Il Castello, un’auto che “aspetta la benzina”

Il Castello, un’auto che “aspetta la benzina”
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NOVARA - Qualcuno l’ha paragonato a un’automobile fiammante appena uscita dalla concessionaria, alla quale però occorre rifornirla di carburante per metterla in moto e farla viaggiare. Altri ancora, forse pregustando l’atmosfera natalizia, ha voluto accostarlo a un “bambinello” appena nato… Tra sacro e profano, il primo fine settimana di dicembre ha portato ai novaresi il regalo (molto gradito, vista l’affluenza di gente) di presentare alla città il “nuovo” Castello. Non un’inaugurazione (termine assolutamente bandito da tutti), ma semplicemente la “restituzione” dello storico manufatto a conclusione dei lavori.
«Oggi facciamo una sorta di celebrazione di questo lungo cantiere durato dodici anni - ha detto il sindaco Alessandro Canelli - Si tratta della conclusione dei lavori, ma non la fine degli interventi. Il bambino è nato… - ha aggiunto anche lui - ma ora bisogna vestirlo. E quando dico questo parlo di allestimenti, di efficientamenti energetici… Ma soprattutto bisogna “rivestirlo” di contenuti». Quella, per il primo cittadino, sarà la sfida vera: «Riempire questi spazi con eventi culturali di alto livello, in modo tale che questo luogo, destinato a diventare il polo culturale della città, possa marciare nel migliore dei modi».
A questa anteprima, apertasi alla presenza delle massime autorità e degli ospiti, non potevano mancare coloro che hanno lavorato in prima persona. Come gli architetti Zermani e Grimaldi: «Quattordici anni fa - ha detto il primo - ci siamo avvicinati al corpo di questo castello, dimenticato, anzi, martoriato da alcuni secoli di trascuratezza. Il lavoro è stato quello di “ricostruzione” di una ferita . Ci siamo avvicinati con la consapevolezza che dovevamo usare ogni cura, ogni attenzione, perché si trattava di una ferita dell’intera città». E’ stato portato avanti contemporaneamente un lavoro di costruzione e di scavo, ha aggiunto, «andando verso la terra e il cielo». E mentre si procedeva per «innalzare le mura mancanti abbiamo trovato le origini, la “spina romana” del primo lato del Castello e quindi di Novara. Partendo da questa origine abbiano cercato di dare il nostro contributo nella costruzione del suo futuro. Con questo spirito, con questo atteggiamento, oggi lo restituiamo ai novaresi». Da parte sua Grimaldi, nel ricordare che il cantiere venne avviato nel 2005, ha voluto ringraziare «tutte le maestranze e le tre imprese (la “Romano Costruzioni” di Napoli, “Notarimpresa” di Novara e la “Gsg” di Chivasso, ndr). Grazie alle loro capacità siamo arrivati a ottenere questo risultato. Professionisti che hanno “inventato”, hanno “dialogato” e con un’eccezionale partecipazione di tutti gli enti, di tutti gli uffici, hanno instaurato un rapporto fiduciario interamente compreso. Tante sono le persone che hanno collaborato e meritano di essere ricordate per questo loro sforzo».
Poi il momento musicale, con l’orchestra “Carlo Coccia” diretta dal maestro Paolo Beretta che ha allietato i presenti eseguendo diversi brani di Ennio Morricone, Nino Rota e Nicola Piovani, solo per citarne alcuni) tratti da colonne sonore di film famosi, prima della sorpresa rappresentata da Vittorio Sgarbi. Il noto critico d’arte (e, per sua stessa ammissione, «polemista televisivo») si è presentato poco dopo le 19, accompagnato dal suo particolare “staff”. Non un intervento, ma una visita «da amico». Un “tour” privato nelle varie ali del Castello è stato l’unico “privilegio” a lui concesso, prima di consegnarsi al pubblico per autografi e selfie di rito. Mentre nel cortile iniziava lo spettacolo di luci e di fuochi… Attendendo l’inaugurazione vera e propria.
Luca Mattioli

