Giovedì veglia di preghiera per i profughi rimasti vittima del viaggio verso l’Europa

Giovedì veglia di preghiera per i profughi rimasti vittima del viaggio verso l’Europa
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NOVARA – Una veglia di preghiera dal titolo “Morire di speranza. Preghiera in memoria di quanti perdono la vita per raggiungere l’Europa”, per non dimenticare tutti quei profughi, che, in viaggio verso le nostre coste, alla ricerca di un po’ di serenità e di un futuro, perdono la vita.

L’iniziativa è promossa dalla Comunità di S. Egidio ed è in programma giovedì 25 giugno, alle 21, al Santuario di Maria Ausiliatrice, in baluardo Lamarmora 14 (la chiesa dei Salesiani).

A presiedere la veglia sarà il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla. Su invito della Comunità di Sant’Egidio, dunque, la città è chiamata a riunirsi intorno al suo vescovo per non dimenticare che i profughi che arrivano sulle nostre coste hanno, e in questo caso la Comunità cita Papa Francesco, «storie che ci fanno piangere e vergognare: esseri umani, nostri fratelli e sorelle, figli di Dio che, spinti anch'essi dalla volontà di vivere e lavorare in pace, affrontano viaggi massacranti e subiscono ricatti, torture, soprusi di ogni genere, per finire a volte a morire nel deserto o in fondo al mare». Il pontefice, infatti, nella sua visita pastorale a Torino non ha mancato di ricordarli, a cominciare dal suo primo incontro con il mondo del lavoro la scorsa domenica in piazzetta reale. «Fa piangere – ancora Papa Francesco - vedere lo spettacolo di questi giorni in cui esseri umani vengono trattati come merce».

Una scelta di silenzio e di preghiera quella proposta da Sant’Egidio, in cui verranno ricordarti alcuni profughi che sono morti in questi ultimi mesi e di cui si conoscono tratti di storia, per non dimenticare il dolore che hanno vissuto, quello delle loro famiglie e quello di chi, sopravvissuto, li ha visti inghiottire dal mare. Nomi da ricordare, ma anche i tanti di cui nulla si sa. Le Comunità di Sant’Egidio della Sicilia accolgono quotidianamente i rifugiati allo sbarco, ma anche le loro salme: un pasto e un fiore per chi ce l’ha fatta e per chi ha perso la vita. Un fiore verrà consegnato a ciascuno al termine della veglia di preghiera, per non dimenticare la bellezza di ogni vita.

Hanno aderito alla veglia anche la Fondazione Migrantes, Liberazione e Speranza onlus, l’Acli, l’Usmi diocesano e i Gruppi di Volontariato Vincenziano.

mo.c.


NOVARA – Una veglia di preghiera dal titolo “Morire di speranza. Preghiera in memoria di quanti perdono la vita per raggiungere l’Europa”, per non dimenticare tutti quei profughi, che, in viaggio verso le nostre coste, alla ricerca di un po’ di serenità e di un futuro, perdono la vita.

L’iniziativa è promossa dalla Comunità di S. Egidio ed è in programma giovedì 25 giugno, alle 21, al Santuario di Maria Ausiliatrice, in baluardo Lamarmora 14 (la chiesa dei Salesiani).

A presiedere la veglia sarà il vescovo di Novara, monsignor Franco Giulio Brambilla. Su invito della Comunità di Sant’Egidio, dunque, la città è chiamata a riunirsi intorno al suo vescovo per non dimenticare che i profughi che arrivano sulle nostre coste hanno, e in questo caso la Comunità cita Papa Francesco, «storie che ci fanno piangere e vergognare: esseri umani, nostri fratelli e sorelle, figli di Dio che, spinti anch'essi dalla volontà di vivere e lavorare in pace, affrontano viaggi massacranti e subiscono ricatti, torture, soprusi di ogni genere, per finire a volte a morire nel deserto o in fondo al mare». Il pontefice, infatti, nella sua visita pastorale a Torino non ha mancato di ricordarli, a cominciare dal suo primo incontro con il mondo del lavoro la scorsa domenica in piazzetta reale. «Fa piangere – ancora Papa Francesco - vedere lo spettacolo di questi giorni in cui esseri umani vengono trattati come merce».

Una scelta di silenzio e di preghiera quella proposta da Sant’Egidio, in cui verranno ricordarti alcuni profughi che sono morti in questi ultimi mesi e di cui si conoscono tratti di storia, per non dimenticare il dolore che hanno vissuto, quello delle loro famiglie e quello di chi, sopravvissuto, li ha visti inghiottire dal mare. Nomi da ricordare, ma anche i tanti di cui nulla si sa. Le Comunità di Sant’Egidio della Sicilia accolgono quotidianamente i rifugiati allo sbarco, ma anche le loro salme: un pasto e un fiore per chi ce l’ha fatta e per chi ha perso la vita. Un fiore verrà consegnato a ciascuno al termine della veglia di preghiera, per non dimenticare la bellezza di ogni vita.

Hanno aderito alla veglia anche la Fondazione Migrantes, Liberazione e Speranza onlus, l’Acli, l’Usmi diocesano e i Gruppi di Volontariato Vincenziano.

mo.c.


 

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