Laboratorio partecipativo per il futuro del Castello di Miasino

Laboratorio partecipativo per il futuro del Castello di Miasino
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NOVARA – “Più la sfida risulta grande e più il nostro lavoro non deve mai perdere di vista la propria mission fondante: essere coordinamento di forze, rete tra idee, storie e, dove possibile, scintille di cambiamento”.

Così Mattia Anzaldi, referente provinciale di Libera a Novara, introduce il senso della prossima iniziativa del coordinamento antimafia e del progetto "Osservatorio provinciale sulle mafie", spiegando come proprio da questa necessità, dopo anni di denuncia e sensibilizzazione sul tema dei beni confiscati alle mafie, il coordinamento novarese di Libera decide di invitare segmenti della cittadinanza allargata a confrontarsi insieme sul futuro possibile del bene confiscato al boss di camorra Pasquale Galasso, noto come Castello di Miasino.

 

NOVARA – “Più la sfida risulta grande e più il nostro lavoro non deve mai perdere di vista la propria mission fondante: essere coordinamento di forze, rete tra idee, storie e, dove possibile, scintille di cambiamento”.

Così Mattia Anzaldi, referente provinciale di Libera a Novara, introduce il senso della prossima iniziativa del coordinamento antimafia e del progetto "Osservatorio provinciale sulle mafie", spiegando come proprio da questa necessità, dopo anni di denuncia e sensibilizzazione sul tema dei beni confiscati alle mafie, il coordinamento novarese di Libera decide di invitare segmenti della cittadinanza allargata a confrontarsi insieme sul futuro possibile del bene confiscato al boss di camorra Pasquale Galasso, noto come Castello di Miasino.

L’iniziativa si terrà sabato 7 febbraio e si intitola “Un castello di idee”. Sarà in primo luogo un laboratorio partecipativo, all'interno del quale piccoli e medi imprenditori, pubblici amministratori, cooperative sociali e organizzazioni culturali e di volontariato avranno modo di dialogare e confrontarsi, ognuno portatore di esperienze professionali e sensibilità da mettere al servizio di un progetto comune. “In secondo luogo – spiega un comunicato di Libera - sarà occasione utile per ribadire ancora una volta quanto importante sia che "la roba" tolta ai mafiosi, sottratta precedentemente alla collettività attraverso proventi illeciti e traffici illegali, torni ad essere "cosa pubblica", motore di un'economia pulita e di uno Stato che contro le mafie ha il coraggio di vincere”.

Questo il contributo che Libera Novara vuole portare sul tavolo di una sfida nazionale perché “ognuno è chiamato a fare la propria parte, per come può: gli amministratori pubblici devono identificare soluzioni politiche e coraggiose per sbloccare l'attuale situazione; gli imprenditori del settore mettere idee e saperi al centro del dibattito; le fondazioni private territoriali – continua Anzaldi - identificare risorse utili a questo percorso e noi cerchiamo, umilmente, di preparare il campo e mettere in collegamento questi soggetti. Facciamo rete perché siamo convinti che ne valga la pena”.

L’appuntamento è in programma dalle 9 alle Officine Generali di via Passalacqua a Novara. La mattinata si svolgerà inizialmente attraverso il contributo tecnico di tre relatori, che brevemente delineeranno la situazione attuale del bene confiscato - tutt'ora imprenditorialmente attivo e nelle mani della famiglia del boss.
Seguirà quindi il lavoro ai tavoli, così come previsto nei "World Café". Una decina di tavoli, da cinque partecipanti l'uno circa, si in interrogheranno a partire da alcuni interrogativi e stimoli emersi sul tema.

Dopo la pausa pranzo, offerta dall'organizzazione, si terrà la restituzione di ciò che di più importante è emerso dai tavoli. Si farà sintesi del contributo portato da ciascuno e si delineeranno i prossimi passi verso la costruzione di un progetto definitivo di riutilizzo sociale del bene.

mo.c.

 

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