Galliate, le associazioni trovano casa alla Coop

Galliate, le associazioni trovano casa alla Coop
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GALLIATE - Una “casa delle associazioni” nei locali della vecchia Coop, in via Novara. Un progetto - ancora in fase embrionale - che potrebbe rispondere a quell’esigenza, più volte rimarcata dalle decine di gruppi di volontariato operanti in città in vari ambiti, di avere spazi consoni (e coperti) per le proprie iniziative.

«Novacoop - dice il sindaco Davide Ferrari - ha approvato di cedere in usufrutto al Comune l’area retrostante al negozio (dove invece sono già in corso i lavori per l’apertura di un nuovo concessionario di motociclette, ndr). Si tratta di uno spazio di circa 2000 metri quadri, nei quali potrebbero essere ricavati un salone polivalente, un’altra sala con cucina attrezzata e alcune salette per attività varie. C’è poi nella disponibilità un altro spazio di 700 metri quadri, che potrebbe essere utilizzato in seguito». Resta ora da definire il “come”... Nelle intenzioni, il Comune svolgerebbe un ruolo da garante e spetterebbe alle associazioni “autogestirsi”, in una sorta di “condominio”. «Abbiamo avuto manifestazioni d’interesse da parte di diverse associazioni - prosegue il sindaco - e so che si sta già lavorando ad una progettualità di massima. L’opportunità penso sia importante, da non perdere. Anche perché, grazie anche all’apertura del nuovo negozio di moto, si creano i presupposti per il rilancio dell’intera area, oggi abbandonata».

Ma quale sarà il ruolo (anche economico) del Comune? «Per le casse comunali il costo vivo corrisponde alla rinuncia del gettito Tasi e Imu, pari a circa 4.800 euro all’anno, una cifra irrisoria in cambio della quale ci portiamo a casa un contratto per 20 anni con l’opzione di acquisto al termine del periodo, se le cose vanno bene, e una clausola d’uscita qualora invece il progetto non dovesse decollare. Dunque, facendo un’analisi costi-benefici, direi che si tratta davvero di un’occasione interessante,  a differenza di quanto avvenuto in passato con la Mirsa. Il ruolo del Comune, in concreto, sarà quello di “tenere in piedi” l’usufrutto. Alla gestione dovranno pensarci le associazioni - e le modalità andranno definite ragionando proprio in termini di condominio - e i costi si ripartiranno tra i soggetti interessati, tra i quali anche il Comune stesso».

Laura Cavalli

LEGGI DI PIU' SUL CORRIERE DI NOVARA DI GIOVEDI' 27 OTTOBRE 2016 

GALLIATE - Una “casa delle associazioni” nei locali della vecchia Coop, in via Novara. Un progetto - ancora in fase embrionale - che potrebbe rispondere a quell’esigenza, più volte rimarcata dalle decine di gruppi di volontariato operanti in città in vari ambiti, di avere spazi consoni (e coperti) per le proprie iniziative.

«Novacoop - dice il sindaco Davide Ferrari - ha approvato di cedere in usufrutto al Comune l’area retrostante al negozio (dove invece sono già in corso i lavori per l’apertura di un nuovo concessionario di motociclette, ndr). Si tratta di uno spazio di circa 2000 metri quadri, nei quali potrebbero essere ricavati un salone polivalente, un’altra sala con cucina attrezzata e alcune salette per attività varie. C’è poi nella disponibilità un altro spazio di 700 metri quadri, che potrebbe essere utilizzato in seguito». Resta ora da definire il “come”... Nelle intenzioni, il Comune svolgerebbe un ruolo da garante e spetterebbe alle associazioni “autogestirsi”, in una sorta di “condominio”. «Abbiamo avuto manifestazioni d’interesse da parte di diverse associazioni - prosegue il sindaco - e so che si sta già lavorando ad una progettualità di massima. L’opportunità penso sia importante, da non perdere. Anche perché, grazie anche all’apertura del nuovo negozio di moto, si creano i presupposti per il rilancio dell’intera area, oggi abbandonata».

Ma quale sarà il ruolo (anche economico) del Comune? «Per le casse comunali il costo vivo corrisponde alla rinuncia del gettito Tasi e Imu, pari a circa 4.800 euro all’anno, una cifra irrisoria in cambio della quale ci portiamo a casa un contratto per 20 anni con l’opzione di acquisto al termine del periodo, se le cose vanno bene, e una clausola d’uscita qualora invece il progetto non dovesse decollare. Dunque, facendo un’analisi costi-benefici, direi che si tratta davvero di un’occasione interessante,  a differenza di quanto avvenuto in passato con la Mirsa. Il ruolo del Comune, in concreto, sarà quello di “tenere in piedi” l’usufrutto. Alla gestione dovranno pensarci le associazioni - e le modalità andranno definite ragionando proprio in termini di condominio - e i costi si ripartiranno tra i soggetti interessati, tra i quali anche il Comune stesso».

Laura Cavalli

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