Fausto Sciarappa ancora sul set di Ron Howard

Fausto Sciarappa ancora sul set di Ron Howard
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Torna al liceo Caravaggio Fausto Sciarappa. L’attore novarese, che da anni vive a Roma, veste ancora i panni del professor Enzo Vivaldi, docente di matematica e fisica, marito e collega di Luciana Littizzetto che sul set è Isa Passamaglia. Terza stagione per “Fuoriclasse”, la fiction di Rai1 ripartita domenica scorsa. Nel cast anche Neri Marcorè, Irene Ferri e Lunetta Savino. «Allora – esordisce Sciarappa al telefono – dove avevamo lasciato il buon Vivaldi? Alla fine della stagione era nata Anna. Ora lo ritroviamo un anno dopo alle prese con il suo nuovo “ruolo”: aveva tanto desiderato questa paternità, ma ora non sa come gestire la nuova situazione. È un padre molto ansioso, nella sua famiglia si rovesciano i ruoli: qui non c’è la mamma ansiosa, tipicamente italiana, perché Isa è tranquilla. Per lui ogni scusa è buona per andare nel panico. Devono farsi aiutare, ma ogni soluzione non va bene a Enzo perché non si fida di nessuno, vede situazioni di pericolo ovunque. Alla fine decidono per il nido, si fa convincere dalla moglie ma quando accompagna la bambina insieme a Isa è assalito da mille dubbi. Un risvolto di Enzo che non mi aspettavo, perché è un tipo abbastanza razionale, i colpi di follia appartengono al passato, ora è sereno e tranquillo. E invece l’arrivo di Anna lo spiazza completamente: pur essendo felice non sa come vivere la nuova situazione. Con il procedere della serie, nel corso delle quattro puntate, riuscirà a rinsavire». E il padre Fausto nella realtà è ben diverso da Enzo, «sono tranquillo come una Pasqua, è la mia indole. Non sono né ossessivo né ansioso. Anche perché i bambini lo avvertirebbero». 

“Fuoriclasse” perché piace a Sciarappa?

«Perché gli sceneggiatori sono capaci di inventare sempre nuove situazioni. Nella terza serie compare la sorella di Isa, interpretata da Lunetta Savino, che verrà a vivere con noi in casa. Non ci si annoia mai, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e da riscoprire. Situazioni che tengono desto l’interesse, nostro e degli spettatori». 

E perché piace al pubblico televisivo? 

«Ha gli ingredienti giusti e si rivolge a tutte le età. Indaga a fondo la vita privata. Racconta le storie amorose tra gli studenti. E toccando queste tematiche la Rai ha saputo conquistare anche il pubblico più giovane. E poi parla del mondo della scuola con tutti i problemi che si porta dietro, le difficoltà che quotidianamente gli insegnanti devono affrontare. Ne parlavo proprio alcuni giorni fa con i colleghi: quello dell’insegnante rimane il ruolo più difficile e anche quello con maggior responsabilità e per questo i docenti devono essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio, con ottimi stipendi che possano motivarli, una formazione all’altezza del compito e gli strumenti giusti per motivare a loro volta gli alunni e svilupparne il potenziale. I prof sono da mettere su un piedistallo. Il ricordo degli insegnanti ti accompagna per tutta la vita. Ed è grazie a un’insegnante, Alba Di Capua, se faccio questo lavoro. Ci ha portato a Milano a vedere “Aspettando Godot”. Sono rimasto affascinato, fulminato. Ci ha trasmesso la voglia di appassionarci. Un altro insegnante del liceo scientifico, il professor Righi, mi ha ispirato per il ruolo di Vivaldi».

Com’è lavorare al fianco di Luciana Littizzetto?

«È unica. Intelligente, professionale, simpatica, brava e soprattutto umile, qualità rara nel nostro ambiente. Una compagna di lavoro perfetta».

Progetti in cantiere?

«Per la Rai ho appena terminato di girare una serie tv di sei serate e dodici puntate, sono il coprotagonista maschile al fianco di Violante Placido. Una storia intrigante, di malavita, girata tra la Puglia e Roma. Andrà in onda in autunno. Il titolo in lavorazione è “Questo è il mio paese”. C’è anche una partecipazione in un’altra serie per la Rai, con Claudio Gioè e Gabriella Pession, in onda sempre in autunno. E poi, a dieci anni dal “Codice da Vinci”, tornerò a girare con Ron Howard che porterà sul grande schermo il romanzo di Dan Brown “Inferno”, sempre con Tom Hanks nei panni di Robert Langdon. 

Farò parte di una équipe di agenti speciali (sul set precedente era il più giovane prelato dell’Opus Dei, ndr). Le riprese saranno a maggio, tutte le scene a Firenze e un giorno a Budapest. Sono curioso di incontrare di nuovo il regista e vedere i suoi modi di lavorare a distanza di qualche anno. L’altra volta in Inghilterra, ora in Italia».

