L’Upo nella formazione del personale sanitario che si recherà in Sierra Leone

L’Upo nella formazione del personale sanitario che si recherà in Sierra Leone
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NOVARA - L’Università del Piemonte Orientale collabora con le associazioni Rainbow for Africa ed Engim Internazionale nella formazione, a distanza e residenziale, degli operatori sanitari che si recheranno in Sierra Leone per portare assistenza alle popolazioni colpite dal virus Ebola. L’emergenza nel continente africano, infatti, è tutt’altro che esaurita ed è quanto mai necessario garantire la sicurezza di medici e infermieri che si recheranno a Lunsar, nel distretto di Port Loko in Sierra Leone.

L’epidemia in Sierra Leone rimane a livelli di guardia e il Paese è ora al primo posto nella classifica degli stati più colpiti con 8069 casi individuati. Complessivamente sono oltre 18.000 i casi individuati tra confermati, probabili e sospetti con circa 6500 decessi segnalati a fine 2014 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli operatori sanitari non correttamente formati a prevenire il contagio stanno pagando un prezzo molto alto per il loro servizio. 639 di loro – il dato provvisorio è di inizio dicembre 2014 – sono stati infettati dal virus Ebola e ben 349 sono morti.

Nei mesi di aprile e maggio è previsto un nuovo corso sponsorizzato da Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo) e Tavola Valdese (Otto per Mille, per quanto concerne la formazione in traumatologia) che ha l’obiettivo di rafforzare le capacità di diagnosi precoce e la gestione dei casi sospetti attraverso il miglioramento della capacità e della qualità dei servizi sanitari per la popolazione adulta e per quella infantile.

Il corso, diviso in tre moduli (uno in formazione a distanza e due – quelli che si terranno il 20 aprile e il 4 maggio presso i centri di ricerca Crimedim e Simnova dell’Upo a Novara – in residenziale) coinvolgerà diciotto operatori su queste tematiche: stato dell’attuale epidemia di Ebola, la storia naturale, la fisiopatologia e le manifestazioni cliniche della malattia, principi di trattamento secondo le linee guida dell’OMS, i principi di prevenzione  controllo dell’infezione; vestizione e svestizione dai Dispositivi di Protezione Individuali, muoversi in un CCC: flusso di pazienti e staff (incluso percorso da Triage), prelievo di campione per analisi di laboratorio; formazione avanzata con simulazioni ad alta fedeltà su scenari in sala operatoria e reparto, per personale con ruoli clinici in ambito chirurgico.

In questi giorni inoltre – proprio in Sierra Leone – si sta concludendo un corso di formazione e riqualificazione, tenuto da ricercatori dell’Upo e da rappresentanti di Rainbow for Africa ed Engim, per 200 operatori sanitari dell’ospedale e dei centri sanitari del distretto di Port Loko, nella forma di workshop per l’acquisizione delle competenze necessarie alla riapertura in sicurezza dei servizi sanitari essenziali nel contesto di emergenza epidemica.

v.s.

NOVARA - L’Università del Piemonte Orientale collabora con le associazioni Rainbow for Africa ed Engim Internazionale nella formazione, a distanza e residenziale, degli operatori sanitari che si recheranno in Sierra Leone per portare assistenza alle popolazioni colpite dal virus Ebola. L’emergenza nel continente africano, infatti, è tutt’altro che esaurita ed è quanto mai necessario garantire la sicurezza di medici e infermieri che si recheranno a Lunsar, nel distretto di Port Loko in Sierra Leone.

L’epidemia in Sierra Leone rimane a livelli di guardia e il Paese è ora al primo posto nella classifica degli stati più colpiti con 8069 casi individuati. Complessivamente sono oltre 18.000 i casi individuati tra confermati, probabili e sospetti con circa 6500 decessi segnalati a fine 2014 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli operatori sanitari non correttamente formati a prevenire il contagio stanno pagando un prezzo molto alto per il loro servizio. 639 di loro – il dato provvisorio è di inizio dicembre 2014 – sono stati infettati dal virus Ebola e ben 349 sono morti.

Nei mesi di aprile e maggio è previsto un nuovo corso sponsorizzato da Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo) e Tavola Valdese (Otto per Mille, per quanto concerne la formazione in traumatologia) che ha l’obiettivo di rafforzare le capacità di diagnosi precoce e la gestione dei casi sospetti attraverso il miglioramento della capacità e della qualità dei servizi sanitari per la popolazione adulta e per quella infantile.

Il corso, diviso in tre moduli (uno in formazione a distanza e due – quelli che si terranno il 20 aprile e il 4 maggio presso i centri di ricerca Crimedim e Simnova dell’Upo a Novara – in residenziale) coinvolgerà diciotto operatori su queste tematiche: stato dell’attuale epidemia di Ebola, la storia naturale, la fisiopatologia e le manifestazioni cliniche della malattia, principi di trattamento secondo le linee guida dell’OMS, i principi di prevenzione  controllo dell’infezione; vestizione e svestizione dai Dispositivi di Protezione Individuali, muoversi in un CCC: flusso di pazienti e staff (incluso percorso da Triage), prelievo di campione per analisi di laboratorio; formazione avanzata con simulazioni ad alta fedeltà su scenari in sala operatoria e reparto, per personale con ruoli clinici in ambito chirurgico.

In questi giorni inoltre – proprio in Sierra Leone – si sta concludendo un corso di formazione e riqualificazione, tenuto da ricercatori dell’Upo e da rappresentanti di Rainbow for Africa ed Engim, per 200 operatori sanitari dell’ospedale e dei centri sanitari del distretto di Port Loko, nella forma di workshop per l’acquisizione delle competenze necessarie alla riapertura in sicurezza dei servizi sanitari essenziali nel contesto di emergenza epidemica.

v.s.

 

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