In Piemonte cala la dispersione scolastica

In Piemonte cala la dispersione scolastica
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In Piemonte cala la dispersione scolastica, cresce la qualità degli apprendimenti e in particolare in provincia di Novara gli studenti delle agenzie formative raggiungono livelli di apprendimento più elevati di quelli della media regionale. E’ quanto emerge dal rapporto Ires dell’Osservatorio Istruzione e Formazione professionale della Regione presentato il 17 novembre nell’Auditorium della Città metropolitana di Torino. Il documento propone annualmente un’analisi integrata del sistema formativo piemontese, che comprende l’istruzione dalla scuola materna all’università, e la formazione professionale.

Nel 2015 i livelli di scolarizzazione degli adolescenti 14-18enni in Piemonte hanno raggiunto il 95%, un risultato a cui hanno contribuito per il 7,4% i percorsi di istruzione e formazione professionale, che hanno anche favorito la diminuzione del gap tra ragazzi e ragazze e la partecipazione ai corsi degli allievi con cittadinanza straniera.

Al tempo stesso, la dispersione scolastica è calata dal 22,4% del 2004 al 12,6 del 2015, avvicinandosi molto all’obiettivo europeo del 10% entro il 2020. Un traguardo che, tra l’altro, le ragazze hanno già oltrepassato, con un tasso di abbandono dell’8,4% (contro il 16,6% dei coetanei maschi).

Anche dal punto di vista qualitativo, i risultati dell’indagine internazionale Ocse-Pisa sulle competenze degli studenti quindicenni e quelli delle rilevazioni nazionali Invalsi restituiscono un quadro positivo, in gran parte grazie alle performance degli studenti che provengono dagli istituti professionali e dalle agenzie formative. Le rilevazioni Invalsi-Snv 2013/2014 e 2014/2015 relative agli studenti che assolvono l’obbligo scolastico nelle agenzie formative mostrano, in particolare, livelli di apprendimento in italiano e matematica più elevati dei loro omologhi nelle altre grandi regioni del Nord Italia.

Nel 2014/15 il sistema scolastico e formativo ha registrato per la prima volta un calo di iscritti, dopo anni di crescita ininterrotta. Il livello prescolare è quello che più risente del calo degli iscritti. La quota di scolarizzazione nella scuola dell’infanzia, tuttavia, si mantiene sui livelli dell’obiettivo europeo al 2020 (oltre il 95% dei bambini dai 4 anni), raggiunto in Piemonte già da molti anni.

Per i giovani piemontesi è ancora difficile inserirsi nel mondo del lavoro. Nel 2015, a quattro anni dal titolo di studio, lavora il 47,8% dei diplomati rispetto al 61,5% che si registrava nel 2004. Tuttavia, la disoccupazione diminuisce rispetto al 2014 (-1,1%) soprattutto per effetto della flessione della componente giovanile (-16% tra 15-24 anni) e delle persone in cerca del primo impiego (-22%) e il tasso di disoccupazione dei giovani piemontesi nella fascia 15-24 anni passa dal 42,2% del 2014 al 38,1 % del 2015. Questa riduzione si traduce, però, tra i più giovani in un aumento dell’area di inattività (+2,6%) lasciando inalterati i livelli occupazionali.

Nel 2015/16 i percorsi del secondo ciclo sono stati frequentati da oltre 186mila allievi, ancora in crescita nell’ultimo quinquennio, diversamente dagli altri livelli di scuola. La maggior parte degli studenti è impegnato in percorsi tecnico professionali: il 30% frequenta un istituto tecnico (55.845 iscritti), il 18,9% un istituto professionale (35.279 studenti) e il 7,4% un percorso di istruzione e formazione professionale (IeFP) nelle agenzie formative (13.732 allievi). I percorsi liceali - compresi gli indirizzi artistici – contano il restante 43,7% degli iscritti, (81.427 studenti).

