L’Asl No taglia, “ma non i servizi”

L’Asl No taglia, “ma non i servizi”
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NOVARA - L’Asl No, con deliberazione n. 750 dello scorso 21 settembre, ha adottato il proprio Atto Aziendale, il documento programmatorio che disciplina l’organizzazione dell’Azienda e descrive le funzioni e le competenze delle proprie Strutture. In stretta aderenza ai dettami regionali, è stata prevista una organizzazione distribuita su tre distinte aree di intervento: territoriale, ospedaliera e prevenzione. “Dal punto di vista dei servizi erogati alla popolazione - si legge in una nota dell’Asl No-  non solo viene garantito il mantenimento degli attuali livelli assistenziali, ma anche, grazie al potenziamento delle sinergie con le altre Aziende Sanitarie – e in particolar modo con l’Azienda ospedaliero universitaria Maggiore della Carità -, si assiste a un aumento dell’offerta, soprattutto, per dare risposta ai bisogni delle persone più fragili, attraverso la valorizzazione del ruolo dei Distretti e dei percorsi integrati ospedale-territorio”. Pertanto, la riduzione dei Dipartimenti Aziendali (da 9 a 7, di cui 1 interaziendale), delle strutture complesse (da 45 a 40) e delle altre strutture semplici e/o a valenza dipartimentale (da 74 a 51) – come richiesto dalle normative nazionali e regionali – “non avrà  - assicurano dall’Asl- alcuna ripercussione sia sul livello quantitativo né tanto meno su quello qualitativo delle prestazioni erogate”. In tale quadro di contrazione delle risorse economico-finanziarie, l’Asl No prevede – in controtendenza – una politica espansiva dei servizi offerti, “prevedendo la creazione ex novo di posti letto di continuità assistenziale a valenza sanitaria – sia per l’area nord, sia per l’area sud – nonché l’attivazione di un hospice per malati terminali che andrà a colmare una lacuna assistenziale dell’area nord dell’azienda”. Inoltre, pur nel rispetto dei tetti di spesa per il personale, “è prevista l’assunzione di nuove figure sanitarie che andranno a colmare i vuoti che i divieti di assunzione di questi ultimi anni hanno causato, vuoti che hanno richiesto sforzi e sacrifici da parte del personale presente al fine di continuare a garantire i livelli di assistenza storicamente erogati”. 

cl.br.

NOVARA - L’Asl No, con deliberazione n. 750 dello scorso 21 settembre, ha adottato il proprio Atto Aziendale, il documento programmatorio che disciplina l’organizzazione dell’Azienda e descrive le funzioni e le competenze delle proprie Strutture. In stretta aderenza ai dettami regionali, è stata prevista una organizzazione distribuita su tre distinte aree di intervento: territoriale, ospedaliera e prevenzione. “Dal punto di vista dei servizi erogati alla popolazione - si legge in una nota dell’Asl No-  non solo viene garantito il mantenimento degli attuali livelli assistenziali, ma anche, grazie al potenziamento delle sinergie con le altre Aziende Sanitarie – e in particolar modo con l’Azienda ospedaliero universitaria Maggiore della Carità -, si assiste a un aumento dell’offerta, soprattutto, per dare risposta ai bisogni delle persone più fragili, attraverso la valorizzazione del ruolo dei Distretti e dei percorsi integrati ospedale-territorio”. Pertanto, la riduzione dei Dipartimenti Aziendali (da 9 a 7, di cui 1 interaziendale), delle strutture complesse (da 45 a 40) e delle altre strutture semplici e/o a valenza dipartimentale (da 74 a 51) – come richiesto dalle normative nazionali e regionali – “non avrà  - assicurano dall’Asl- alcuna ripercussione sia sul livello quantitativo né tanto meno su quello qualitativo delle prestazioni erogate”. In tale quadro di contrazione delle risorse economico-finanziarie, l’Asl No prevede – in controtendenza – una politica espansiva dei servizi offerti, “prevedendo la creazione ex novo di posti letto di continuità assistenziale a valenza sanitaria – sia per l’area nord, sia per l’area sud – nonché l’attivazione di un hospice per malati terminali che andrà a colmare una lacuna assistenziale dell’area nord dell’azienda”. Inoltre, pur nel rispetto dei tetti di spesa per il personale, “è prevista l’assunzione di nuove figure sanitarie che andranno a colmare i vuoti che i divieti di assunzione di questi ultimi anni hanno causato, vuoti che hanno richiesto sforzi e sacrifici da parte del personale presente al fine di continuare a garantire i livelli di assistenza storicamente erogati”. 

cl.br.

 

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