Invalida al 100% ma l'indennità di accompagnamento non le spetta

Invalida al 100% ma l'indennità di accompagnamento non le spetta
Pubblicato:
Aggiornato:

BORGOMANERO – Nessuna indennità di accompagnamento per una malata di Alzheimer riconosciuta da tempo invalida civile al 100% ma non meritevole di ottenere l’assegno previsto dalla legge a favore di quelle persone “che non sono ritenute in grado di svolgere autonomamente le abituali attività della vita quotidiana”.  A denunciare l’accaduto è Viviana Beccaro ( nella foto di Panizza) presidente di “Alzheimer Borgomanero onlus”. “La persona a cui è stata negata l’indennità di accompagnamento – spiega Beccaro – e c

BORGOMANERO – Nessuna indennità di accompagnamento per una malata di Alzheimer riconosciuta da tempo invalida civile al 100% ma non meritevole di ottenere l’assegno previsto dalla legge a favore di quelle persone “che non sono ritenute in grado di svolgere autonomamente le abituali attività della vita quotidiana”.  A denunciare l’accaduto è Viviana Beccaro (nella foto di Panizza) presidente di “Alzheimer Borgomanero onlus”. “La persona a cui è stata negata l’indennità di accompagnamento – spiega Beccaro – e che chiamerò Angela (nome di fantasia, ndr) – è uno dei soci fondatori della nostra associazione istituita nel 1999. La sua famiglia è portatrice della forma precoce di Alzheimer. La diagnosi della malattia le era stata fatta nel 2009 quando Angela aveva cinquant’anni , all’Istituto Besta di Milano dove era stato eseguito anche il test genetico che aveva confermato la forma ereditaria della malattia che aveva già colpito in passato sia la nonna che il papà. Angela, sposata e con una figlia che qualche anno fa l’ha resa nonna, a quei tempi lavorava come sarta in un’azienda della zona. Ben presto fu costretta a lasciare il lavoro e dopo una serie di ulteriori accertamenti   era stata riconosciuta invalida al 100% . Ma incredibilmente per ben  due volte le è stata negata l’indennità di accompagnamento”. E questo nonostante Angela non sia più in grado di accudire a se stessa.

Ad appesantire la già drammatica situazione  famigliare un incidente domestico capitato recentemente al marito di Angela che  mentre era intento a trasferire al piano terra della propria casa i mobili della camera da letto in quanto la moglie non è nemmeno  più in grado di fare le scale, si è gravemente ferito ad una mano ed è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. Un episodio che ha indubbiamente appesantito la già critica situazione della famiglia anche dal punto di vista economico perché la donna ha bisogno di un’assistenza continua . Una situazione che “Alzheimer Borgomanero” e i congiunti di Angela hanno voluto rendere pubblica con una  accorata “lettera aperta” scritta “in prima persona singolare” come se a scriverla fosse proprio Angela. “Ho compiuto 56 anni – si legge nella missiva –ma è come se io fossi tornata una bimba di pochi anni, ho bisogno di cure costanti, non sono più in grado di prendermi cura di me stessa, la malattia mi ha fatto regredire, non riesco più a fare nulla da sola. Sono vestita e pulita perché ho chi si prende cura di me, mangio perché c’è chi mi dà da mangiare. Per due anni mio marito ha usufruito della legge 104 che gli ha permesso di prendersi cura di me, ma i due anni sono passati. Un paio di mesi fa i miei famigliari hanno fatto per la seconda volta richiesta dell’assegno di accompagnamento dopo che una prima volta la domanda era stata respinta. Dopo qualche settimana è arrivata la nuova lettera dell’Inps, anche questa negativa. Sono stati molto cortesi. La lettera era indirizzata direttamente a me, peccato che io non sappia più leggere, le parole non hanno per me più significato . Speriamo che la corrispondenza futura venga cortesemente inviata direttamente a chi si prende cura di me e che fa in modo che io sia ancora viva”.

Carlo Panizza

Seguici sui nostri canali