La Merla 2017 non avrà bisogno di rifugiarsi nei comignoli

La Merla 2017 non avrà bisogno di rifugiarsi nei comignoli
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Da inizio settimana i valori termici, pur restando in linea con la norma stagionale, hanno subito un progressivo rialzo. Martedì a Borgomanero la massima è tornata oltre i 10 °C, cosa che non accadeva dal 28 dicembre. Ancora il 22 gennaio tuttavia alcune stazioni di pianura e fondovalle della rete Arpa Piemonte hanno segnalato gelo intenso: Novara Madonna del Bosco (-5,1 °C), Varallo Pombia (-7,1 °C), Massazza (-7,1 °C), Masserano (-7,2 °C), Domodossola (-7,4 °C), Pray (-8,1 °C). In queste aree il gennaio 2017 in generale è probabilmente il più freddo dal 1985, quantomeno sul fronte delle temperature minime: senza punte di eccezionalità infatti, hanno mostrato 

Da inizio settimana i valori termici, pur restando in linea con la norma stagionale, hanno subito un progressivo rialzo. Martedì a Borgomanero la massima è tornata oltre i 10 °C, cosa che non accadeva dal 28 dicembre. Ancora il 22 gennaio tuttavia alcune stazioni di pianura e fondovalle della rete Arpa Piemonte hanno segnalato gelo intenso: Novara Madonna del Bosco (-5,1 °C), Varallo Pombia (-7,1 °C), Massazza (-7,1 °C), Masserano (-7,2 °C), Domodossola (-7,4 °C), Pray (-8,1 °C). In queste aree il gennaio 2017 in generale è probabilmente il più freddo dal 1985, quantomeno sul fronte delle temperature minime: senza punte di eccezionalità infatti, hanno mostrato una persistenza su bassi livelli, tant’è che a Borgomanero il periodo 1-26 gennaio ha segnato -5,5 °C superando il 2002 (-5,4 °C). Diversa la situazione in montagna, dove il freddo è stato meno importante e prolungato. La conferma viene dalla contigua Confederazione elvetica, dove i bilanci preliminari di MeteoSvizzera per l’intero territorio nazionale indicano appunto nel gennaio 1985 il precedente più rigido, a causa della prolungata sequenza di giornate di ghiaccio (temperature massime inferiori a 0 °C) registrate nelle regioni centrali e settentrionali.
L’altra faccia di questo inverno è legata alla siccità. A nord del Po non è infrequente che si verifichino fenomeni come quello che stiamo attraversando. Per rimanere al XXI secolo, nell’archivio dell’Osservatorio geofisico di Torrion Quartara (Novara sud) rinveniamo stagioni come quelle del 2011-12 (50,4 mm), 2004-05 (55,4 mm), 2002-03 (34,4 mm) e 1999-2000 (23,2 mm) più deficitarie dell’attuale, al momento ferma a 47,4 mm ma con l’intero mese di febbraio davanti.
Intanto arrivano i Giorni della merla (29-31 gennaio) che la tradizione vuole come i più freddi dell’anno. In verità il dato non è supportato dalle statistiche: nella serie 1989-2016 di Borgomanero anzi, i tre giorni mediamente più freddi cadono il 28-30 dicembre. In questa stazione la punta estrema della Merla si ebbe il 29 gennaio 2005 con -10,2 °C ma, all’opposto, il 30 gennaio 2000 salì fino a 17,1 °C. Nelle alte valli alpine però, condizionate dall’innevamento e da un’esposizione diversa, è vero che il raffreddamento invernale raggiunge l’acme nella terza decade del mese, con le medie più basse intorno al 25-26 gennaio. In ogni caso le previsioni non indicano imminenti irruzioni di correnti artiche: la Merla 2017 non avrà perciò bisogno di rifugiarsi nei comignoli.
Stefano Di Battista
Foto "Alberi" di Paola Moriggi

 

 

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