«Il castello come luogo di comunità»

«Il castello come luogo di comunità»
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NOVARA  - Fra due mesi si concluderanno i lavori di restauro e conservazione del castello sforzesco di Novara e al 31 dicembre 2015 saranno chiusi anche i conti da presentare alla Regione Piemonte, ente che ha doviziosamente finanziato il progetto.Ora bisogna dare risposta all’interrogativo principe dall’inizio di questa avventura, ossia come gestire tutti questi spazi e, mantenendo gli obiettivi originari di polo culturale così come prevede l’accordo con le Soprintendenze, con quali attività integrare i servizi offerti, per rendere la gestione economicamente sostenibile nel tempo.L’assunto è che, a differenza che in passato quando si pensò al riuso della struttura e delle sue pertinenze che occupano  una porzione molto grande del centro città, l’Amministrazione non ha più la possibilità di risanare conti  per iniziative che non siano d’istituto. La riduzione dei trasferimenti da parte degli Enti sovra ordinati (Stato e Regione), le disposizione di riduzione della spesa pubblica fatte dal Governo, obbligano gli enti locali a condurre una gestione del bilancio comunale molto parsimoniosa, sulla quale vigila la Corte dei Conti.L’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco, Nicola Fonzo, che oltre tre anni fa ha iniziato ad occuparsi del progetto per portarlo a termine, riferisce che «l’Amministrazione è pronta per  pubblicare un avviso che invita a una manifestazione di interesse da cui scaturirà il bando di gestione. Se si rispetterà la tempistica che ci siamo dati  - spiega – a gennaio dovremmo avere già il soggetto che gestirà, a cui dovrà essere concesso il tempo per mettere a punto gli interventi».
Fonzo illustra anche l’antefatto prima di arrivare alle soglie della gestione che compete alla Fondazione Castello. «La  fondazione – aggiunge Fonzo - aveva già dato un incarico allo studio Monti per la proposta di gestione e l’Amministrazione l’ha invitata a chiedere un nuovo studio in base alle attuali trasformazioni che il progetto ha avuto. Già il primo studio Monti ci aveva dato dei suggerimenti rispetto ad alcune caratteristiche. Per esempio aveva consigliato di ridurre gli spazi del museo archeologico, troppo ampi per una materia elitaria che non ha una attrazione molto vasta. Ci aveva inoltre fatto proposte sulla ristorazione, come asset per sostenere il piano di gestione. Forte di questo primo lavoro, l’Amministrazione ha dato allo studio Monti alcuni indirizzi per redigere il testo della manifestazione d’interesse con alcune caratteristiche prioritarie: biblioteca dei ragazzi, sala di lettura per gli studenti ove possano intrattenersi, spazio espositivo per mostre temporanee che attualmente vengono allestite al Broletto, utilizzabilità dei cortili per il cinema all’aperto e i festival, allestimento del museo archeologico nel seminterrato, sala per convegni e incontri allestita in maniera tecnologica con traduzione simultanea e servizi di multimedialità - atta anche ad essere concessa per cene aziendali e di club».

Mariateresa Ugazio

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 3 settembre 2015 

NOVARA  - Fra due mesi si concluderanno i lavori di restauro e conservazione del castello sforzesco di Novara e al 31 dicembre 2015 saranno chiusi anche i conti da presentare alla Regione Piemonte, ente che ha doviziosamente finanziato il progetto.Ora bisogna dare risposta all’interrogativo principe dall’inizio di questa avventura, ossia come gestire tutti questi spazi e, mantenendo gli obiettivi originari di polo culturale così come prevede l’accordo con le Soprintendenze, con quali attività integrare i servizi offerti, per rendere la gestione economicamente sostenibile nel tempo.L’assunto è che, a differenza che in passato quando si pensò al riuso della struttura e delle sue pertinenze che occupano  una porzione molto grande del centro città, l’Amministrazione non ha più la possibilità di risanare conti  per iniziative che non siano d’istituto. La riduzione dei trasferimenti da parte degli Enti sovra ordinati (Stato e Regione), le disposizione di riduzione della spesa pubblica fatte dal Governo, obbligano gli enti locali a condurre una gestione del bilancio comunale molto parsimoniosa, sulla quale vigila la Corte dei Conti.L’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco, Nicola Fonzo, che oltre tre anni fa ha iniziato ad occuparsi del progetto per portarlo a termine, riferisce che «l’Amministrazione è pronta per  pubblicare un avviso che invita a una manifestazione di interesse da cui scaturirà il bando di gestione. Se si rispetterà la tempistica che ci siamo dati  - spiega – a gennaio dovremmo avere già il soggetto che gestirà, a cui dovrà essere concesso il tempo per mettere a punto gli interventi».
Fonzo illustra anche l’antefatto prima di arrivare alle soglie della gestione che compete alla Fondazione Castello. «La  fondazione – aggiunge Fonzo - aveva già dato un incarico allo studio Monti per la proposta di gestione e l’Amministrazione l’ha invitata a chiedere un nuovo studio in base alle attuali trasformazioni che il progetto ha avuto. Già il primo studio Monti ci aveva dato dei suggerimenti rispetto ad alcune caratteristiche. Per esempio aveva consigliato di ridurre gli spazi del museo archeologico, troppo ampi per una materia elitaria che non ha una attrazione molto vasta. Ci aveva inoltre fatto proposte sulla ristorazione, come asset per sostenere il piano di gestione. Forte di questo primo lavoro, l’Amministrazione ha dato allo studio Monti alcuni indirizzi per redigere il testo della manifestazione d’interesse con alcune caratteristiche prioritarie: biblioteca dei ragazzi, sala di lettura per gli studenti ove possano intrattenersi, spazio espositivo per mostre temporanee che attualmente vengono allestite al Broletto, utilizzabilità dei cortili per il cinema all’aperto e i festival, allestimento del museo archeologico nel seminterrato, sala per convegni e incontri allestita in maniera tecnologica con traduzione simultanea e servizi di multimedialità - atta anche ad essere concessa per cene aziendali e di club».

Mariateresa Ugazio

Leggi di più sul Corriere di Novara di giovedì 3 settembre 2015 

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