La solenne apertura dello Scurolo

La solenne apertura dello Scurolo
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NOVARA - Ieri come oggi, nel segno della tradizione inizia la festa patronale di Novara. In Basilica il vescovo Franco Giulio Brambilla invoca la protezione di San Gaudenzio chiamato a «custodire i doni della serenità e della pace». Ieri pomeriggio, venerdì, solenne apertura dello Scurolo che custodisce l’urna del santo: al via le celebrazioni che per tutto il mese di gennaio saranno segni vivi della devozione della città. Davanti alle massime autorità, tra cui il sindaco Alessandro Canelli alla sua prima patronale con la fascia tricolore, e ai fedeli, accorsi numerosi, si rinnova il rito dedicato alla prima guida pastorale della Diocesi. «Un momento sempre importante per la città – sono le parole di don Natale Allegra, parroco del Centrocittà e prevosto della Basilica –, anche se quest’anno non ci sono presentazioni di restauri di opere. Rendere omaggio al patrono vuol dire oggi ricordare la particolare situazione che il nostro Paese sta vivendo, con il terremoto e le nevicate che in modo impressionante e inopinato si sono succedute nelle zone dell’Italia centrale. Vuol dire anche pensare a quelle situazioni, non certo nuove e che incombono da anni sulla nostra convivenza umana e civile, dovute al fenomeno dell’immigrazione. Affrontare questo argomento ci porta a porre l’accento sulla famiglia e sugli interessi umani, richiamando la mostra fotografica che abbiamo allestito in Basilica: le immagini, selezionate da Francesco Gonzales sotto il titolo “Volti dal mondo. Volti di casa nostra”, ci lancia un messaggio chiaro: quei volti, di tante persone che vengono a messa in questa chiesa e che frequentano la nostra comunità, ci dicono che gli uomini coltivano le stesse passioni, le stesse attitudini, da qualunque luogo vengano. La mostra diventa occasione preziosa per riflettere su questa sostanziale identità che fa di tutte le persone una unica umanità». L’architetto Alberto Perego, alla guida del consiglio di amministrazione della Fabbrica Lapidea, ripercorre un anno di lavoro, «un anno di transizione in cui gli interventi programmati come il recupero funzionale degli ambienti della Fabbrica, legati alla Cappella di San Giorgio, e l’ulteriore potenziamento di attrezzature e strutture per le visite guidate nella Sala del Compasso e nei transetti laterali si sono concluse, mentre non si è potuta definire la realizzazione del Museo della Fabbrica Lapidea che si sarebbe dovuto concretizzare in questo periodo. Elementi, manufatti e attrezzature in pietra naturale e in legno, calchi in gesso, utilizzati per la costruzione della Cupola e per il restauro della Basilica, sono ora esposti, solo in parte, nella Sala Moroni ma non si è ancora potuto procedere con la concreta messa in opera del nuovo percorso di visita, con l’allestimento dell’area di accoglienza e dello spazio museale, essenzialmente per una non ancora programmata disponibilità economica». Sono realtà i rapporti con i Politecnici di Milano e Torino e il potenziamento dell’informazione sul web, mentre la Fabbrica attende di mettere a punto la convenzione con il Comune al fine di una miglior gestione del monumento. Il canonico don Carlo Scaciga legge la vita di San Gaudenzio secondo un antico rito liturgico: «Accanto all’urna, che è altare, cattedra e difesa, ravviviamo la fede in Cristo di cui il primo vescovo di Novara fu custode, annunciatore e testimone». La benedizione del Vescovo che invita a fedeli a onorare il Patrono, «animati dalla fede e dall’esempio di San Gaudenzio», rinnova un rito secolare. Si sale allo Scurolo per la solenne apertura. Il legame è più vivo che mai.

Eleonora Groppetti

NOVARA - Ieri come oggi, nel segno della tradizione inizia la festa patronale di Novara. In Basilica il vescovo Franco Giulio Brambilla invoca la protezione di San Gaudenzio chiamato a «custodire i doni della serenità e della pace». Ieri pomeriggio, venerdì, solenne apertura dello Scurolo che custodisce l’urna del santo: al via le celebrazioni che per tutto il mese di gennaio saranno segni vivi della devozione della città. Davanti alle massime autorità, tra cui il sindaco Alessandro Canelli alla sua prima patronale con la fascia tricolore, e ai fedeli, accorsi numerosi, si rinnova il rito dedicato alla prima guida pastorale della Diocesi. «Un momento sempre importante per la città – sono le parole di don Natale Allegra, parroco del Centrocittà e prevosto della Basilica –, anche se quest’anno non ci sono presentazioni di restauri di opere. Rendere omaggio al patrono vuol dire oggi ricordare la particolare situazione che il nostro Paese sta vivendo, con il terremoto e le nevicate che in modo impressionante e inopinato si sono succedute nelle zone dell’Italia centrale. Vuol dire anche pensare a quelle situazioni, non certo nuove e che incombono da anni sulla nostra convivenza umana e civile, dovute al fenomeno dell’immigrazione. Affrontare questo argomento ci porta a porre l’accento sulla famiglia e sugli interessi umani, richiamando la mostra fotografica che abbiamo allestito in Basilica: le immagini, selezionate da Francesco Gonzales sotto il titolo “Volti dal mondo. Volti di casa nostra”, ci lancia un messaggio chiaro: quei volti, di tante persone che vengono a messa in questa chiesa e che frequentano la nostra comunità, ci dicono che gli uomini coltivano le stesse passioni, le stesse attitudini, da qualunque luogo vengano. La mostra diventa occasione preziosa per riflettere su questa sostanziale identità che fa di tutte le persone una unica umanità». L’architetto Alberto Perego, alla guida del consiglio di amministrazione della Fabbrica Lapidea, ripercorre un anno di lavoro, «un anno di transizione in cui gli interventi programmati come il recupero funzionale degli ambienti della Fabbrica, legati alla Cappella di San Giorgio, e l’ulteriore potenziamento di attrezzature e strutture per le visite guidate nella Sala del Compasso e nei transetti laterali si sono concluse, mentre non si è potuta definire la realizzazione del Museo della Fabbrica Lapidea che si sarebbe dovuto concretizzare in questo periodo. Elementi, manufatti e attrezzature in pietra naturale e in legno, calchi in gesso, utilizzati per la costruzione della Cupola e per il restauro della Basilica, sono ora esposti, solo in parte, nella Sala Moroni ma non si è ancora potuto procedere con la concreta messa in opera del nuovo percorso di visita, con l’allestimento dell’area di accoglienza e dello spazio museale, essenzialmente per una non ancora programmata disponibilità economica». Sono realtà i rapporti con i Politecnici di Milano e Torino e il potenziamento dell’informazione sul web, mentre la Fabbrica attende di mettere a punto la convenzione con il Comune al fine di una miglior gestione del monumento. Il canonico don Carlo Scaciga legge la vita di San Gaudenzio secondo un antico rito liturgico: «Accanto all’urna, che è altare, cattedra e difesa, ravviviamo la fede in Cristo di cui il primo vescovo di Novara fu custode, annunciatore e testimone». La benedizione del Vescovo che invita a fedeli a onorare il Patrono, «animati dalla fede e dall’esempio di San Gaudenzio», rinnova un rito secolare. Si sale allo Scurolo per la solenne apertura. Il legame è più vivo che mai.

Eleonora Groppetti

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