Liberazione e Speranza senza finanziamenti: lunedì un incontro in Regione

Liberazione e Speranza senza finanziamenti: lunedì un incontro in Regione
Pubblicato:

NOVARA, Per la prima volta, da 16 anni a questa parte, la notte appena trascorsa, non ha visto gli operatori e i volontari di Liberazione e Speranza onlus scendere in strada, a Novara come a Vercelli e nel Vco, per aiutare e assistere donne e ragazze vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

E’ il risultato dell’esclusione della Regione Piemonte, da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, al finanziamento del progetto “Piemonte in rete contro la tratta” finalizzato alla realizzazione di specifici programmi di protezione sociale a favore delle vittime nel periodo dal primo ottobre 2016 al 31 dicembre 2017. Motivo dell’esclusione dei finanziamenti, essenziali per portare avanti le attività dell’associazione novarese, come di molte altre impegnate sullo stesso tema in tutta la regione, “gravi inadempienze – aveva spiegato qualche giorno fa il presidente di Liberazione e Speranza, Andrea Lebra - addebitabili al personale della Regione Piemonte nella compilazione del modulo predisposto dall’autorità amministrativa centrale competente, e carenze macroscopiche in fatto di esplicitazione dei contenuti del progetto”.

 

A dare notizia della mancata presenza di Liberazione e Speranza a trarre in salvo dalla strada tante ragazze, la stessa associazione con un ‘post’ su Facebook, condiviso da tantissime persone, che non vogliono che l’associazione smetta quanto di positivo e importante ha svolto in questi 16 anni, dal 2000. “Oggi – si legge - è un giorno triste per Liberazione e speranza. Questa notte, per la prima volta dopo 16 anni, non saremo in strada per incontrare le ragazze e i transessuali costretti a prostituirsi.Come forse saprete, per un pasticcio burocratico, tutte le associazioni piemontesi che lavorano con le vittime di tratta hanno perso i finanziamenti messi a disposizione dal Dipartimento Pari Opportunità per attuare il Piano Nazionale Anti-Tratta. Per prossimi 18 mesi non ci saranno più Unità di Strada, Case di Fuga, programmi di reinserimento sociale, corsi di italiano. Un bel regalo – sostiene l’associazione nel ‘post’ - fatto alle mafie che controllano il traffico di esseri umani e la prostituzione coatta. Certo, potremmo continuare ad incontrare le donne come servizio di volontariato, come le tante ragazze e ragazzi, donne e uomini che in questi anni ci hanno affiancato, ma per offrire cosa? Cosa diremmo a una donna che cerca il coraggio di fuggire dai propri aguzzini? Vogliamo ringraziare per le tante dimostrazioni di stima e solidarietà e le offerte di aiuto arrivate negli ultimi giorni. In particolare la Senatrice Elena Ferrara e il Consigliere Regionale Domenico Rossi per essersi prontamente attivati per cercare una soluzione che potesse salvare il sistema anti-tratta piemontese, Franco Zanetta e Cesare Ponti delle Fondazioni del nostro territorio per la generosa solidarietà manifestata, i sindaci di Asti e Alessandria per il pronto intervento in Regione. E i tanti amici e cittadini che ci hanno virtualmente o personalmente sostenuto con gesti e parole mai banali o scontati”.

Su Facebook sono in tanti a voler trovare una soluzione per salvare l’associazione e quanto fatto da Les in questi anni. C’è chi propone una petizione, chi una raccolta fondi su ‘Buonacausa’ o altre piattaforme. Nessuno si vuole arrendere.

 

Intanto lunedì ci sarà un incontro tra le associazioni impegnate a contrastare la tratta e l’assessore regionale competente, Monica Cerutti. Un incontro richiesto proprio dalle associazioni nelle scorse settimane con una lettera (come annunciato nei nostri articoli). Il presidente Lebra è molto pessimista. “Crediamo – spiega - che difficilmente la Regione si sostituirà allo Stato per garantire la copertura finanziaria dal primo ottobre 2016 al 31 dicembre 2017. D'altra parte avviare un contenzione legale con la Regione Piemonte mi sembra irrealistico”. In tal senso si sta comunque muovendo l'Asgi (l’associazione di avvocati esperti in materia di legislazione per gli stranieri) di Torino.

Il ministro Boschi, interpellato, come già vi abbiamo riportato, dalla senatrice Ferrara, ha assicurato che nessuna vittima sarà abbandonata. “Abbiamo capito – commenta Lebra - il senso della sua affermazione: lunedì ci diranno a Torino che le ragazze attualmente ospiti nelle nostre strutture dovranno essere "trasferite" (come pacchi) ai progetti che hanno ottenuto il rifinanziamento. Non ci ha spiegato Boschi come faremo ad aiutare le nuove ragazze che stanno arrivando e arriveranno a Novara, a Vercelli o nel Verbano-Cusio-Ossola e che saranno messe sulla strada dal primo ottobre 2016 al 31 dicembre 2017”.