I percorsi di qualifica IeFP possono essere realizzati, in regime di sussidiarietà, anche nella scuola: nel 2014/15 sono circa 12.500 gli allievi che hanno frequentato tali percorsi in istituti professionali di Stato. Considerando insieme le due filiere (scuola e agenzie formative) gli iscritti in percorsi IeFP nel 2014/15, salgono complessivamente a 25.800 allievi, pari al 14,2% del totale studenti nel secondo ciclo. Più in dettaglio, costituiscono il 17% degli studenti nelle prime classi, quota che sale al 22,6% in seconda e si attesta al 23,6% in terza.

Per quanto riguarda l’indagine Invalsi-Snv, i risultati per provincia, in italiano e matematica, mettono in evidenza come Cuneo, Asti e Biella siano le province che registrano le performance più elevate. Novara si posiziona in entrambi gli ambiti al di sotto della media regionale ma in linea con quella nazionale (200 punti) mentre la Città Metropolitana di Torino, Alessandria, il Vco e Vercelli mostrano punteggi inferiori alla media regionale nei due ambiti e in linea con la media nazionale solo nelle prove di matematica.

Si segnala inoltre come in provincia di Novara gli studenti delle agenzie formative raggiungono livelli di apprendimento più elevati di quelli della media regionale delle agenzie e superiori a quelli degli omologhi di tutte le altre province piemontesi; nelle province di Asti, del Verbano-Cusio-Ossola, di Cuneo e Biella gli studenti degli istituti professionali mostrano risultati più elevati di quelli della media regionale per indirizzo, sia in italiano che in matematica.

Infine, confrontando direttamente i risultati degli studenti delle due filiere un dato pare di interesse: in provincia di Novara e nella Città Metropolitana di Torino i risultati degli studenti dei corsi di Istruzione e Formazione professionale (IeFP) gestiti dalle agenzie formative, mostrano livelli di apprendimento più elevati, in italiano e matematica, rispetto a quelli degli studenti di istituti professionali, in un contesto di simili caratteristiche socioeconomiche dello “studente tipo” che le frequenta.

Valentina Sarmenghi  

In Piemonte cala la dispersione scolastica, cresce la qualità degli apprendimenti e in particolare in provincia di Novara gli studenti delle agenzie formative raggiungono livelli di apprendimento più elevati di quelli della media regionale. E’ quanto emerge dal rapporto Ires dell’Osservatorio Istruzione e Formazione professionale della Regione presentato il 17 novembre nell’Auditorium della Città metropolitana di Torino. Il documento propone annualmente un’analisi integrata del sistema formativo piemontese, che comprende l’istruzione dalla scuola materna all’università, e la formazione professionale.

Nel 2015 i livelli di scolarizzazione degli adolescenti 14-18enni in Piemonte hanno raggiunto il 95%, un risultato a cui hanno contribuito per il 7,4% i percorsi di istruzione e formazione professionale, che hanno anche favorito la diminuzione del gap tra ragazzi e ragazze e la partecipazione ai corsi degli allievi con cittadinanza straniera.

Al tempo stesso, la dispersione scolastica è calata dal 22,4% del 2004 al 12,6 del 2015, avvicinandosi molto all’obiettivo europeo del 10% entro il 2020. Un traguardo che, tra l’altro, le ragazze hanno già oltrepassato, con un tasso di abbandono dell’8,4% (contro il 16,6% dei coetanei maschi).

Anche dal punto di vista qualitativo, i risultati dell’indagine internazionale Ocse-Pisa sulle competenze degli studenti quindicenni e quelli delle rilevazioni nazionali Invalsi restituiscono un quadro positivo, in gran parte grazie alle performance degli studenti che provengono dagli istituti professionali e dalle agenzie formative. Le rilevazioni Invalsi-Snv 2013/2014 e 2014/2015 relative agli studenti che assolvono l’obbligo scolastico nelle agenzie formative mostrano, in particolare, livelli di apprendimento in italiano e matematica più elevati dei loro omologhi nelle altre grandi regioni del Nord Italia.

