Fantini: le "fontane for Africa" sono già 130

Fantini: le "fontane for Africa" sono già 130
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PELLA - Tempo ed impegno dei più piccoli che potranno essere “dirottati” verso frequenza scolastica e gioco.  Tra gli obiettivi a largo raggio del progetto (che sta ormai superando la quota prefissata) “100Fontane Fantini for Africa” (nato un paio d’anni con un impegno diretto dell’azienda cusiana), ci sono i bambini ed il loro futuro che come, ci ha raccontato Daniela Fantini (nella foto a destra), vivono nell’area fertile, ricca di acqua e vegetazione situata sulle colline della regione di Masango. Sono loro ad essere impegnati nel compito di andare a prendere l’acqua necessaria quotidiana

PELLA - Tempo ed impegno dei più piccoli che potranno essere “dirottati” verso frequenza scolastica e gioco.  Tra gli obiettivi a largo raggio del progetto (che sta ormai superando la quota prefissata) “100Fontane Fantini for Africa” (nato un paio d’anni con un impegno diretto dell’azienda cusiana), ci sono i bambini ed il loro futuro che come, ci ha raccontato Daniela Fantini (nella foto a destra), vivono nell’area fertile, ricca di acqua e vegetazione situata sulle colline della regione di Masango. Sono loro ad essere impegnati nel compito di andare a prendere l’acqua necessaria quotidianamente, con un percorso a piedi di due ore che sottrae tempo alle attività tipicamente infantili. 
«Il progetto è nato – ha detto Daniela Fantini (ad dell’omonima azienda) – da un viaggio casuale in Burundi, su invito di alcuni amici. Poi ve ne è stato un successivo». Ora le fontane sono diventate 130 (le ultime quindici sono in fase di ultimazione, anche grazie a coinvolgimento di altre persone, con ulteriori donazioni ed impegni) progettate dal bresciano Maurizio Ondei. «Abbiamo tra l’altro, deciso – ha continuato l’imprenditrice - di ridisegnare una serie di prodotti per noi ‘storica’, creata da mio padre e da mio zio nel 1977, quella de ‘I balocchi’: i margini sono stati accantonati in favore di questo progetto». 
Nonostante le difficoltà burocratiche e le condizioni meteorologiche spesso avverse per frane e allagamenti, l’intervento in Burundi ha consentito di realizzare 12 sorgenti che captano acqua dalla roccia, 27 chilometri di acquedotto e oltre 100 fontane da cui sgorga acqua pulita fruibile da circa 25mila persone che, adesso, devono compiere tragitti di soli dieci minuti per rifornirsi. Nel racconto dell’imprenditrice, toccante la collaborazione, espressa dal “capocollina”, donna saggia e collaborativa, nonché responsabile della zona, che ringraziando per l’impegno ha messo a disposizione il lavoro degli abitanti, «capaci - come viene mostrato dal video del regista catalano Nilo Mur Zimmerman – di smuovere le rocce con la forza delle braccia». Ogni fontana realizzata ha un numero, un nome e un responsabile della comunità che se ne prende cura. L’avvio dell’iniziativa, avvenuto in occasione di Cersaie 2012, era stato supportato da un altro video firmato dal regista americano Justin Tipping (entrambi visibili su You Tube). Nei due filmati, contrapposti ma in qualche modo affini, le acque del Cusio (da cui è partito il progetto) e quelle sotterranee, ma vitali, del Burundi. 
Ora in fase di studio altre iniziative tra cui un’attività di microcredito, una pubblicazione con i disegni degli stessi bambini che raccontano come la propria vita sia cambiata dopo la costruzione delle fontane, una ristrutturazione della Casa delle Suore della Carità di S.Vincenzo de Paoli dove opera la novarese suor Cellina. In proposito Daniela Fantini, ricordando anche il lungo impegno nel Paese africano del Rotary Club Orta San Giulio e di Casa Alessia, ha riferito che «le molte donazioni e i 25mila euro lasciati in eredità da un contadino saranno utilizzati per ristrutturare la casa delle suore, creando uno spazio che sarà dedicato ad un centro studi per l’agricoltura e ad attività di microcredito».

Maria Antonietta Trupia

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