La speranza è che, alla fine, qualcosa possa arrivare a risolvere la situazione.

Monica Curino

NOVARA, Per la prima volta, da 16 anni a questa parte, la notte appena trascorsa, non ha visto gli operatori e i volontari di Liberazione e Speranza onlus scendere in strada, a Novara come a Vercelli e nel Vco, per aiutare e assistere donne e ragazze vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale.

E’ il risultato dell’esclusione della Regione Piemonte, da parte del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio, al finanziamento del progetto “Piemonte in rete contro la tratta” finalizzato alla realizzazione di specifici programmi di protezione sociale a favore delle vittime nel periodo dal primo ottobre 2016 al 31 dicembre 2017. Motivo dell’esclusione dei finanziamenti, essenziali per portare avanti le attività dell’associazione novarese, come di molte altre impegnate sullo stesso tema in tutta la regione, “gravi inadempienze – aveva spiegato qualche giorno fa il presidente di Liberazione e Speranza, Andrea Lebra - addebitabili al personale della Regione Piemonte nella compilazione del modulo predisposto dall’autorità amministrativa centrale competente, e carenze macroscopiche in fatto di esplicitazione dei contenuti del progetto”.

A dare notizia della mancata presenza di Liberazione e Speranza a trarre in salvo dalla strada tante ragazze, la stessa associazione con un ‘post’ su Facebook, condiviso da tantissime persone, che non vogliono che l’associazione smetta quanto di positivo e importante ha svolto in questi 16 anni, dal 2000. “Oggi – si legge - è un giorno triste per Liberazione e speranza. Questa notte, per la prima volta dopo 16 anni, non saremo in strada per incontrare le ragazze e i transessuali costretti a prostituirsi.Come forse saprete, per un pasticcio burocratico, tutte le associazioni piemontesi che lavorano con le vittime di tratta hanno perso i finanziamenti messi a disposizione dal Dipartimento Pari Opportunità per attuare il Piano Nazionale Anti-Tratta. Per prossimi 18 mesi non ci saranno più Unità di Strada, Case di Fuga, programmi di reinserimento sociale, corsi di italiano. Un bel regalo – sostiene l’associazione nel ‘post’ - fatto alle mafie che controllano il traffico di esseri umani e la prostituzione coatta. Certo, potremmo continuare ad incontrare le donne come servizio di volontariato, come le tante ragazze e ragazzi, donne e uomini che in questi anni ci hanno affiancato, ma per offrire cosa? Cosa diremmo a una donna che cerca il coraggio di fuggire dai propri aguzzini? Vogliamo ringraziare per le tante dimostrazioni di stima e solidarietà e le offerte di aiuto arrivate negli ultimi giorni. In particolare la Senatrice Elena Ferrara e il Consigliere Regionale Domenico Rossi per essersi prontamente attivati per cercare una soluzione che potesse salvare il sistema anti-tratta piemontese, Franco Zanetta e Cesare Ponti delle Fondazioni del nostro territorio per la generosa solidarietà manifestata, i sindaci di Asti e Alessandria per il pronto intervento in Regione. E i tanti amici e cittadini che ci hanno virtualmente o personalmente sostenuto con gesti e parole mai banali o scontati”.

Su Facebook sono in tanti a voler trovare una soluzione per salvare l’associazione e quanto fatto da Les in questi anni. C’è chi propone una petizione, chi una raccolta fondi su ‘Buonacausa’ o altre piattaforme. Nessuno si vuole arrendere.

Intanto lunedì ci sarà un incontro tra le associazioni impegnate a contrastare la tratta e l’assessore regionale competente, Monica Cerutti. Un incontro richiesto proprio dalle associazioni nelle scorse settimane con una lettera (come annunciato nei nostri articoli). Il presidente Lebra è molto pessimista. “Crediamo – spiega - che difficilmente la Regione si sostituirà allo Stato per garantire la copertura finanziaria dal primo ottobre 2016 al 31 dicembre 2017. D'altra parte avviare un contenzione legale con la Regione Piemonte mi sembra irrealistico”. In tal senso si sta comunque muovendo l'Asgi (l’associazione di avvocati esperti in materia di legislazione per gli stranieri) di Torino.

Il ministro Boschi, interpellato, come già vi abbiamo riportato, dalla senatrice Ferrara, ha assicurato che nessuna vittima sarà abbandonata. “Abbiamo capito – commenta Lebra - il senso della sua affermazione: lunedì ci diranno a Torino che le ragazze attualmente ospiti nelle nostre strutture dovranno essere "trasferite" (come pacchi) ai progetti che hanno ottenuto il rifinanziamento. Non ci ha spiegato Boschi come faremo ad aiutare le nuove ragazze che stanno arrivando e arriveranno a Novara, a Vercelli o nel Verbano-Cusio-Ossola e che saranno messe sulla strada dal primo ottobre 2016 al 31 dicembre 2017”.

La speranza è che, alla fine, qualcosa possa arrivare a risolvere la situazione.

Monica Curino

Seguici sui nostri canali