“L’acqua si sta ”mangiando” un argine dell’Agogna, rischio di allagamenti”

“L’acqua si sta ”mangiando” un argine dell’Agogna, rischio di allagamenti”
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NOVARA – “La potenza della corrente sta erodendo sempre di più un argine dell’Agogna, alcune piante hanno già le radici nell’acqua. Durante un’eventuale piena, tronchi e rami potrebbero finire nel letto del fiume ostruendo i ponti, con il rischio di allagamenti”.

La segnalazione arriva da Luigi Stangalini, ex presidente del CdQ Ovest di Novara sempre attento alle vicende e alle problematiche che interessano quel quartiere.

“Da circa due anni l’acqua si sta ”mangiando” un argine – spiega Stangalini - Quando è stata

realizzata la nuova pista ciclabile dietro l’Esselunga e la chiesetta della Madonna del Bosco, sul lato del fiume verso la zona dello stadio è stata eretta una muraglia di contenimento. Ciò ha però comportato l’aumento della velocità e, quindi, della potenza della corrente. L’acqua sta progressivamente erodendo l’altro argine verso via del Gazzurlo. In alcuni punti, specie presso il vecchio ponte di corso Vercelli, la cosa è molto evidente. Numerose piante hanno già le radici nell’acqua, alcuni rami sono immersi e i tronchi si sono piegati”. 

Filippo Bezio

NOVARA – “La potenza della corrente sta erodendo sempre di più un argine dell’Agogna, alcune piante hanno già le radici nell’acqua. Durante un’eventuale piena, tronchi e rami potrebbero finire nel letto del fiume ostruendo i ponti, con il rischio di allagamenti”.

La segnalazione arriva da Luigi Stangalini, ex presidente del CdQ Ovest di Novara sempre attento alle vicende e alle problematiche che interessano quel quartiere.

“Da circa due anni l’acqua si sta ”mangiando” un argine – spiega Stangalini - Quando è stata realizzata la nuova pista ciclabile dietro l’Esselunga e la chiesetta della Madonna del Bosco, sul lato del fiume verso la zona dello stadio è stata eretta una muraglia di contenimento. Ciò ha però comportato l’aumento della velocità e, quindi, della potenza della corrente. L’acqua sta progressivamente erodendo l’altro argine verso via del Gazzurlo. In alcuni punti, specie presso il vecchio ponte di corso Vercelli, la cosa è molto evidente. Numerose piante hanno già le radici nell’acqua, alcuni rami sono immersi e i tronchi si sono piegati”. 

Filippo Bezio

 

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