«I “portoghesi” ci costano 500mila euro»

«I “portoghesi” ci costano 500mila euro»
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NOVARA - «Non possiamo negare che la situazione rimane preoccupante». Marzio Liuni, presidente della “Sun”, l’azienda interamente partecipata dal Comune di Novara che gestisce il trasporto pubblico locale, preferisce non sbilanciarsi di fronte alla notizia dell’approvazione di un emendamento presentato dalla Giunta di Palazzo Lascaris al disegno di legge regionale che, fra le diverse novità, dovrebbe conferire ai “verificatori del titolo di viaggio” (questa la funzione formale dei “controllori) la qualifica di agenti di polizia amministrativa. Questo, nelle intenzioni del legislatore, per consentire “una maggiore tutela, di carattere penalistico, nei confronti dell’utenza”.
Le perplessità di Liuni, dati alla mano, sono dovute al fatto che, a quasi tre anni ormai dalla novità introdotta dell’obbligatorietà di esibire all’autista il biglietto al momento dell’accesso al mezzo, «quella dei viaggiatori abusivi rimane una piaga tutt’altro facile da estirpare». I “conti”, come si diceva, sono presto fatti: «Bastano in media due “portoghesi” per ogni corsa per provocare un ammanco per l’azienda di qualcosa come cinquecentomila euro all’anno». Ma chi viene “pizzicato” senza biglietto non dovrebbe essere sanzionato sul posto? «E’ vero. Però nella maggior parte dei casi ci si trova di fronte a persone senza documenti e che risultano impossibilitate a pagare; e non stiamo parlando solo di stranieri, anche se sono in stragrande maggioranza. Da questo punto di vista la procedura per la sanzione amministrativa è automatica, con tanto di successiva iscrizione a ruolo. Purtroppo, però, anche in questo caso il recupero delle somme risulta difficile e più del 60% dei soldi sono da considerarsi persi…».
Per Liuni l’incremento delle azioni di controllo sono quasi impossibili, sia dal punto di vista pratico («Come pensare di agire in occasione delle corse in orari di punta, quando alcune corse risultano particolarmente affollater?») che dal punto di vista economico: «Tornare alle origini, con la presenza a bordo di un “bigliettaio”, implicherebbe dei costi che l’azienda non sarebbe in grado assolutamente di sostenere».
Luca Mattioli

NOVARA - «Non possiamo negare che la situazione rimane preoccupante». Marzio Liuni, presidente della “Sun”, l’azienda interamente partecipata dal Comune di Novara che gestisce il trasporto pubblico locale, preferisce non sbilanciarsi di fronte alla notizia dell’approvazione di un emendamento presentato dalla Giunta di Palazzo Lascaris al disegno di legge regionale che, fra le diverse novità, dovrebbe conferire ai “verificatori del titolo di viaggio” (questa la funzione formale dei “controllori) la qualifica di agenti di polizia amministrativa. Questo, nelle intenzioni del legislatore, per consentire “una maggiore tutela, di carattere penalistico, nei confronti dell’utenza”.
Le perplessità di Liuni, dati alla mano, sono dovute al fatto che, a quasi tre anni ormai dalla novità introdotta dell’obbligatorietà di esibire all’autista il biglietto al momento dell’accesso al mezzo, «quella dei viaggiatori abusivi rimane una piaga tutt’altro facile da estirpare». I “conti”, come si diceva, sono presto fatti: «Bastano in media due “portoghesi” per ogni corsa per provocare un ammanco per l’azienda di qualcosa come cinquecentomila euro all’anno». Ma chi viene “pizzicato” senza biglietto non dovrebbe essere sanzionato sul posto? «E’ vero. Però nella maggior parte dei casi ci si trova di fronte a persone senza documenti e che risultano impossibilitate a pagare; e non stiamo parlando solo di stranieri, anche se sono in stragrande maggioranza. Da questo punto di vista la procedura per la sanzione amministrativa è automatica, con tanto di successiva iscrizione a ruolo. Purtroppo, però, anche in questo caso il recupero delle somme risulta difficile e più del 60% dei soldi sono da considerarsi persi…».
Per Liuni l’incremento delle azioni di controllo sono quasi impossibili, sia dal punto di vista pratico («Come pensare di agire in occasione delle corse in orari di punta, quando alcune corse risultano particolarmente affollater?») che dal punto di vista economico: «Tornare alle origini, con la presenza a bordo di un “bigliettaio”, implicherebbe dei costi che l’azienda non sarebbe in grado assolutamente di sostenere».
Luca Mattioli

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