Intervento del Sap di Novara sulla possibile chiusura di 23 Questure

Intervento del Sap di Novara sulla possibile chiusura di 23 Questure
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NOVARA – Il Governo ha intenzione di chiudere 23 Questure. Sulla questione interviene, con un comunicato stampa, il Sap, Sindacato autonomo di Polizia, con un intervento a firma del segretario provinciale, Michele Frisia.

“Il Governo vuole chiudere 23 Questure e intanto la Polizia è in difficoltà”, questo il titolo della nota stampa.

NOVARA – Il Governo ha intenzione di chiudere 23 Questure. Sulla questione interviene, con un comunicato stampa, il Sap, Sindacato autonomo di Polizia, con un intervento a firma del segretario provinciale, Michele Frisia.

“Il Governo vuole chiudere 23 Questure e intanto la Polizia è in difficoltà”, questo il titolo della nota stampa.
“Siamo di fronte all’ennesimo, superficiale, tentativo della politica di mettere mano all’apparato della sicurezza. L’ultima trovata del Governo è la chiusura di 23 Questure, tra cui Biella, Asti e Verbania. Quest’ultima verrebbe di nuovo accorpata alla Questura di Novara. Il Sindacato autonomo di Polizia non ci sta; non ci sta a una politica della sicurezza fatta con le percentuali e i righelli. Se è vero che l’attuale situazione richiede tagli e risparmi, ci chiediamo perché i nostri seri progetti di unificazione delle forze di polizia, un enorme macchinario che spende un miliardo all’anno di sprechi e duplicazioni, sia lettera morta. Ci chiediamo perché il Dipartimento di Pubblica Sicurezza e quello dei Vigili del Fuoco siano ancora separati, benché all’interno dello stesso Ministero, con tutte le conseguenti spese. Ci chiediamo perché – continua Frisia – se le strutture della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, contano quasi 250.000 persone, con moltissime sovrapposizioni operative e logistiche, il Governo ha deciso di smantellare il Corpo Forestale dello Stato che conta solamente 7.000 persone di organico su tutto il territorio nazionale. I fatti si commentano da soli. E ora di nuovo, si decide di eliminare quasi il 20% delle Questure solo per far tornare qualche numero e qualche statistica, senza chiedersi l’efficacia di un’operazione del genere, l’impatto sul territorio e la sua sicurezza, nonché il reale risparmio che comporterebbe. Il Sap continua a sostenere che è arrivato l’inderogabile momento in cui la politica deve avere il coraggio di affrontare in maniera organica il problema della sicurezza. Vogliamo parlare ad esempio dell’equipaggiamento delle forze di polizia? Gli Agenti del 2015, in maniera del tutto analoga alle Guardie del 1907, sono dotate solo di pistola, sfollagente in gomma e manette. Peccato che le munizioni di tipo militare delle nostre armi non riescano a invalidare rapidamente gli aggressori, motivo per cui sono già state progressivamente abbandonate dalle forze di polizia dei paesi più evoluti, e sono allo stesso tempo pericolose per i terzi incolpevoli, a causa del loro alto potere di penetrazione dei materiali. Del resto sono state progettate per un impiego completamente diverso da quello di polizia. Peccato che gli sfollagente in dotazione non permettano di effettuare leve articolari per immobilizzare chi oppone resistenza e non possano perciò essere utilizzati se non in situazioni gravi. E peccato infine che in tutto il voluminoso apparato delle nostre leggi non vi sia traccia di una norma che spieghi quando si possono o non si possono utilizzare le manette, lasciando gli operatori in balia degli eventi, degli esposti e delle interpretazioni. Nel frattempo le polizie moderne (e a volte addirittura le Polizia Locali italiane, come è successo a Novara, anche se solamente a seguito dell’ennesimo fatto grave) si stanno dotando da decenni di strumenti più idonei. Spray al peperoncino, fasce in velcro per impedire agli individui esagitati di scalciare e ferire gli operatori, bastoni rigidi per le leve articolari, e il Taser che tramite scariche elettriche superficiali inibisce i movimenti muscolari delle persone da immobilizzare. E mancano tra l’altro anche regole d’ingaggio chiare, che tutelino sia il cittadino che l’operatore di polizia, il cui operato è oggi guidato e sorretto solamente da vuote formule giuridiche che lo relegano, in caso di un contenzioso, inspiegabilmente sempre e comunque dalla parte del torto. Pertanto, in vista di questo nuovo progetto di “cieca” rivisitazione degli uffici di polizia sul territorio, il Sap – conclude la nota stampa – chiede ai rappresentanti della politica di interessarsi attivamente, affinché non siano sempre i cittadini a pagare le spese di scelte troppo spesso prive della necessaria lungimiranza”.

mo.c.

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