina che diventerà la pagina letteraria: è ideatore e curatore con Eugenio Montale. Una grande forza umana. Se ne va quando ha ancora tanto da fare. Ha una piccola idea, rileggere la sua collezione della Bur, ma non ce l'ha fa. Il nostro impegno è vendere il volume: parte del ricavato andrà a sostenere le attività del Centro per la Sezione Novarese. La memoria di uno scrittore è basata sui suoi libri. I grandi novaresi hanno visto rifiutare i loro testi, oggi a Lugano: speriamo che le cose cambino, che le istituzioni capiscano che bisogna valorizzarli con le loro carte. Vale per Graziosi, per Vassalli… Se no la colpa sarà gravissima, una mancata memoria. Oggi le istituzioni sono assenti, ma possiamo avere dalla nostra il conforto di avere tra i concittadini autori che ci hanno raccontato la città con occhi diversi: è la valorizzazione di una identità spesso traballante».
Ricordi profondi, memorie pubbliche e personali si sono intrecciati nell’intervento del professor Raul Capra, storico e critico dell’arte, che insieme a Emanuelli e tanti altri protagonisti della vita culturale nazionale ha vissuto un periodo d’oro: «L’ho conosciuto in occasione della pubblicazione di “Uno di New York”, romanzo a chiave con una interpretazione sotterranea che non tutti riuscirono a cogliere: la prima recensione fu la mia, pubblicata sul Corriere di Novara. Nacque anche l’idea di fare una mostra dedicata al libro. Da allora diventammo amici. Era molto riservato, ma aveva una leggera ironia, un suo carattere specifico. Negli anni successivi i nostri rapporti si intensificarono, quando lavoravo come redattore editoriale alla De Agostini. Ricordo la sua grande onestà intellettuale. Sono tanti i fili che si collegano, una sorta di rete culturale di altissimo livello che Interlinea contribuisce a mantenere viva. Perché la memoria è tutto». Ricche di emozione le parole della nipote: «Ricordo le colazioni della domenica dalla nonna - ha detto Carla Coppa -. Enrico a capotavola ci affascinava con i suoi aneddoti. Io ero ragazzina ma quel ricordo è molto vivo».

Eleonora Groppetti

NOVARA - Un ricordo sentito quello che Interlinea e il Centro Novarese di Studi Letterari hanno tributato a Enrico Emanuelli, «uno scrittore che ha raccontato la città con occhi diversi». Anche questa per Roberto Cicala, presidente del Centro e direttore editoriale di Interlinea, è una dimensione importante in cui collocare l’autore di “Uno di New York”. Sabato 1° luglio, nel 50° anniversario della scomparsa, l’incontro proposto nella Sezione Novarese della Biblioteca Negroni di Novara dove è stato presentato in anteprima il capolavoro di Emanuelli, “Uno di New York” appunto, ristampato dalla casa editrice novarese: in prima fila la nipote dello scrittore, Carla Coppa, con il marito, l’avvocato Paolo Barbé. «In questa sezione – ancora Cicala - il Centro Novarese conserva una collezione di geografia letteraria tra le poche in Italia, meno di dieci in tutto il Paese. Uno degli autori che la Biblioteca privilegia è Emanuelli. Importante il ricordo degli autori, fondamentale valorizzarne la memoria anche attraverso iniziative concrete e durature. Il ricordo principale avviene attraverso i libri, rileggendo le loro opere. In occasione del suo 25° Interlinea (presente anche l’amministratore delegato Carlo Robiglio, ndr) ha voluto inserire tra i titoli il suo capolavoro. Scrittore importante, ma non solo, vive in un clima culturale di grande respiro per il nostro Paese. Diventa un bravissimo giornalista, va in giro per il mondo: i suoi reportage sono dettati in punta di penna. Nel 1963 è chiamato dal Corriere della Sera come responsabile della terza pagina che diventerà la pagina letteraria: è ideatore e curatore con Eugenio Montale. Una grande forza umana. Se ne va quando ha ancora tanto da fare. Ha una piccola idea, rileggere la sua collezione della Bur, ma non ce l'ha fa. Il nostro impegno è vendere il volume: parte del ricavato andrà a sostenere le attività del Centro per la Sezione Novarese. La memoria di uno scrittore è basata sui suoi libri. I grandi novaresi hanno visto rifiutare i loro testi, oggi a Lugano: speriamo che le cose cambino, che le istituzioni capiscano che bisogna valorizzarli con le loro carte. Vale per Graziosi, per Vassalli… Se no la colpa sarà gravissima, una mancata memoria. Oggi le istituzioni sono assenti, ma possiamo avere dalla nostra il conforto di avere tra i concittadini autori che ci hanno raccontato la città con occhi diversi: è la valorizzazione di una identità spesso traballante».
Ricordi profondi, memorie pubbliche e personali si sono intrecciati nell’intervento del professor Raul Capra, storico e critico dell’arte, che insieme a Emanuelli e tanti altri protagonisti della vita culturale nazionale ha vissuto un periodo d’oro: «L’ho conosciuto in occasione della pubblicazione di “Uno di New York”, romanzo a chiave con una interpretazione sotterranea che non tutti riuscirono a cogliere: la prima recensione fu la mia, pubblicata sul Corriere di Novara. Nacque anche l’idea di fare una mostra dedicata al libro. Da allora diventammo amici. Era molto riservato, ma aveva una leggera ironia, un suo carattere specifico. Negli anni successivi i nostri rapporti si intensificarono, quando lavoravo come redattore editoriale alla De Agostini. Ricordo la sua grande onestà intellettuale. Sono tanti i fili che si collegano, una sorta di rete culturale di altissimo livello che Interlinea contribuisce a mantenere viva. Perché la memoria è tutto». Ricche di emozione le parole della nipote: «Ricordo le colazioni della domenica dalla nonna - ha detto Carla Coppa -. Enrico a capotavola ci affascinava con i suoi aneddoti. Io ero ragazzina ma quel ricordo è molto vivo».

Eleonora Groppetti

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