Ius soli: «E’ una questione di sicurezza»

Ius soli: «E’ una questione di sicurezza»
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E’ entrata nel vivo a Palazzo Madama la discussione sullo “ius soli”, il disegno di legge che dovrebbe cambiare le regole per ottenere la cittadinanza italiana ai figli di genitori stranieri nati nel nostro Paese. Un provvedimento fortemente sostenuto dal Pd e dal resto della sinistra, ma che, nello schieramento politico opposto, sta moltiplicando le iniziative contrarie alla sua approvazione.
«Quando entriamo nel merito del tema dello “ius soli” e dello “ius culturae” - ha detto in proposito la senatrice Elena Ferrara (Pd) - parliamo di ragazzi che parlano la nostra lingua, e spesso solo quella. Ragazzi che frequentano le nostre scuole, ma che i nostri figli non possono chiamare connazionali pur facendo parte della medesima comunità. Questo legame tra cittadinanza e comunità fa dello “ius soli” e dello “ius culturae” un elemento imprescindibile di civiltà e di sicurezza. Una comunità che sarà più forte, moderna e sicura, perché la sicurezza oggi passa dal senso di appartenenza».
Per Ferrara è però necessario fare un po’ di chiarezza su alcuni punti «che spesso sono stati strumentalizzati da chi si oppone a questa norma. Non è vero - ha puntualizzato - che i genitori stranieri acquisiscono automaticamente la cittadinanza una volta che il figlio l’ha ottenuta. Non siamo di fronte a una concessione indiscriminata, come accade in Brasile o negli Stati Uniti: si tratta di una legge equilibrata, che accelera l’integrazione vera, dei figli di chi sta in Italia per lavorare o di chi nel nostro Paese studia con profitto. Per questo sarebbe il caso che i detrattori la smettessero con la disinformazione sistematica: con questa legge la cittadinanza non viene concessa a chi nasce in Italia “per caso” o da genitori appena arrivati, a giovani ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica, ai nati da genitori che non lavorano (condizione necessaria per il permesso di soggiorno permanente), e quelli che non frequentano con profitto la scuola e se non si trovano, così come i loro genitori, in Italia da almeno cinque anni».
Un “no” secco alla legge arriva invece dal deputato novarese di “Fratelli d’Italia - Alleanza nazionale”, Gaetano Nastri: «Siamo contro la falsa cultura dell’accoglienza - ha affermato -  Non si può permettere agli extracomunitari di ottenere la cittadinanza italiana per il solo fatto di essere nati nel nostro Paese da genitori in possesso di un permesso di soggiorno o di un titolo di studio conseguito in Italia».
Per Nastri «lo “ius soli” provocherà un’ulteriore divaricazione sociale tra i cittadini italiani e gli extracomunitari in un momento cosi delicato, dove tutti gli altri Paesi Ue hanno voltato le spalle al nostro». E ancora: «La cittadinanza italiana non può essere alcun caso un automatismo, ma piuttosto il frutto della trasmissione di valore secolari. Nell’ordinamento italiano esistono già norne che permettono la naturalizzazione dello straniero nato in Italia e che vi abbia risieduto legalmente e senza interruzioni sino alla maggiore età e che non sia stato condannato per reati di allarme sociale e contro la persona o il patrimonio». Inoltre, secondo il parlamentare novarese, si tratta di una legge che potrebbe creare problemi anche sul piano della sicurezza: «Oggi uno straniero che è stato condannato e ha scontato la sua pena spesso viene allontanato dall’Italia. Con le nuove norme sarà impossibile farlo perché se ha un figlio cittadino avrà diritto di restare con lui. Già oggi l’Italia è il Paese che rilascia il maggior numero di cittadinanze. Il  rischio concreto e quello che la legge sullo “ius soli” sia una sorta di “tana libera tutti”, che servirà ad attrarre ancora più stranieri sul nostro territorio; con il miraggio che ai loro figli che nasceranno in Italia sarà garantita immediatamente la cittadinanza. Una situazione dalla quale loro stessi ne trarrebbero vantaggi».
