I Consigli comunali sciolgono l’Unione del Cusio

I Consigli comunali sciolgono l’Unione del Cusio
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Approvato dal Consiglio comunale gozzanese lo scioglimento dell’Unione dei Comuni del Cusio (sorta il 14 dicembre 2001 e comprendente cinque realtà comunali), sulla base di una proposta espressa, a metà novembre, dalla Giunta. Erano presenti i sindaci Carla Biscuola (che è anche presidente dell’Unione) per Gozzano; Chiara Barbieri (Briga Novarese), Pietro Guidetti (Gargallo), Maria Eliana Paracchini (Pogno), Augusto Cavagnino (Soriso). Già ad agosto un’altra delibera di Giunta aveva anticipato la possibilità di avviare lo scioglimento per problematiche economiche e organizzative. La gestione associata proseguirà “temporaneamente fino al 31 dicembre 2016”. L’Unione soffre, era stato ribadito a più voci, limitazioni organizzative, incrementate da “nuove disposizioni regionali soprattutto in materia di 

Approvato dal Consiglio comunale gozzanese lo scioglimento dell’Unione dei Comuni del Cusio (sorta il 14 dicembre 2001 e comprendente cinque realtà comunali), sulla base di una proposta espressa, a metà novembre, dalla Giunta. Erano presenti i sindaci Carla Biscuola (che è anche presidente dell’Unione) per Gozzano; Chiara Barbieri (Briga Novarese), Pietro Guidetti (Gargallo), Maria Eliana Paracchini (Pogno), Augusto Cavagnino (Soriso). Già ad agosto un’altra delibera di Giunta aveva anticipato la possibilità di avviare lo scioglimento per problematiche economiche e organizzative. La gestione associata proseguirà “temporaneamente fino al 31 dicembre 2016”. L’Unione soffre, era stato ribadito a più voci, limitazioni organizzative, incrementate da “nuove disposizioni regionali soprattutto in materia di contributi economici”. La delibera definisce le Unioni “strumento per il passaggio” verso ipotesi di aggregazione o lavoro “più impegnativo” con riferimento a “razionalizzazione di servizi e gestione congiunta del personale”, da gestire “concretamente e totalmente dall'Unione… quindi occorrerebbe un salto di qualità con la gestione unitaria del personale dipendente”. Proposto lo scioglimento dell’or gano sovracomunale nel rispetto del Regolamento che ne prevedeva la durata in trent’anni, con l’ipotesi di interruzione quando “non sia rinnovata allo spirare del termine o quando vengano meno i requisiti di legge previsti per la sua costituzione, fermo restando che in caso di scioglimento le funzioni fondamentali dovranno essere comunque svolte in forma associata da parte dei Comuni interessati”. Da definirsi “gli effetti del recesso relativamente al patrimonio e ai rapporti giuridici in corso”. L’Unione sarà sciolta, in modo consensuale, con deliberazioni di tutti i Consigli dei Comuni membri, recepite dal Consiglio dell’Unione e adottate con le procedure e la maggioranza richieste… Lo scioglimento avrà efficacia sei mesi dopo l’adozione delle deliberazioni (quindi presumibilmente dal 1° luglio del prossimo anno) e della presa d’atto del Consiglio dell’Unione. Il presidente pro-tempore assumerà le funzioni di commissario liquidatore. La delibera è già stata approvata a Gargallo, mentre entro il 20 dicembre – spiega Biscuola –dovranno seguire gli altri per poter giungere entro fine dell’anno alla deliberazione dell’Unione. Biscuola, dicendosi dispiaciuta per la decisione «non essendo riusciti a portare avanti un progetto forse troppo ambizioso», ha ribadito di «aver sempre creduto nell’Unione, avendo partecipato alla sua nascita ‘da tecnico’; progetto che aveva come obiettivo di legare i Comuni del lago», e ha precisato che sulle prospettive future si dovrà discutere già a partire dalla riunione di Giunta del 13 dicembre. Tra le ipotesi alcune convenzioni. Alla seduta consiliare gozzanese ha partecipato la minoranza di “Insieme per Gozzano” (che ha votato contro l’approvazione). Riferisce il capogruppo, Laura Noro, che l’argomento non era stato previsto nel Consiglio dell’Unione (di cui fanno parte anche componenti delle minoranze consiliari dei cinque Comuni: per Gozzano, Zanetti Chini e Valsesia), ma solo in Giunta. «Lo scioglimento rappresenta, per noi, un grande fallimento – ha affermato– e abbiamo cercato, in Consiglio comunale, di provare a sostenerne la difesa». Rilevati i motivi che hanno indotto la Regione Piemonte (che ha posto l’Unione cusiana al 46esimo posto su cinquanta) a non erogare i finanziamenti previsti a causa del numero ridotto di funzioni condivise. Sottolineata anche l’eventuale criticità a livello occupazionale con paventata contrazione di posti di lavoro, sollevata dalle Organizzazioni sindacali. Su questo punto il primo cittadino ha assicurato invece che i dipendenti assegnati all’Unione, con il suo scioglimento, “tornano in capo al Comune di provenienza".

m.a.t.

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