Lo chef Cannavacciuolo docente per un giorno al Liceo del Gusto di Borgomanero

Lo chef Cannavacciuolo docente per un giorno al Liceo del Gusto di Borgomanero
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Abbandonati per qualche ora il piccolo schermo e i fornelli, lo chef Antonino Cannavacciuolo ha incontrato martedì mattina nell’auditorium dell’Istituto salesiano “Don Bosco” gli studenti del “Liceo del Gusto”. Ad accoglierlo il direttore don Giuliano Palizzi, il Sindaco Anna Tinivella, la professoressa Colla dell’Ufficio Scolastico Provinciale e gli chef Pierangelo Bertinotti (ristorante “Pinocchio” di Borgomanero) e Gianluca Zanetta (Agriturismo “La Capuccina” di Cureggio). Cannavacciuolo era accompagnato dalla moglie Cinzia Primatesta con la quale gestisce da anni il pluri stellato Hotel Villa Crespi di Orta San Giulio. Conversando con gli studenti il grande chef ha parlato delle sue origini e del suo approccio con la cucina. “Mio papà – ha detto - è stato per me un grande esempio: faceva questo mestiere, con serietà ed impegno, una vita di sacrifici e anche di riconoscimenti. Anch’io ho fatto gavetta, sono venuto in Piemonte ad Orta, in un Cinque stelle a lavorare c

Abbandonati per qualche ora il piccolo schermo e i fornelli, lo chef Antonino Cannavacciuolo ha incontrato martedì mattina nell’auditorium dell’Istituto salesiano “Don Bosco” gli studenti del “Liceo del Gusto”. Ad accoglierlo il direttore don Giuliano Palizzi, il Sindaco Anna Tinivella, la professoressa Colla dell’Ufficio Scolastico Provinciale e gli chef Pierangelo Bertinotti (ristorante “Pinocchio” di Borgomanero) e Gianluca Zanetta (Agriturismo “La Capuccina” di Cureggio). Cannavacciuolo era accompagnato dalla moglie Cinzia Primatesta con la quale gestisce da anni il pluri stellato Hotel Villa Crespi di Orta San Giulio. Conversando con gli studenti il grande chef ha parlato delle sue origini e del suo approccio con la cucina. “Mio papà – ha detto - è stato per me un grande esempio: faceva questo mestiere, con serietà ed impegno, una vita di sacrifici e anche di riconoscimenti. Anch’io ho fatto gavetta, sono venuto in Piemonte ad Orta, in un Cinque stelle a lavorare come aiuto chef… Ho lavorato sempre sodo ed ora sono contento di fare questo lavoro”. A chi gli ha chiesto di parlare dell’esperienza a Masterchef ha così risposto: “ Se ho deciso di accettare di prendere parte a Masterchef devo ringraziare mia moglie che ha molto nsistito. La Tv aiuta, anche nell’azione della promozione della cultura del cibo facendo conoscere anche il nostro Paese. Le nostre città, i nostri territori sono monumenti e cucina. Roma è nota per il Colosseo e la carbonara, ma pensiamo ad Amatrice che dopo il terremoto è stata aiutata anche grazie alla notorietà della pasta all’amatriciana che è nota in tutto il mondo”. C’è mai stato, gli ha domandato uno studente, un momento in cui ha pensato di mollare tutto? “Mollare mai. Anche di fronte alla difficoltà perché fare impresa in Italia non è facile… L’immagine dello chef oggi è migliorata, ma 30/40 anni sembrava una professione di serie B”. Ai giovani che lo applaudivano ha rivolto un caloroso incoraggiamento: “Partite dalle passioni, andate incontro alle difficoltà ed abbiate perseveranza”. Non poteva certo mancare anche un suggerimento al mondo della scuola: “Occorre – ha detto – che la scuola si confronti con il mondo, con le culture, promuovendo l’innovazione e la sperimentazione. Per il Liceo del gusto, occorre essere capaci di conoscere bene le tradizioni, i sapori ed i territori. E da queste basi, innovare. Nasce in termini di attrezzature e laboratori. La cucina è molto cambiata nel tempo, oggi richiede una forte dose di contemporaneità”. Non poteva certo mancare da parte del grande chef un riferimento alla cucina del nostro territorio identificata da Cannavacciuolo con alcuni importanti piatti tra cui la “paniscia”. Alla domanda se il tapulone, piatto tipico della cucina borgomanerese un giorno potrà mai approdare a “Masterchef” la risposta è stata lapidaria: “A Borgomanero il tapulone ha una tradizione millenaria ma andare a proporlo su una rete televisiva nazionale sarebbe molto difficoltoso. Viene cucinato utilizzando carne d’asino, animale mansueto, che si accarezza, a cui si parla….”. “Il tapulone – lo ha interrotto Pierangelo Bertinotti del “Pinocchio” – è un piatto nostro e come tale deve rimanere”.

Carlo Panizza

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