Là dove c’era vita ora c’è... praticamente il nulla

Là dove c’era vita ora c’è... praticamente il nulla
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NOVARA – Centro metri di strada a dir poco “spettrali”, un senso di degrado e di abbandono totali, portoni sbarrati, serrande abbassate e una sfilza di cartelli “affittasi” e “vendesi” che, a quanto pare, non sembrano proprio attrarre chicchessia. E tutto ciò non nella periferia remota bensì in centro città, a due passi dalla Stazione ferroviaria. E’ davvero impressionante percorrere il tratto di viale Dante Alighieri da largo Buscaglia al semaforo con via Magenta e il sottopassaggio all’inizio di corso Risorgimento. Impressionante e desolante. Verrebbe da dire: là dove c’era vita ora c’è… praticamente il nulla. Un tempo fiorivano negozi e attività commerciali varie, nonché condominii, anche belli, in una via di passaggio e davvero a due passi dal centro. Ora sono tutti chiusi e i condomini appaiono disabitati. Chi è restato ad abitare sembra un fantasma, o perlomeno sembra nascondersi (per occupazioni abusive?), mentre veri sopravvissuti sono un paio di commercianti che tengono duro: gestiscono un bar e un barbiere. Ma è durissima. «E’ tutta la zona che vive una situazione di degrado – dice Pippo Di Forte, dietro al bancone del bar Fortuna, al civico 28 – pare proprio non ci sia alcun interesse in qualche modo a intervenire, a cercare di ripopolare questa via, e non so il perché. Un tempo c’erano tante attività, di diverso tipo, da una Autoscuola a un Kebab, e tutti lavoravano. Ora il nulla. E non credo che la causa sia adesso la impossibilità di parcheggiare, perché questo problema c’è sempre stato. Anche i proprietari della abitazioni se ne sono andati. Io sono qui da un paio di anni, e cerco di tirare avanti, ma è difficile. Ed è un vero peccato, perché la zona è bella, di passaggio, vicino alla Stazione e al centro. Non capisco proprio questo disinteresse… magari basterebbe qualche piccolo incentivo, ma qui non si hanno nemmeno i permessi di fermata per i fornitori per scaricare le merci. Non so proprio cosa dire – conclude Pippo Di Forte – mi spiace davvero». Uscendo dal locale la sensazione è davvero di rituffarsi nel vuoto. Un paio di passanti fanno notare anche il cambiamento di chi (ancora) risiede in zona: praticamente tutti stranieri. Un “veterano” della zona è Natale Bonanno, barbiere, in zona dal 1959 e con bottega nel tratto di via Dante in questione dal 1961: praticamente una memoria storica. «In generale il problema è quello delle piccole botteghe che soccombono di fronte alla grande distribuzione – dice – ma qui il fenomeno è accentuato. Davvero ho visto chiudere decine di negozi in questi anni. E’ tutto un insieme di problematiche, non ultimo la carenza di posteggi». Per dare una idea Bonanno racconta un episodio: «Nessuno vuole più nemmeno abitare qui, e i proprietari di abitazioni fanno di tutto per liberarsene. So di un signore che ha venduto l’appartamento a un prezzo stracciatissimo… ebbene il fisco gli ha fatto contestazione perché nessuno credeva a una cifra così bassa. Eppure era proprio così». E il nostro barbiere che fa? «Tiro avanti, con solo i miei clienti fissi. Per me poi è una specie di hobby, ma di certo ben comprendo chi è stato costretto a chiudere». Segni di una città che cambia. In meglio?

Paolo Viviani

NOVARA – Centro metri di strada a dir poco “spettrali”, un senso di degrado e di abbandono totali, portoni sbarrati, serrande abbassate e una sfilza di cartelli “affittasi” e “vendesi” che, a quanto pare, non sembrano proprio attrarre chicchessia. E tutto ciò non nella periferia remota bensì in centro città, a due passi dalla Stazione ferroviaria. E’ davvero impressionante percorrere il tratto di viale Dante Alighieri da largo Buscaglia al semaforo con via Magenta e il sottopassaggio all’inizio di corso Risorgimento. Impressionante e desolante. Verrebbe da dire: là dove c’era vita ora c’è… praticamente il nulla. Un tempo fiorivano negozi e attività commerciali varie, nonché condominii, anche belli, in una via di passaggio e davvero a due passi dal centro. Ora sono tutti chiusi e i condomini appaiono disabitati. Chi è restato ad abitare sembra un fantasma, o perlomeno sembra nascondersi (per occupazioni abusive?), mentre veri sopravvissuti sono un paio di commercianti che tengono duro: gestiscono un bar e un barbiere. Ma è durissima. «E’ tutta la zona che vive una situazione di degrado – dice Pippo Di Forte, dietro al bancone del bar Fortuna, al civico 28 – pare proprio non ci sia alcun interesse in qualche modo a intervenire, a cercare di ripopolare questa via, e non so il perché. Un tempo c’erano tante attività, di diverso tipo, da una Autoscuola a un Kebab, e tutti lavoravano. Ora il nulla. E non credo che la causa sia adesso la impossibilità di parcheggiare, perché questo problema c’è sempre stato. Anche i proprietari della abitazioni se ne sono andati. Io sono qui da un paio di anni, e cerco di tirare avanti, ma è difficile. Ed è un vero peccato, perché la zona è bella, di passaggio, vicino alla Stazione e al centro. Non capisco proprio questo disinteresse… magari basterebbe qualche piccolo incentivo, ma qui non si hanno nemmeno i permessi di fermata per i fornitori per scaricare le merci. Non so proprio cosa dire – conclude Pippo Di Forte – mi spiace davvero». Uscendo dal locale la sensazione è davvero di rituffarsi nel vuoto. Un paio di passanti fanno notare anche il cambiamento di chi (ancora) risiede in zona: praticamente tutti stranieri. Un “veterano” della zona è Natale Bonanno, barbiere, in zona dal 1959 e con bottega nel tratto di via Dante in questione dal 1961: praticamente una memoria storica. «In generale il problema è quello delle piccole botteghe che soccombono di fronte alla grande distribuzione – dice – ma qui il fenomeno è accentuato. Davvero ho visto chiudere decine di negozi in questi anni. E’ tutto un insieme di problematiche, non ultimo la carenza di posteggi». Per dare una idea Bonanno racconta un episodio: «Nessuno vuole più nemmeno abitare qui, e i proprietari di abitazioni fanno di tutto per liberarsene. So di un signore che ha venduto l’appartamento a un prezzo stracciatissimo… ebbene il fisco gli ha fatto contestazione perché nessuno credeva a una cifra così bassa. Eppure era proprio così». E il nostro barbiere che fa? «Tiro avanti, con solo i miei clienti fissi. Per me poi è una specie di hobby, ma di certo ben comprendo chi è stato costretto a chiudere». Segni di una città che cambia. In meglio?

Paolo Viviani

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