Quali le strade da percorrere? «Un blocco navale al largo della Libia per impedire ai barconi di partire ed espulsione immediata dei clandestini». Infine, da un punto di vista politico, «questa legge non rappresenta affatto una priorità, perché italiani hanno bisogno di ben altri provvedimenti. Serve un’efficace politica di sicurezza, con adeguati finanziamenti alle nostre Forze dell’ordine, il cui comportamento è davvero eroico, visti i limitati mezzi a disposizione. In sede parlamentare  - ha concluso Nastri - mi impegnerò presentando emendamenti alla Legge di Bilancio, affinché siano aumentate le risorse alla nostra Polizia, alla luce anche del recente episodio accaduto a Novara».
Sempre nel fronte del centro - destra, a livello locale “Forza Italia” incrementerà la sua opposizione nei confronti del provvedimento attraverso gazebi e altri punti d’informazione che saranno allestiti in diverse località della provincia. Francesca Riga, coordinatrice provinciale di “Forza Italia Giovani”, ha raccolto la disponibilità del consigliere provinciale Andrea Crivelli nella realizzazione di questa iniziativa anche attraverso la distribuzione di dépliant.
«La sinistra ha bisogno di nuovi elettori, nuovi iscritti ai sindacati. Questa è una battaglia di civiltà, non bisogna arretrare - hanno spiegato Riga e Crivelli - ci troviamo di fronte a numeri sempre più crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza di un solo Paese».
Non potendo effettuare una “pre - raccolta” di firme per un eventuale referendum abrogativo (la legge non stata infatti ancora approvata e con le elezioni politiche sempre più vicine appare impossibile una consultazione di questo tipo), Riga e Crivelli rilanciano l’idea di informare prima di tutto gli elettori, chiedendo infine «che l’Italia faccia sentire ancora di più la sua voce in materia di sbarchi e sulla redistribuzione negli altri Paesi Ue dei migranti già presenti».
Luca Mattioli

E’ entrata nel vivo a Palazzo Madama la discussione sullo “ius soli”, il disegno di legge che dovrebbe cambiare le regole per ottenere la cittadinanza italiana ai figli di genitori stranieri nati nel nostro Paese. Un provvedimento fortemente sostenuto dal Pd e dal resto della sinistra, ma che, nello schieramento politico opposto, sta moltiplicando le iniziative contrarie alla sua approvazione.
«Quando entriamo nel merito del tema dello “ius soli” e dello “ius culturae” - ha detto in proposito la senatrice Elena Ferrara (Pd) - parliamo di ragazzi che parlano la nostra lingua, e spesso solo quella. Ragazzi che frequentano le nostre scuole, ma che i nostri figli non possono chiamare connazionali pur facendo parte della medesima comunità. Questo legame tra cittadinanza e comunità fa dello “ius soli” e dello “ius culturae” un elemento imprescindibile di civiltà e di sicurezza. Una comunità che sarà più forte, moderna e sicura, perché la sicurezza oggi passa dal senso di appartenenza».
Per Ferrara è però necessario fare un po’ di chiarezza su alcuni punti «che spesso sono stati strumentalizzati da chi si oppone a questa norma. Non è vero - ha puntualizzato - che i genitori stranieri acquisiscono automaticamente la cittadinanza una volta che il figlio l’ha ottenuta. Non siamo di fronte a una concessione indiscriminata, come accade in Brasile o negli Stati Uniti: si tratta di una legge equilibrata, che accelera l’integrazione vera, dei figli di chi sta in Italia per lavorare o di chi nel nostro Paese studia con profitto. Per questo sarebbe il caso che i detrattori la smettessero con la disinformazione sistematica: con questa legge la cittadinanza non viene concessa a chi nasce in Italia “per caso” o da genitori appena arrivati, a giovani ritenuti pericolosi per la sicurezza pubblica, ai nati da genitori che non lavorano (condizione necessaria per il permesso di soggiorno permanente), e quelli che non frequentano con profitto la scuola e se non si trovano, così come i loro genitori, in Italia da almeno cinque anni».
