«Ho deciso di andare piu? veloce della malattia»

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Da sportiva da divanoa componente di un team di runners che competono anche nelle mezze maratone. In mezzo un tumore al seno che lha costretta ad una menopausa precoce. Ela storia di Marika Iannone, 29 anni, novarese di nascita e milanese dadozione, da questanno parte della squadra Pink is Goodil Running Team della Fondazione Veronesi che unisce una ventina di donne operate di cancro. Un gruppo che si allena non solo per un traguardo sportivo ma per dimostrare che dopo un carcinoma mammario e? possibile tornare a vivere, anche piu? forti di prima. Marika ha scoperto di essere malata a luglio 2014, quando aveva solo 27 anni. «A maggio di quellanno mi sono resa conto che qualcosa nel mio seno sinistro non andava, il capezzolo si ritraeva in modo anomalo e avvertivo un certo fastidio racconta Il primo consulto con un medico di Milano mi avrebbe dovuto rassicurare: mi disse che era una ciste che sarebbe rientrata da sola con qualche pastiglia. Io pero? continuavo a non sentirmi tranquilla». Guidata da un sesto senso incredibile, Marika decide di fare un secondo approfondimento; stavolta si fa visitare allospedale di Novara dal chirurgo che aveva operato sua nonna di tumore alla mammella. Anche il medico vuole vederci piu? chiaro e lago aspirato non lascia adito a dubbi: e? un cancro. «Sono stata operata quasi subito, il 1° agosto 2014 ricorda Marika Si trattava di una forma di tumore sensibile agli ormoni quindi ho evitato linvasivita? della chemioterapia a favore di radioterapia e cura ormonale». Non e? comunque una passeggiata: i cicli di radioterapia sono 35 e la terapia con gli ormoni porta Marika in menopausa precoce. «Le mie ossa soffrono per losteoporosi, ho vampate di calore e la mattina faccio molta fatica ad alzarmi dal letto e, quando hai 29 anni, questo e? ovviamente un postrano spiega La mia vita per il resto pero? e? tornata quella di prima». Con una novita?: lamore per la corsa. Eancora una volta lintuito a guidare Marika verso il progetto della Fondazione Veronesi. Mentre ad ottobre 2014 si sta sottoponendo alle cure per il tumore, segue in televisione la prima edizione della Pink Parade, la corsa a sostegno della ricerca della Fondazione Veronesi per combattere il tumore al seno. «Vedevo e ascoltavo le storie di donne come me che avevano deciso di andare letteralmente piu? veloce della malattia e ho capito che, appena sarei stata meglio, avrei voluto correre anchio» rivela Marika. Detto, fatto: la sua domanda per entrare nel team delle runners Pink is goodviene accolta ad inizio 2016 e cominciano gli allenamenti per partecipare alla mezza maratona di Amsterdam di inizio ottobre. «Non ho mai fatto attivita? fisica in vita mia, sono pigra per definizione, eppure ce lho fatta annuncia Marika Non ho corso lintera 21 km, ma il percorso da 8 km e ancora adesso continuo ad allenarmi 2/3 volte a settimana». Una routine che e? diventata una vera e propria terapia. «Le altre ragazze del team mi hanno aiutato molto continua Cosi? come e? davvero bello poter condividere insieme le esperienze legate al cancro».

Lucia Panagini

Da “sportiva da divano” a componente di un team di runners che competono anche nelle mezze maratone. In mezzo un tumore al seno che l’ha costretta ad una menopausa precoce. E’ la storia di Marika Iannone, 29 anni, novarese di nascita e milanese d’adozione, da quest’anno parte della squadra “Pink is Good” il Running Team della Fondazione Veronesi che unisce una ventina di donne operate di cancro. Un gruppo che si allena non solo per un traguardo sportivo ma per dimostrare che dopo un carcinoma mammario e? possibile tornare a vivere, anche piu? forti di prima. Marika ha scoperto di essere malata a luglio 2014, quando aveva solo 27 anni. «A maggio di quell’anno mi sono resa conto che qualcosa nel mio seno sinistro non andava, il capezzolo si ritraeva in modo anomalo e avvertivo un certo fastidio – racconta – Il primo consulto con un medico di Milano mi avrebbe dovuto rassicurare: mi disse che era una ciste che sarebbe rientrata da sola con qualche pastiglia. Io pero? continuavo a non sentirmi tranquilla». Guidata da un sesto senso incredibile, Marika decide di fare un secondo approfondimento; stavolta si fa visitare all’ospedale di Novara dal chirurgo che aveva operato sua nonna di tumore alla mammella. Anche il medico vuole vederci piu? chiaro e l’ago aspirato non lascia adito a dubbi: e? un cancro. «Sono stata operata quasi subito, il 1° agosto 2014 – ricorda Marika – Si trattava di una forma di tumore sensibile agli ormoni quindi ho evitato l’invasivita? della chemioterapia a favore di radioterapia e cura ormonale». Non e? comunque una passeggiata: i cicli di radioterapia sono 35 e la terapia con gli ormoni porta Marika in menopausa precoce. «Le mie ossa soffrono per l’osteoporosi, ho vampate di calore e la mattina faccio molta fatica ad alzarmi dal letto e, quando hai 29 anni, questo e? ovviamente un po’ strano – spiega – La mia vita per il resto pero? e? tornata quella di prima». Con una novita?: l’amore per la corsa. E’ ancora una volta l’intuito a guidare Marika verso il progetto della Fondazione Veronesi. Mentre ad ottobre 2014 si sta sottoponendo alle cure per il tumore, segue in televisione la prima edizione della Pink Parade, la corsa a sostegno della ricerca della Fondazione Veronesi per combattere il tumore al seno. «Vedevo e ascoltavo le storie di donne come me che avevano deciso di andare letteralmente piu? veloce della malattia e ho capito che, appena sarei stata meglio, avrei voluto correre anch’io» rivela Marika. Detto, fatto: la sua domanda per entrare nel team delle runners “Pink is good” viene accolta ad inizio 2016 e cominciano gli allenamenti per partecipare alla mezza maratona di Amsterdam di inizio ottobre. «Non ho mai fatto attivita? fisica in vita mia, sono pigra per definizione, eppure ce l’ho fatta – annuncia Marika – Non ho corso l’intera 21 km, ma il percorso da 8 km e ancora adesso continuo ad allenarmi 2/3 volte a settimana». Una routine che e? diventata una vera e propria terapia. «Le altre ragazze del team mi hanno aiutato molto – continua – Cosi? come e? davvero bello poter condividere insieme le esperienze legate al cancro».

Lucia Panagini

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