Il “freddo finto” e il “gelo autoprodotto”

Il “freddo finto” e il “gelo autoprodotto”
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Capodanno gelido in pianura e nei fondivalle. Inequivocabili i dati della rete Arpa Piemonte, che ha registrato minime pungenti a Novara Madonna del Bosco (-4,2 °C), Borgomanero (- 4,3 °C), Cerano (-5,4 °C), Pray (-5,4 °C), Massazza (-5,6 °C), Cameri (-5,8 °C), Masserano (-6,0 °C) e Varallo Pombia (-6,2 °C). Grande contrasto con le aree montane e zone adiacenti (Biella 0,8 °C), dove si e? andati sottozero oltre certe quote (Bielmonte -2,2 °C a 1.480 m, Graglia 1,0 °C a 1.005 m).
La causa e? l’inversione termica generata da un campo di alte pressioni che, salvo la parentesi prenatalizia, insiste da quasi un mese. Una condizione che la fisica atmosferica chiarisce nei dettagli, ma che i patiti dei blog meteorologici sembrano ignorare. Si e? gia? fatto cenno al ‘freddo finto’, un concetto strampalato che vorrebbe sminuire gli effetti della nebbia sul clima padano. Altra idea balzana e? quella del "gelo autoprodotto" riferito agli scenari descritti: l’assenza di correnti determina il ristagno dell’aria nei bassi strati dove, per la scarsa incidenza della radiazione solare e la brevita? del giorno, il terreno tende a raffreddarsi. Non c’e? nessuna ‘autoproduzione’, concetto che la fisica non contempla, ma un adeguamento del sistema alle variabili in gioco, ancor piu? rilevanti nel caso di suoli innevati. Non scordiamo che la Valpadana sta a cavallo del 45° parallelo, la stessa latitudine di Montreal (Canada). Nei fondivalle questa condizione e? esaltata dall’esposizione. Se ad esempio ci si addentra in Valsessera, da Azoglio a Masseranga, a una destra orografica irrigidita dalla galaverna si contrappone l’altra sponda assolata dove, non a caso, sorsero nuclei abitati che d’inverno godono di 6-8 °C in piu?. Tale meccanismo si genera pure nei pianori montani isolati, com’e? il caso della conca ossolana di Devero (1.634 m), dove a Capodanno la minima e? scesa a -11,4 °C mentre al Camparient (1.515 m), sullo spartiacque valsesiano, i sensori segnavano -1,8 °C.
Intanto un nucleo depressionario di origine artica e? giunto sull’Italia ma in Piemonte, grazie alla protezione dall’arco alpino, gli effetti saranno modesti. Non e? anzi escluso che le correnti gelide, impattando da nord con la barriera montana, tracimino verso la pianura come Fo?hn. La secchezza dell’aria e la serenita? del cielo lasceranno in eredita? un po’ di freddo mattutino. Da domenica la rimonta dell’alta pressione portera? ancora clima mite sulle alture.

Stefano Di Battista 

Capodanno gelido in pianura e nei fondivalle. Inequivocabili i dati della rete Arpa Piemonte, che ha registrato minime pungenti a Novara Madonna del Bosco (-4,2 °C), Borgomanero (- 4,3 °C), Cerano (-5,4 °C), Pray (-5,4 °C), Massazza (-5,6 °C), Cameri (-5,8 °C), Masserano (-6,0 °C) e Varallo Pombia (-6,2 °C). Grande contrasto con le aree montane e zone adiacenti (Biella 0,8 °C), dove si e? andati sottozero oltre certe quote (Bielmonte -2,2 °C a 1.480 m, Graglia 1,0 °C a 1.005 m).
La causa e? l’inversione termica generata da un campo di alte pressioni che, salvo la parentesi prenatalizia, insiste da quasi un mese. Una condizione che la fisica atmosferica chiarisce nei dettagli, ma che i patiti dei blog meteorologici sembrano ignorare. Si e? gia? fatto cenno al ‘freddo finto’, un concetto strampalato che vorrebbe sminuire gli effetti della nebbia sul clima padano. Altra idea balzana e? quella del "gelo autoprodotto" riferito agli scenari descritti: l’assenza di correnti determina il ristagno dell’aria nei bassi strati dove, per la scarsa incidenza della radiazione solare e la brevita? del giorno, il terreno tende a raffreddarsi. Non c’e? nessuna ‘autoproduzione’, concetto che la fisica non contempla, ma un adeguamento del sistema alle variabili in gioco, ancor piu? rilevanti nel caso di suoli innevati. Non scordiamo che la Valpadana sta a cavallo del 45° parallelo, la stessa latitudine di Montreal (Canada). Nei fondivalle questa condizione e? esaltata dall’esposizione. Se ad esempio ci si addentra in Valsessera, da Azoglio a Masseranga, a una destra orografica irrigidita dalla galaverna si contrappone l’altra sponda assolata dove, non a caso, sorsero nuclei abitati che d’inverno godono di 6-8 °C in piu?. Tale meccanismo si genera pure nei pianori montani isolati, com’e? il caso della conca ossolana di Devero (1.634 m), dove a Capodanno la minima e? scesa a -11,4 °C mentre al Camparient (1.515 m), sullo spartiacque valsesiano, i sensori segnavano -1,8 °C.
Intanto un nucleo depressionario di origine artica e? giunto sull’Italia ma in Piemonte, grazie alla protezione dall’arco alpino, gli effetti saranno modesti. Non e? anzi escluso che le correnti gelide, impattando da nord con la barriera montana, tracimino verso la pianura come Fo?hn. La secchezza dell’aria e la serenita? del cielo lasceranno in eredita? un po’ di freddo mattutino. Da domenica la rimonta dell’alta pressione portera? ancora clima mite sulle alture.

Stefano Di Battista 

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