Il naufragio del Titanic non fu un incidente

Il naufragio del Titanic non fu un incidente
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Non c’è pace per Alfonso Perotti, il ventenne cameriere di Borgomanero morto nel naufragio del Titanic, affondato al largo di Terranova nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. A centocinque anni di distanza da quello che sembrava essere stato un incidente, provocato forse anche da un errore umano che costò la vita a 1518 tra passeggeri e personale dell’equipaggio, emerge una nuova, sconvolgente verità. Non fu un incidente ma dietro al naufragio ci sarebbe stata la mano diabolica di persone senza scrupoli che volevano a tutti i costi f

Non c’è pace per Alfonso Perotti, il ventenne cameriere di Borgomanero morto nel naufragio del Titanic, affondato al largo di Terranova nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. A centocinque anni di distanza da quello che sembrava essere stato un incidente, provocato forse anche da un errore umano che costò la vita a 1518 tra passeggeri e personale dell’equipaggio, emerge una nuova, sconvolgente verità. Non fu un incidente ma dietro al naufragio ci sarebbe stata la mano diabolica di persone senza scrupoli che volevano a tutti i costi fare colare la nave a picco. Ad esserne convinto è lo storico e scrittore lombardo Claudio Bossi, ritenuto uno dei massimi esperti a livello mondiale della tragedia del Titanic. In una lunga intervista rilasciata recentemente al settimanale “Di più” Bossi scarta l’ipotesi dell’errore umano come causa principale dell’affondamento. “Certo – sostiene Bossi –gli errori umani probabilmente ci sono stati ma molti indizi inducono a pensare che la nave doveva assolutamente affondare. Uno di questi indizi è per esempio il fatto che molti, sia tra i passeggeri, sia tra il personale che lavorava a bordo, all’ultimo momento si siano tirati indietro e non abbiano voluto imbarcarsi. Tra gli addetti alle caldaie a carbone che avevano firmato per lavorare sul Titanic si ritirarono in 163. E questo nonostante fosse il viaggio inaugurale”. Ma chi aveva interesse a provocare un naufragio? “Sulla nave – prosegue nella sua ricostruzione storica Bossi – erano imbarcati nomi eccellenti della finanza statunitense: tra questi John Jacob Astor, Benjamin Guggenheim e Isidor Straus che non tornarono più a casa. Tutti e tre due anni prima sierano opposti alla nascita della Federal Reserve, la banca centrale statunitense. Altri grossi nomi della finanza, tra cui John Pierpont Morgan, della società che finanziava il Titanic, all’ultimo momento non si imbarcò a causa di impegni improvvisi e inderogabili”. E ci sarebbe dell’altro. La nave affondata, sempre secondo Bossi, non era il Titanic ma una nave gemella, la “Olympic ”, rimessa a nuovo dopo un incidente e fatta affondare al posto del Titanic perché “gli armatori in vista del viaggio inaugurale pensarono bene di organizzare una colossale frode ai danni delle compagnie di assicurazioni”. Il “Titanic” avrebbe poi continuato a navigare tranquillamente con il nome di Olympic. Su quella nave, come abbiamo detto, c’era anche il giovane Perotti il cui corpo non venne mai recuperato. Di lui è rimasta solo una fotografia sulla tomba di famiglia al cimitero della Sorga e una targa che le nipoti Emilia, Carmen e Renata hannoc ollocato recentemente. Alfonso era nato a Borgomanero il 15 agosto 1891. A vent'anni, come molti altri suoi connazionali, era partito per l'Inghilterra in cerca di fortuna. A casa aveva lasciato la mamma Emilia Del Piombo, vedova del sarto Giuseppe e i due fratelli minori, Giuseppe e Luigi.A Londra aveva conosciuto Luigi Gatti, un maestro d'albergo che lo aveva ingaggiato assieme ad altri ventidue giovani italiani come cameriere sul Titanic per il viaggio inaugurale di quella che all'epoca era stata definita “la nave più bella e più sicura al mondo”. Il 6 aprile 1912, prima di imbarcarsi dal porto di Southampton, spedì a casa una cartolina. “Cara mamma e fratelli, sono stato qui per due giorni così da potermi imbarcare sulla nave per andare in America. Sarò di ritorno alla fine del mese. Quando mi scriverete, inviate a questo indirizzo: Bowling Green Italian House, Southampton. Io sto bene. Ciao, ciao”. Poi più nulla. Qualche tempo dopo il naufragio la famiglia Perotti ricevette una visita da parte di uno dei superstiti di quella immane tragedia che raccontò che Alfonso era morto da eroe, rinunciando a salire su una scialuppa di salvataggio per far posto ad una giovane mamma.

Carlo Panizza

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