Nel 2014/15 il sistema scolastico e formativo ha registrato per la prima volta un calo di iscritti, dopo anni di crescita ininterrotta. Il livello prescolare è quello che più risente del calo degli iscritti. La quota di scolarizzazione nella scuola dell’infanzia, tuttavia, si mantiene sui livelli dell’obiettivo europeo al 2020 (oltre il 95% dei bambini dai 4 anni), raggiunto in Piemonte già da molti anni.

Per i giovani piemontesi è ancora difficile inserirsi nel mondo del lavoro. Nel 2015, a quattro anni dal titolo di studio, lavora il 47,8% dei diplomati rispetto al 61,5% che si registrava nel 2004. Tuttavia, la disoccupazione diminuisce rispetto al 2014 (-1,1%) soprattutto per effetto della flessione della componente giovanile (-16% tra 15-24 anni) e delle persone in cerca del primo impiego (-22%) e il tasso di disoccupazione dei giovani piemontesi nella fascia 15-24 anni passa dal 42,2% del 2014 al 38,1 % del 2015. Questa riduzione si traduce, però, tra i più giovani in un aumento dell’area di inattività (+2,6%) lasciando inalterati i livelli occupazionali.

Nel 2015/16 i percorsi del secondo ciclo sono stati frequentati da oltre 186mila allievi, ancora in crescita nell’ultimo quinquennio, diversamente dagli altri livelli di scuola. La maggior parte degli studenti è impegnato in percorsi tecnico professionali: il 30% frequenta un istituto tecnico (55.845 iscritti), il 18,9% un istituto professionale (35.279 studenti) e il 7,4% un percorso di istruzione e formazione professionale (IeFP) nelle agenzie formative (13.732 allievi). I percorsi liceali - compresi gli indirizzi artistici – contano il restante 43,7% degli iscritti, (81.427 studenti).

I percorsi di qualifica IeFP possono essere realizzati, in regime di sussidiarietà, anche nella scuola: nel 2014/15 sono circa 12.500 gli allievi che hanno frequentato tali percorsi in istituti professionali di Stato. Considerando insieme le due filiere (scuola e agenzie formative) gli iscritti in percorsi IeFP nel 2014/15, salgono complessivamente a 25.800 allievi, pari al 14,2% del totale studenti nel secondo ciclo. Più in dettaglio, costituiscono il 17% degli studenti nelle prime classi, quota che sale al 22,6% in seconda e si attesta al 23,6% in terza.

Per quanto riguarda l’indagine Invalsi-Snv, i risultati per provincia, in italiano e matematica, mettono in evidenza come Cuneo, Asti e Biella siano le province che registrano le performance più elevate. Novara si posiziona in entrambi gli ambiti al di sotto della media regionale ma in linea con quella nazionale (200 punti) mentre la Città Metropolitana di Torino, Alessandria, il Vco e Vercelli mostrano punteggi inferiori alla media regionale nei due ambiti e in linea con la media nazionale solo nelle prove di matematica.

Si segnala inoltre come in provincia di Novara gli studenti delle agenzie formative raggiungono livelli di apprendimento più elevati di quelli della media regionale delle agenzie e superiori a quelli degli omologhi di tutte le altre province piemontesi; nelle province di Asti, del Verbano-Cusio-Ossola, di Cuneo e Biella gli studenti degli istituti professionali mostrano risultati più elevati di quelli della media regionale per indirizzo, sia in italiano che in matematica.

Infine, confrontando direttamente i risultati degli studenti delle due filiere un dato pare di interesse: in provincia di Novara e nella Città Metropolitana di Torino i risultati degli studenti dei corsi di Istruzione e Formazione professionale (IeFP) gestiti dalle agenzie formative, mostrano livelli di apprendimento più elevati, in italiano e matematica, rispetto a quelli degli studenti di istituti professionali, in un contesto di simili caratteristiche socioeconomiche dello “studente tipo” che le frequenta.

Valentina Sarmenghi  

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