Un “no” secco alla legge arriva invece dal deputato novarese di “Fratelli d’Italia - Alleanza nazionale”, Gaetano Nastri: «Siamo contro la falsa cultura dell’accoglienza - ha affermato -  Non si può permettere agli extracomunitari di ottenere la cittadinanza italiana per il solo fatto di essere nati nel nostro Paese da genitori in possesso di un permesso di soggiorno o di un titolo di studio conseguito in Italia».
Per Nastri «lo “ius soli” provocherà un’ulteriore divaricazione sociale tra i cittadini italiani e gli extracomunitari in un momento cosi delicato, dove tutti gli altri Paesi Ue hanno voltato le spalle al nostro». E ancora: «La cittadinanza italiana non può essere alcun caso un automatismo, ma piuttosto il frutto della trasmissione di valore secolari. Nell’ordinamento italiano esistono già norne che permettono la naturalizzazione dello straniero nato in Italia e che vi abbia risieduto legalmente e senza interruzioni sino alla maggiore età e che non sia stato condannato per reati di allarme sociale e contro la persona o il patrimonio». Inoltre, secondo il parlamentare novarese, si tratta di una legge che potrebbe creare problemi anche sul piano della sicurezza: «Oggi uno straniero che è stato condannato e ha scontato la sua pena spesso viene allontanato dall’Italia. Con le nuove norme sarà impossibile farlo perché se ha un figlio cittadino avrà diritto di restare con lui. Già oggi l’Italia è il Paese che rilascia il maggior numero di cittadinanze. Il  rischio concreto e quello che la legge sullo “ius soli” sia una sorta di “tana libera tutti”, che servirà ad attrarre ancora più stranieri sul nostro territorio; con il miraggio che ai loro figli che nasceranno in Italia sarà garantita immediatamente la cittadinanza. Una situazione dalla quale loro stessi ne trarrebbero vantaggi».
Quali le strade da percorrere? «Un blocco navale al largo della Libia per impedire ai barconi di partire ed espulsione immediata dei clandestini». Infine, da un punto di vista politico, «questa legge non rappresenta affatto una priorità, perché italiani hanno bisogno di ben altri provvedimenti. Serve un’efficace politica di sicurezza, con adeguati finanziamenti alle nostre Forze dell’ordine, il cui comportamento è davvero eroico, visti i limitati mezzi a disposizione. In sede parlamentare  - ha concluso Nastri - mi impegnerò presentando emendamenti alla Legge di Bilancio, affinché siano aumentate le risorse alla nostra Polizia, alla luce anche del recente episodio accaduto a Novara».
Sempre nel fronte del centro - destra, a livello locale “Forza Italia” incrementerà la sua opposizione nei confronti del provvedimento attraverso gazebi e altri punti d’informazione che saranno allestiti in diverse località della provincia. Francesca Riga, coordinatrice provinciale di “Forza Italia Giovani”, ha raccolto la disponibilità del consigliere provinciale Andrea Crivelli nella realizzazione di questa iniziativa anche attraverso la distribuzione di dépliant.
«La sinistra ha bisogno di nuovi elettori, nuovi iscritti ai sindacati. Questa è una battaglia di civiltà, non bisogna arretrare - hanno spiegato Riga e Crivelli - ci troviamo di fronte a numeri sempre più crescenti che alla lunga potrebbero mettere a dura prova il nostro sistema di accoglienza di un solo Paese».
Non potendo effettuare una “pre - raccolta” di firme per un eventuale referendum abrogativo (la legge non stata infatti ancora approvata e con le elezioni politiche sempre più vicine appare impossibile una consultazione di questo tipo), Riga e Crivelli rilanciano l’idea di informare prima di tutto gli elettori, chiedendo infine «che l’Italia faccia sentire ancora di più la sua voce in materia di sbarchi e sulla redistribuzione negli altri Paesi Ue dei migranti già presenti».
Luca Mattioli

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