«L’ex Olcese ha potenzialità eccezionali»
NOVARA - «Uno spazio dalle potenzialità eccezionali, un nuovo centro a due passi dal... Centro». Questa in sintesi la reazione dei volontari dei tavoli tematici di Novara21 al termine del sopralluogo all'area dell'ex Olcese. Un'uscita sul campo per immergersi fino in fondo nell'oggetto del confronto che ha coinvolto decine di cittadini e professionisti, nei gruppi di lavoro sulla rigenerazione urbana e sullo sviluppo della città.
«Siamo di fronte ad un esempio classico dei tanti spazi presenti a Novara, enclavi chiuse sia nell'attuale stato di abbandono che un tempo quando erano in attività: aree che devono essere aperte e restituite alla città» spiega l'architetto Antonella Ferrari che con altri colleghi partecipa ai tavoli di Novara 21. Le caserme, l'ex macello, il quinto magazzino, l'attuale sede dell'Ospedale Maggiore e tanti altri spazi per cui immaginare un nuovo futuro sono stati presi in esame dal gruppo di lavoro in una sorta di progettazione partecipata e condivisa, che gli stessi componenti, auspicano come metodo per affrontare i grandi temi irrisolti della città sotto il punto di vista urbanistico.
«L'ex Olcese è un caso emblematico - precisa l'architetto Ferrari - Uno spazio in mano ad un procuratore fallimentare - prosegue Ferrari -cui nessun privato è riuscito fino ad ora ad approcciarsi. Il Comune si è dunque fatto carico di produrre un masterplan, nel 2013, per ipotizzare una nuova modalità di organizzazione e di gestione degli spazi per poi passare di nuovo la palla ai privati... Alle istituzioni il compito di innescare il processo, al privato quello di cogliere l'opportunità». Oltre 45mila metri quadri da ripensare tra valorizzazione di edifici, nuove funzioni e spazi per la comunità. «Un mix urbano e non può essere diversamente - prosegue Ferrari - che generi un nuovo tessuto a maggior ragione in un'area dove già sono evidenti alcuni interventi, il Pisu è la pedonalizzazione di via Bovio, e dove altri sono in previsione, il bando sul quinto magazzino». Un quadro che si inserisce nella riqualificazione dell'area attraversata dal canale Quintino Sella, in cui l'acqua diventa protagonista non solo dal punto di vista decorativo. Soltanto una suggestione? «Serve coraggio e capacità di visione - precisa Ferrari - da parte del pubblico così come dei professionisti. Si parla tanto di marketing territoriale: spazi come quello dell'Olcese, così come le caserme, raccontano storie di una città meravigliosa che è stata. Sono luoghi con fortissima identità che davvero rappresentano opportunità per il futuro: immaginiamo spazi abitativi, commerciali, per valorizzare l'artigianato, ma anche parchi urbani, spazi espositivi... Una città nella città». Novara da ripensare insieme secondo i componenti dei tavoli di Novara21, oltre 400 persone che si sono riunite fino ad oggi in più di 50 incontri. «Sono emerse molte idee ai tavoli, diverse soluzioni e la condivisione sulla necessità di pensare insieme al futuro della comunità - spiega Ferrari - ritengo non secondario - aggiunge - un altro aspetto: tante teste si sono applicate su idee, progetti e problemi e in qualche modo se ne sono fatti carico. Ciascuno di noi si sente chiamato in causa per fare la propria parte».
s.d.
NOVARA - «Uno spazio dalle potenzialità eccezionali, un nuovo centro a due passi dal... Centro». Questa in sintesi la reazione dei volontari dei tavoli tematici di Novara21 al termine del sopralluogo all'area dell'ex Olcese. Un'uscita sul campo per immergersi fino in fondo nell'oggetto del confronto che ha coinvolto decine di cittadini e professionisti, nei gruppi di lavoro sulla rigenerazione urbana e sullo sviluppo della città.
«Siamo di fronte ad un esempio classico dei tanti spazi presenti a Novara, enclavi chiuse sia nell'attuale stato di abbandono che un tempo quando erano in attività: aree che devono essere aperte e restituite alla città» spiega l'architetto Antonella Ferrari che con altri colleghi partecipa ai tavoli di Novara 21. Le caserme, l'ex macello, il quinto magazzino, l'attuale sede dell'Ospedale Maggiore e tanti altri spazi per cui immaginare un nuovo futuro sono stati presi in esame dal gruppo di lavoro in una sorta di progettazione partecipata e condivisa, che gli stessi componenti, auspicano come metodo per affrontare i grandi temi irrisolti della città sotto il punto di vista urbanistico.
«L'ex Olcese è un caso emblematico - precisa l'architetto Ferrari - Uno spazio in mano ad un procuratore fallimentare - prosegue Ferrari -cui nessun privato è riuscito fino ad ora ad approcciarsi. Il Comune si è dunque fatto carico di produrre un masterplan, nel 2013, per ipotizzare una nuova modalità di organizzazione e di gestione degli spazi per poi passare di nuovo la palla ai privati... Alle istituzioni il compito di innescare il processo, al privato quello di cogliere l'opportunità». Oltre 45mila metri quadri da ripensare tra valorizzazione di edifici, nuove funzioni e spazi per la comunità. «Un mix urbano e non può essere diversamente - prosegue Ferrari - che generi un nuovo tessuto a maggior ragione in un'area dove già sono evidenti alcuni interventi, il Pisu è la pedonalizzazione di via Bovio, e dove altri sono in previsione, il bando sul quinto magazzino». Un quadro che si inserisce nella riqualificazione dell'area attraversata dal canale Quintino Sella, in cui l'acqua diventa protagonista non solo dal punto di vista decorativo. Soltanto una suggestione? «Serve coraggio e capacità di visione - precisa Ferrari - da parte del pubblico così come dei professionisti. Si parla tanto di marketing territoriale: spazi come quello dell'Olcese, così come le caserme, raccontano storie di una città meravigliosa che è stata. Sono luoghi con fortissima identità che davvero rappresentano opportunità per il futuro: immaginiamo spazi abitativi, commerciali, per valorizzare l'artigianato, ma anche parchi urbani, spazi espositivi... Una città nella città». Novara da ripensare insieme secondo i componenti dei tavoli di Novara21, oltre 400 persone che si sono riunite fino ad oggi in più di 50 incontri. «Sono emerse molte idee ai tavoli, diverse soluzioni e la condivisione sulla necessità di pensare insieme al futuro della comunità - spiega Ferrari - ritengo non secondario - aggiunge - un altro aspetto: tante teste si sono applicate su idee, progetti e problemi e in qualche modo se ne sono fatti carico. Ciascuno di noi si sente chiamato in causa per fare la propria parte».
s.d.