«Io e il Bambin Gesù: una grande sfida»

«Io e il Bambin Gesù: una grande sfida»
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Lo scandalo che ha portato all’arresto dei presunti “corvi” monsignor Vallejo Bala e di Francesca Immacolata Chaouqui, uno dei sette membri laici dell’irreprensibile commissione papale sui conti economici, sta scuotendo il Vaticano e il complesso mondo delle associazioni coinvolte fra cui anche l’ospedale pediatrico Bambin Gesù - di cui è presidente da pochi mesi l’imprenditrice novarese Mariella Enoc -, per i fondi, circa 200 mila euro, che sarebbero stati “stornati” per il restauro dell’attico romano dell’ex segretario di stato, il piemontese cardinal Tarcisio Bertone che si è chiamato fuori, spiegando di non sapere i dettagli delle ristrutturazioni. Non c’è giorno che il caso “Vatileaks 2” non sia sui giornali con qualche novità. E quando le capita di leggere notizie sulla vicenda, pare che il “rimedio” di Mariella Enoc sia quello di  andare in un reparto di bimbi e trascorrere tempo con loro.  Tra un viaggio ed un impegno Mariella Enoc ha trovato il tempo di rispondere ad alcune nostre domande.

Su questa faccenda, presidente, c’è molta attenzione anche negli ambienti diocesani e cattolici novaresi che lei conosce molto bene. Come vive questi momenti? 

«Sono stata chiamata alla presidenza dell’ospedale Bambino Gesù di Roma in un momento molto particolare e per questo non mi è stato facile accettare: ho accettato in spirito di obbedienza e di servizio al Papa per il tramite del suo segretario di stato cardinal Pietro Parolin. La bufera che ha investito l’ospedale mi ha dato un grande dolore perché l’ospedale è una straordinaria realtà dove ricerca scientifica, cura, ed attenzione al bambino e alla sua famiglia si legano insieme ponendo veramente al centro il bambino.  E’ un ospedale aperto al territorio vicino (stiamo andando nelle periferie Roma e nei rom per un’opera di prevenzione), accogliamo molti minori che necessitano di interventi di alta specializzazione da paesi sprovvisti di sufficiente tecnologie e siamo presenti in alcuni paesi orientali per lavorare ma soprattutto per insegnare».

Oltre a tutti gli altri impegni che la investono tra fondazioni e attività lavorative tra Novarese, Piemonte e Lombardia, questo del Bambin Gesù di Roma dev’essere anche una grande sfida personale: è così? 

«Ho accettato una sfida ma non immaginavo fosse di questa portata: la vivo nello spirito benedettino lavorando e pregando. Certo non manca la giustizia e tutto quello che dovesse essere stato tolto all’ospedale, dovrà essere, senza indugio, restituito. In questo so di dovere essere molto forte e determinata».

Roberto Azzoni

Leggi tutta l’intervista sul Corriere di Novara di lunedì 16 novembre 2015 

Lo scandalo che ha portato all’arresto dei presunti “corvi” monsignor Vallejo Bala e di Francesca Immacolata Chaouqui, uno dei sette membri laici dell’irreprensibile commissione papale sui conti economici, sta scuotendo il Vaticano e il complesso mondo delle associazioni coinvolte fra cui anche l’ospedale pediatrico Bambin Gesù - di cui è presidente da pochi mesi l’imprenditrice novarese Mariella Enoc -, per i fondi, circa 200 mila euro, che sarebbero stati “stornati” per il restauro dell’attico romano dell’ex segretario di stato, il piemontese cardinal Tarcisio Bertone che si è chiamato fuori, spiegando di non sapere i dettagli delle ristrutturazioni. Non c’è giorno che il caso “Vatileaks 2” non sia sui giornali con qualche novità. E quando le capita di leggere notizie sulla vicenda, pare che il “rimedio” di Mariella Enoc sia quello di  andare in un reparto di bimbi e trascorrere tempo con loro.  Tra un viaggio ed un impegno Mariella Enoc ha trovato il tempo di rispondere ad alcune nostre domande.

Su questa faccenda, presidente, c’è molta attenzione anche negli ambienti diocesani e cattolici novaresi che lei conosce molto bene. Come vive questi momenti? 

«Sono stata chiamata alla presidenza dell’ospedale Bambino Gesù di Roma in un momento molto particolare e per questo non mi è stato facile accettare: ho accettato in spirito di obbedienza e di servizio al Papa per il tramite del suo segretario di stato cardinal Pietro Parolin. La bufera che ha investito l’ospedale mi ha dato un grande dolore perché l’ospedale è una straordinaria realtà dove ricerca scientifica, cura, ed attenzione al bambino e alla sua famiglia si legano insieme ponendo veramente al centro il bambino.  E’ un ospedale aperto al territorio vicino (stiamo andando nelle periferie Roma e nei rom per un’opera di prevenzione), accogliamo molti minori che necessitano di interventi di alta specializzazione da paesi sprovvisti di sufficiente tecnologie e siamo presenti in alcuni paesi orientali per lavorare ma soprattutto per insegnare».

Oltre a tutti gli altri impegni che la investono tra fondazioni e attività lavorative tra Novarese, Piemonte e Lombardia, questo del Bambin Gesù di Roma dev’essere anche una grande sfida personale: è così? 

«Ho accettato una sfida ma non immaginavo fosse di questa portata: la vivo nello spirito benedettino lavorando e pregando. Certo non manca la giustizia e tutto quello che dovesse essere stato tolto all’ospedale, dovrà essere, senza indugio, restituito. In questo so di dovere essere molto forte e determinata».

Roberto Azzoni

Leggi tutta l’intervista sul Corriere di Novara di lunedì 16 novembre 2015 

 

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