Frattura insanabile tra Provincia di Novara e Daneco

Frattura insanabile tra Provincia di Novara e Daneco
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NOVARA - Fra Provincia di Novara e “Daneco Impianti Spa”, la ditta incaricata della gestione della discarica di Ghemme, la frattura è diventata ormai insanabile. Anzi, proprio giovedì l’Amministrazione di Palazzo Natta ha annunciato l’inizio dell’iter da parte degli uffici competenti per procedere alla revoca dell’incarico a suo tempo conferito alla società romana.

Lo hanno reso noto il presidente dell’Ente Matteo Besozzi e il consigliere con delega all’Ambiente Giuseppe Cremona nel corso di una conferenza stampa convocata anche, come ha precisato il sindaco di Castelletto Ticino, «per fare delle necessarie puntualizzazioni e dei chiarimenti rispetto ad alcune notizie diffuse nei giorni precedenti anche da parte del “Movimento 5 Stelle”», che sulla vicenda aveva criticato il comportamento della Provincia.

Non a caso all’incontro con i giornalisti di giovedì pomeriggio hanno chiesto (e ottenuto) di partecipare anche alcuni esponenti “pentastellati” (i consiglieri comunali di Novara Paola Vigotti e Mario Iacopino con Stefano Rubini, assistente del senatore Carlo Martelli), oltre al presidente dell’associazione ambientalista “Carp” Fabio Tomei.

Senza battere ciglio hanno tutti ascoltato gli amministratori illustrare le decisioni assunte, motivate dal fatto che “Daneco Impianti”, come ha detto Besozzi, «non ha rispettato il cronoprogramma, interrompendo l’attività e provocando problemi molto seri. Tutti quanti ci auguriamo che la questione si risolva nel migliore dei modi possibile, ma è importante che siano chiari a tutti compiti, responsabilità e possibilità di intervento».

Ma sul tavolo c’è molto di più. Fidejussioni che Palazzo Natta ha chiesto di poter riscuotere dalla ditta, delle quali sulla prima (del valore di un milione e 150 mila euro) è in corso una vertenza sulla quale è atteso il pronunciamento definitivo da parte del Tar, mentre la seconda (circa 16 milioni) sarebbe irregolare, cioè mai emessa dalla compagnia indicata. Sulla vicenda si era mossa nel settembre dello scorso anno la Magistratura di Bresca segnalando appunto l’emissione di questo tipo di “garanzie” non regolari. Da qui l’azione intrapresa della Provincia, come ha spiegato Cremona: «Abbiamo chiesto a “Daneco Impianti” attraverso una diffida di regolarizzare questa situazione. Non avendo ottenuto risposta ci siamo a nostra volta rivolti alla Procura della Repubblica».

Come si svilupperà ora la vicenda? Tanto Besozzi quanto Cremona hanno ricordato che le competenze sulla gestione dell’impianto di Ghemme riguardano il “Consorzio rifiuti del Medio Novarese”.

Uno scaricamento di responsabilità che lo stesso consorzio ha fatto sapere di gradire poco.

E due sono le strade da seguire, come emerso nel corso dell’ultima assemblea dei 51 sindaci del consorzio: «Attuare le più breve tempo possibile la chiusura definitiva della discarica e intraprendere un’azione legale sempre nei confronti di “Daneco Impianti” per riottenere indietro le risorse della cosiddetta “eco tassa”». Ma per concretizzare la prima azione, considerando che l’impianto ghemmese si trova sotto sequestro da quasi un anno, «occorrono qualcosa come 8 milioni di euro. Senza dimenticare che bisognerà gestire tutta quella fase definita “post mortem”: un periodo di 25 anni (i cui costi per questa delicata operazione sono stati quantificati in circa un milione l’anno) nel corso del quale l’impianto ormai chiuso deve comunque essere monitorato per scongiurare la fuoriuscita del percolato. Sono una montagna di soldi che ora non ci sono».

