Ilaria Pagin morì sulla provinciale della Valsesia: 6 mesi per omicidio colposo a un autotrasportatore
NOVARA – Sei mesi con la condizionale e il riconoscimento del concorso in colpa del 40% anche della stessa vittima. Ha deciso così oggi pomeriggio, giovedì 15 ottobre, in Tribunale a Novara, il giudice Gianfranco Pezone, al processo per l’incidente mortale che il 13 dicembre 2012, lungo la provinciale 299 della Valsesia, ha visto la morte di Ilaria Pagin, studentessa di 23 anni, che abitava a Ghemme con la famiglia.
Per l’accusa la ragazza sarebbe morta per colpa di una transenna che si è trovata sulla provinciale, ostacolo che l’avrebbe fatta sbandare e finire contro un’autogru che proveniva dalla direzione opposta. Per il pm Vezio Vicuna, che all’ultima udienza aveva chiesto un anno e 4 mesi di reclusione, dal camion di Tommaso Portolesi, autotrasportatore di 38 anni di Ghislarengo (Vercelli), finito alla sbarra con l’accusa di omicidio colposo, sarebbe caduta quella transenna. I
NOVARA – Sei mesi con la condizionale e il riconoscimento del concorso in colpa del 40% anche della stessa vittima. Ha deciso così oggi pomeriggio, giovedì 15 ottobre, in Tribunale a Novara, il giudice Gianfranco Pezone, al processo per l’incidente mortale che il 13 dicembre 2012, lungo la provinciale 299 della Valsesia, ha visto la morte di Ilaria Pagin, studentessa di 23 anni, che abitava a Ghemme con la famiglia.
Per l’accusa la ragazza sarebbe morta per colpa di una transenna che si è trovata sulla provinciale, ostacolo che l’avrebbe fatta sbandare e finire contro un’autogru che proveniva dalla direzione opposta. Per il pm Vezio Vicuna, che all’ultima udienza aveva chiesto un anno e 4 mesi di reclusione, dal camion di Tommaso Portolesi, autotrasportatore di 38 anni di Ghislarengo (Vercelli), finito alla sbarra con l’accusa di omicidio colposo, sarebbe caduta quella transenna. Il camionista è difeso dagli avvocati Carla Zucco e Nicola Bruno, che hanno chiesto l’assoluzione. I famigliari della giovane si sono costituiti parte civile con l’avvocato Federica Gattoni, che ha chiesto un risarcimento del danno di 538mila euro. Un incidente che aveva lasciato sotto shock il conducente dell’autogru che si era scontrato con la giovane, che non aveva notato alcuna transenna lungo la carreggiata. Gli avvocati Zucco e Bruno, nel chiedere l’assoluzione, avevano puntato molto proprio su questo aspetto, ma anche su altri elementi. «Dobbiamo valutare bene cosa è successo – aveva sostenuto l’avvocato Zucco – e non accettare così quanto ci viene
presentato, con una ricostruzione dell’incidente un po’ fantasiosa. Questo, tra l’altro, non basta a confermare eventuali responsabilità. La ricostruzione fatta in loco dice altro. Il conducente dell’autogru dice di non aver visto una transenna».
mo.c.
Per saperne di più leggi l’articolo sul Corriere di Novara in edicola sabato 17 ottobre