Eleonora Groppetti

Torna al liceo Caravaggio Fausto Sciarappa. L’attore novarese, che da anni vive a Roma, veste ancora i panni del professor Enzo Vivaldi, docente di matematica e fisica, marito e collega di Luciana Littizzetto che sul set è Isa Passamaglia. Terza stagione per “Fuoriclasse”, la fiction di Rai1 ripartita domenica scorsa. Nel cast anche Neri Marcorè, Irene Ferri e Lunetta Savino. «Allora – esordisce Sciarappa al telefono – dove avevamo lasciato il buon Vivaldi? Alla fine della stagione era nata Anna. Ora lo ritroviamo un anno dopo alle prese con il suo nuovo “ruolo”: aveva tanto desiderato questa paternità, ma ora non sa come gestire la nuova situazione. È un padre molto ansioso, nella sua famiglia si rovesciano i ruoli: qui non c’è la mamma ansiosa, tipicamente italiana, perché Isa è tranquilla. Per lui ogni scusa è buona per andare nel panico. Devono farsi aiutare, ma ogni soluzione non va bene a Enzo perché non si fida di nessuno, vede situazioni di pericolo ovunque. Alla fine decidono per il nido, si fa convincere dalla moglie ma quando accompagna la bambina insieme a Isa è assalito da mille dubbi. Un risvolto di Enzo che non mi aspettavo, perché è un tipo abbastanza razionale, i colpi di follia appartengono al passato, ora è sereno e tranquillo. E invece l’arrivo di Anna lo spiazza completamente: pur essendo felice non sa come vivere la nuova situazione. Con il procedere della serie, nel corso delle quattro puntate, riuscirà a rinsavire». E il padre Fausto nella realtà è ben diverso da Enzo, «sono tranquillo come una Pasqua, è la mia indole. Non sono né ossessivo né ansioso. Anche perché i bambini lo avvertirebbero». 

“Fuoriclasse” perché piace a Sciarappa?

«Perché gli sceneggiatori sono capaci di inventare sempre nuove situazioni. Nella terza serie compare la sorella di Isa, interpretata da Lunetta Savino, che verrà a vivere con noi in casa. Non ci si annoia mai, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e da riscoprire. Situazioni che tengono desto l’interesse, nostro e degli spettatori». 

E perché piace al pubblico televisivo? 

«Ha gli ingredienti giusti e si rivolge a tutte le età. Indaga a fondo la vita privata. Racconta le storie amorose tra gli studenti. E toccando queste tematiche la Rai ha saputo conquistare anche il pubblico più giovane. E poi parla del mondo della scuola con tutti i problemi che si porta dietro, le difficoltà che quotidianamente gli insegnanti devono affrontare. Ne parlavo proprio alcuni giorni fa con i colleghi: quello dell’insegnante rimane il ruolo più difficile e anche quello con maggior responsabilità e per questo i docenti devono essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio, con ottimi stipendi che possano motivarli, una formazione all’altezza del compito e gli strumenti giusti per motivare a loro volta gli alunni e svilupparne il potenziale. I prof sono da mettere su un piedistallo. Il ricordo degli insegnanti ti accompagna per tutta la vita. Ed è grazie a un’insegnante, Alba Di Capua, se faccio questo lavoro. Ci ha portato a Milano a vedere “Aspettando Godot”. Sono rimasto affascinato, fulminato. Ci ha trasmesso la voglia di appassionarci. Un altro insegnante del liceo scientifico, il professor Righi, mi ha ispirato per il ruolo di Vivaldi».

Com’è lavorare al fianco di Luciana Littizzetto?

«È unica. Intelligente, professionale, simpatica, brava e soprattutto umile, qualità rara nel nostro ambiente. Una compagna di lavoro perfetta».

Progetti in cantiere?

«Per la Rai ho appena terminato di girare una serie tv di sei serate e dodici puntate, sono il coprotagonista maschile al fianco di Violante Placido. Una storia intrigante, di malavita, girata tra la Puglia e Roma. Andrà in onda in autunno. Il titolo in lavorazione è “Questo è il mio paese”. C’è anche una partecipazione in un’altra serie per la Rai, con Claudio Gioè e Gabriella Pession, in onda sempre in autunno. E poi, a dieci anni dal “Codice da Vinci”, tornerò a girare con Ron Howard che porterà sul grande schermo il romanzo di Dan Brown “Inferno”, sempre con Tom Hanks nei panni di Robert Langdon. 

Farò parte di una équipe di agenti speciali (sul set precedente era il più giovane prelato dell’Opus Dei, ndr). Le riprese saranno a maggio, tutte le scene a Firenze e un giorno a Budapest. Sono curioso di incontrare di nuovo il regista e vedere i suoi modi di lavorare a distanza di qualche anno. L’altra volta in Inghilterra, ora in Italia».

Eleonora Groppetti

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