Luca Mattioli     

NOVARA - Fra Provincia di Novara e “Daneco Impianti Spa”, la ditta incaricata della gestione della discarica di Ghemme, la frattura è diventata ormai insanabile. Anzi, proprio giovedì l’Amministrazione di Palazzo Natta ha annunciato l’inizio dell’iter da parte degli uffici competenti per procedere alla revoca dell’incarico a suo tempo conferito alla società romana.

Lo hanno reso noto il presidente dell’Ente Matteo Besozzi e il consigliere con delega all’Ambiente Giuseppe Cremona nel corso di una conferenza stampa convocata anche, come ha precisato il sindaco di Castelletto Ticino, «per fare delle necessarie puntualizzazioni e dei chiarimenti rispetto ad alcune notizie diffuse nei giorni precedenti anche da parte del “Movimento 5 Stelle”», che sulla vicenda aveva criticato il comportamento della Provincia.

Non a caso all’incontro con i giornalisti di giovedì pomeriggio hanno chiesto (e ottenuto) di partecipare anche alcuni esponenti “pentastellati” (i consiglieri comunali di Novara Paola Vigotti e Mario Iacopino con Stefano Rubini, assistente del senatore Carlo Martelli), oltre al presidente dell’associazione ambientalista “Carp” Fabio Tomei.

Senza battere ciglio hanno tutti ascoltato gli amministratori illustrare le decisioni assunte, motivate dal fatto che “Daneco Impianti”, come ha detto Besozzi, «non ha rispettato il cronoprogramma, interrompendo l’attività e provocando problemi molto seri. Tutti quanti ci auguriamo che la questione si risolva nel migliore dei modi possibile, ma è importante che siano chiari a tutti compiti, responsabilità e possibilità di intervento».

Ma sul tavolo c’è molto di più. Fidejussioni che Palazzo Natta ha chiesto di poter riscuotere dalla ditta, delle quali sulla prima (del valore di un milione e 150 mila euro) è in corso una vertenza sulla quale è atteso il pronunciamento definitivo da parte del Tar, mentre la seconda (circa 16 milioni) sarebbe irregolare, cioè mai emessa dalla compagnia indicata. Sulla vicenda si era mossa nel settembre dello scorso anno la Magistratura di Bresca segnalando appunto l’emissione di questo tipo di “garanzie” non regolari. Da qui l’azione intrapresa della Provincia, come ha spiegato Cremona: «Abbiamo chiesto a “Daneco Impianti” attraverso una diffida di regolarizzare questa situazione. Non avendo ottenuto risposta ci siamo a nostra volta rivolti alla Procura della Repubblica».

Come si svilupperà ora la vicenda? Tanto Besozzi quanto Cremona hanno ricordato che le competenze sulla gestione dell’impianto di Ghemme riguardano il “Consorzio rifiuti del Medio Novarese”.

Uno scaricamento di responsabilità che lo stesso consorzio ha fatto sapere di gradire poco.

E due sono le strade da seguire, come emerso nel corso dell’ultima assemblea dei 51 sindaci del consorzio: «Attuare le più breve tempo possibile la chiusura definitiva della discarica e intraprendere un’azione legale sempre nei confronti di “Daneco Impianti” per riottenere indietro le risorse della cosiddetta “eco tassa”». Ma per concretizzare la prima azione, considerando che l’impianto ghemmese si trova sotto sequestro da quasi un anno, «occorrono qualcosa come 8 milioni di euro. Senza dimenticare che bisognerà gestire tutta quella fase definita “post mortem”: un periodo di 25 anni (i cui costi per questa delicata operazione sono stati quantificati in circa un milione l’anno) nel corso del quale l’impianto ormai chiuso deve comunque essere monitorato per scongiurare la fuoriuscita del percolato. Sono una montagna di soldi che ora non ci sono».

Luca Mattioli    

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