Leggi di più sul Corriere di Novara di lunedì 5 dicembre 2016

NOVARA - Qualcuno l’ha paragonato a un’automobile fiammante appena uscita dalla concessionaria, alla quale però occorre rifornirla di carburante per metterla in moto e farla viaggiare. Altri ancora, forse pregustando l’atmosfera natalizia, ha voluto accostarlo a un “bambinello” appena nato… Tra sacro e profano, il primo fine settimana di dicembre ha portato ai novaresi il regalo (molto gradito, vista l’affluenza di gente) di presentare alla città il “nuovo” Castello. Non un’inaugurazione (termine assolutamente bandito da tutti), ma semplicemente la “restituzione” dello storico manufatto a conclusione dei lavori.
«Oggi facciamo una sorta di celebrazione di questo lungo cantiere durato dodici anni - ha detto il sindaco Alessandro Canelli - Si tratta della conclusione dei lavori, ma non la fine degli interventi. Il bambino è nato… - ha aggiunto anche lui - ma ora bisogna vestirlo. E quando dico questo parlo di allestimenti, di efficientamenti energetici… Ma soprattutto bisogna “rivestirlo” di contenuti». Quella, per il primo cittadino, sarà la sfida vera: «Riempire questi spazi con eventi culturali di alto livello, in modo tale che questo luogo, destinato a diventare il polo culturale della città, possa marciare nel migliore dei modi».
A questa anteprima, apertasi alla presenza delle massime autorità e degli ospiti, non potevano mancare coloro che hanno lavorato in prima persona. Come gli architetti Zermani e Grimaldi: «Quattordici anni fa - ha detto il primo - ci siamo avvicinati al corpo di questo castello, dimenticato, anzi, martoriato da alcuni secoli di trascuratezza. Il lavoro è stato quello di “ricostruzione” di una ferita . Ci siamo avvicinati con la consapevolezza che dovevamo usare ogni cura, ogni attenzione, perché si trattava di una ferita dell’intera città». E’ stato portato avanti contemporaneamente un lavoro di costruzione e di scavo, ha aggiunto, «andando verso la terra e il cielo». E mentre si procedeva per «innalzare le mura mancanti abbiamo trovato le origini, la “spina romana” del primo lato del Castello e quindi di Novara. Partendo da questa origine abbiano cercato di dare il nostro contributo nella costruzione del suo futuro. Con questo spirito, con questo atteggiamento, oggi lo restituiamo ai novaresi». Da parte sua Grimaldi, nel ricordare che il cantiere venne avviato nel 2005, ha voluto ringraziare «tutte le maestranze e le tre imprese (la “Romano Costruzioni” di Napoli, “Notarimpresa” di Novara e la “Gsg” di Chivasso, ndr). Grazie alle loro capacità siamo arrivati a ottenere questo risultato. Professionisti che hanno “inventato”, hanno “dialogato” e con un’eccezionale partecipazione di tutti gli enti, di tutti gli uffici, hanno instaurato un rapporto fiduciario interamente compreso. Tante sono le persone che hanno collaborato e meritano di essere ricordate per questo loro sforzo».
Poi il momento musicale, con l’orchestra “Carlo Coccia” diretta dal maestro Paolo Beretta che ha allietato i presenti eseguendo diversi brani di Ennio Morricone, Nino Rota e Nicola Piovani, solo per citarne alcuni) tratti da colonne sonore di film famosi, prima della sorpresa rappresentata da Vittorio Sgarbi. Il noto critico d’arte (e, per sua stessa ammissione, «polemista televisivo») si è presentato poco dopo le 19, accompagnato dal suo particolare “staff”. Non un intervento, ma una visita «da amico». Un “tour” privato nelle varie ali del Castello è stato l’unico “privilegio” a lui concesso, prima di consegnarsi al pubblico per autografi e selfie di rito. Mentre nel cortile iniziava lo spettacolo di luci e di fuochi… Attendendo l’inaugurazione vera e propria.
Luca Mattioli

Leggi di più sul Corriere di Novara di lunedì 5 dicembre 2016

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