Hamad, Giovani Musulmani d’Italia: “Siamo musulmani e anche novaresi”

Hamad, Giovani Musulmani d’Italia: “Siamo musulmani e anche novaresi”
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NOVARA - «La nostra risposta è sempre la stessa: lavorare, portando avanti le nostre iniziative con i giovani musulmani e tutti i giovani, e non solo, della comunità novarese, dove siamo per la maggior parte nati e cresciuti e di cui ci sentiamo cittadini. Siamo musulmani e anche novaresi e abbiamo moltissimi amici in città, tanto italiani quanto stranieri. E’ la risposta che abbiamo dato sin dall’inizio di queste provocazioni, di ‘post’ e commenti sui social e di comunicati che ci hanno attaccato senza un motivo plausibile, interventi in cui, in più occasioni e in maniera provocatoria e probabilmente per un interesse politico, ci han voluto equiparare a terroristi».Sono le parole di Mohamed Hamad, membro del direttivo nazionale dei Giovani Musulmani d’Italia ed ex responsabile della sezione novarese dei GMI, gruppo che si ritrova nei locali del Centro culturale Al Amal di via della Riotta. Parole con cui spiega le sensazioni che vive un giovane musulmano, integrato nel territorio in cui abita, dinanzi a episodi come il post del consigliere comunale di Fratelli d’Italia (FdI), Ivan De Grandis, in cui il leader di NoiXNovara parlava di una vittima di Dacca in un modo per molti definito offensivo, per altrettanti ancora, invece, avrebbe semplicemente illustrato «com’è la situazione attuale».«Non è il primo episodio in cui De Grandis provoca – sostiene Hamad – Quest’ultimo post, sul quale non voglio soffermarmi, ha colpito anche me molto, per la sua violenza. E’ un clima, questo, che si è creato da qualche tempo e, spesso, per non conoscenza, per non voler approfondire le cose. Proprio De Grandis qualche giorno dopo un evento che avevamo organizzato, “Un giovane sul palco”, vedendo un post del sindaco Ballarè, scrisse qualcosa come, ora non lo ricordo con esattezza, “Il sindaco sale sul palco dei Giovani Musulmani, sono questi gli autori degli attentati in Francia”, sostenendo, in questo modo, che noi siamo terroristi. Ignorammo questo intervento, ma le cose non mutarono. Partecipammo alla manifestazione in piazza in memoria delle vittime, promossa dal Comune senza bandiere, senza simboli del Pd e neppure dei GMI e lui giunse con una bandiera nera con la dicitura “No al terrorismo islamico”. Difficile far capire quello che noi giovani provammo in quel momento, noi che siamo musulmani e non siamo terroristi, noi che condanniamo il terrorismo. La radice di Islam rimanda a Salam, ‘pace’, non a questi atti che stiamo vedendo, ultimo quello di Nizza. In questi casi persone che non reputo vere musulmane hanno compiuto qualcosa di inumano. Era una chiara provocazione. Ma anche allora preferimmo la calma, segnalando alle Forze dell’Ordine presenti bandiera e scritta».

mo.c.

Per saperne di più leggi il Corriere di Novara in edicola lunedì 18 luglio

NOVARA - «La nostra risposta è sempre la stessa: lavorare, portando avanti le nostre iniziative con i giovani musulmani e tutti i giovani, e non solo, della comunità novarese, dove siamo per la maggior parte nati e cresciuti e di cui ci sentiamo cittadini. Siamo musulmani e anche novaresi e abbiamo moltissimi amici in città, tanto italiani quanto stranieri. E’ la risposta che abbiamo dato sin dall’inizio di queste provocazioni, di ‘post’ e commenti sui social e di comunicati che ci hanno attaccato senza un motivo plausibile, interventi in cui, in più occasioni e in maniera provocatoria e probabilmente per un interesse politico, ci han voluto equiparare a terroristi».Sono le parole di Mohamed Hamad, membro del direttivo nazionale dei Giovani Musulmani d’Italia ed ex responsabile della sezione novarese dei GMI, gruppo che si ritrova nei locali del Centro culturale Al Amal di via della Riotta. Parole con cui spiega le sensazioni che vive un giovane musulmano, integrato nel territorio in cui abita, dinanzi a episodi come il post del consigliere comunale di Fratelli d’Italia (FdI), Ivan De Grandis, in cui il leader di NoiXNovara parlava di una vittima di Dacca in un modo per molti definito offensivo, per altrettanti ancora, invece, avrebbe semplicemente illustrato «com’è la situazione attuale».«Non è il primo episodio in cui De Grandis provoca – sostiene Hamad – Quest’ultimo post, sul quale non voglio soffermarmi, ha colpito anche me molto, per la sua violenza. E’ un clima, questo, che si è creato da qualche tempo e, spesso, per non conoscenza, per non voler approfondire le cose. Proprio De Grandis qualche giorno dopo un evento che avevamo organizzato, “Un giovane sul palco”, vedendo un post del sindaco Ballarè, scrisse qualcosa come, ora non lo ricordo con esattezza, “Il sindaco sale sul palco dei Giovani Musulmani, sono questi gli autori degli attentati in Francia”, sostenendo, in questo modo, che noi siamo terroristi. Ignorammo questo intervento, ma le cose non mutarono. Partecipammo alla manifestazione in piazza in memoria delle vittime, promossa dal Comune senza bandiere, senza simboli del Pd e neppure dei GMI e lui giunse con una bandiera nera con la dicitura “No al terrorismo islamico”. Difficile far capire quello che noi giovani provammo in quel momento, noi che siamo musulmani e non siamo terroristi, noi che condanniamo il terrorismo. La radice di Islam rimanda a Salam, ‘pace’, non a questi atti che stiamo vedendo, ultimo quello di Nizza. In questi casi persone che non reputo vere musulmane hanno compiuto qualcosa di inumano. Era una chiara provocazione. Ma anche allora preferimmo la calma, segnalando alle Forze dell’Ordine presenti bandiera e scritta».

mo.c.

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